Motivazioni sentenza Minotauro: “Un contributo all’utilizzo del 416ter”

ROMA, 30 NOV – Arrivano dalla Corte di Appello di Torino le motivazioni a sostegno della sentenza di condanna d’Appello pronunciata nell’ambito del processo “Minotauro” il 28 maggio scorso. “Sono un contributo all’utilizzo del 416 ter”, il reato di voto di scambio politico mafioso al centro di molte critiche quando fu riformato, oltre un anno e mezzo fa, dice il deputato Pd DavideMattiello, che fu relatore di quella riforma. La sentenza aveva applicato il 416 ter in riferimento al patto tra Battaglia, Macri’, Catalano, Iaria e altri sodali, a sostegno della candidatura alle Europee del 2009 di Bertot. “Ora – afferma Mattiello – le motivazioni fanno capire il perche’: i giudici della Corte di Appello, ribadendo correttamente che per i fatti commessi nel 2009 non possa che applicarsi la norma allora vigente, eccezion fatta per la riformulazione della pena, argomentano tenendo in conto proprio la novella approvata dal Parlamento nel 2014, illuminando alcuni aspetti rilevanti del significato della norma. I giudici di Torino infatti sottolineano che il 416 ter deve continuare ad intendersi come reato di pericolo e non di danno, che deve essere provata la consapevolezza in chi chiede la promessa di voti di rivolgersi alla mafia, ma che non deve essere provato ne’ l’esplicito riferimento ad un qualche metodo mafioso di raccolta dei voti al momento dello scambio delle promesse, ne’ tanto meno che questo metodo sia stato successivamente posto in essere. E’ la consapevolezza della intrinseca mafiosita’ del soggetto al momento della formulazione del patto che fa la differenza”. “Particolarmente apprezzabile la motivazione, perche’ fatta tenendo esplicitamente in conto le due differenti sentenza di Cassazione, la Antinoro e la Polizzi e la recente audizione del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Roberti in Commissione Antimafia”, conclude Mattiello. Il processo d’appello dell’inchiesta Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta nel torinese e’ terminato con 45 condanne e 25 assoluzioni. In primo grado le condanne erano state 36.

Patrono: “Lotta alla criminalità si vince sottraendole i suoi patrimoni”

(AdnKronos) – Antonio Patrono della procura nazionale Antimafia, nel suo intervento ha commentato: “È dimostrato che la lotta alla criminalità organizzata si vince oggi sottraendole i suoi patrimoni illeciti e questo deve essere di impegno prioritario per tutte le forze in campo”. Davide Mattiello, deputato della Commissione Antimafia e Commissione Giustizia della Camera, che è stato il relatore della riforma del Codice Antimafia, approvata l’11 novembre alla Camera. “Le modifiche essenziali introdotte, ha detto, sono state dedotte dalla proposta di legge "Io riattivo il lavoro” sostenuta da Cgil, Libera, Avviso Pubblico, Arci, Sos Impresa, Legacoop, Acli, Anm e Centro studi Pio La Torre. Bisogna ora procedere rapidamente all’approvazione in Senato perché questa buona riforma diventi legge. La politica sta seguendo il percorso insieme alle parti sociali, ed è qui oggi per continuare ad agire concretamente. La riforma, che rappresenta un risultato straordinario, allarga l’applicazione della confisca a chi è implicato in delitti contro la pubblica amministrazione, oltre che a chi commette il reato di caporalato". Luciano Silvestri, della Cgil nazionale, ha ricordato che “Il sequestro delle aziende è un fenomeno che ha assunto dimensioni inquietanti. Ormai riguarda tutto il territorio nazionale ed è in crescita esponenziale. Questo fatto ci segnala due cose:- il lavoro importante della magistratura, ma anche la debolezza dello stato che non è capace di riconsegnare alla legalità il patrimonio sottratto alle mafie. La legge approvata a novembre in prima lettura alla Camera nata da una proposta di legge di iniziativa popolare recupera questo ritardo, individuando strumenti come la sinergia tra istituzioni e organizzazioni sociali e fondi per sostenere i costi dell’emersione alla legalita’. Speriamo che il Senato la voti in fretta e senza indugi”.

DIA: un altro importante successo

(ANSA) ROMA, 27 NOV – “Un altro importante successo della Dia con sequestri per un valore di 5 milioni: ci sono due aziende e una villa con piscina e siamo nella zona di Rimini, facile immaginare quali utilizzi si possano fare di un patrimonio del genere, quale schiaffo sia al prestigio degli amici del clan. E’ necessario che la custodia non sia fatta con i lucchetti ma con la destinazione provvisoria anche a tutela della eventuale innocenza di chi e’ stato oggi colpito da queste misure. Ecco perche’ credo nella riforma sui beni sequestrati e confiscati che abbiamo approvato alla Camera l’11 novembre”. Cosi’ Davide Mattiello, PD, relatore per la riforma del Codice antimafia approvata alla Camera nei giorni scorsi. “Non mi convincono – conclude Mattiello – ne’ coloro che vorrebbero liquidare subito l’oggetto del sequestro, ne’ chi vorrebbe liquidare la Dia. Che invece ringrazio perche’ ancora una volta ha dimostrato professionalita’ e dedizione. Forza ora con l’approvazione della riforma al Senato”

Omicidio Agostino: le gravissime dichiarazioni di Lo Forte vanno riscontrate con urgenza

(ANSA) – ROMA, 26 NOV – “E’ urgente riscontrare le dichiarazioni gravissime di Lo Forte, che collegano l’ex poliziotto Giovanni Aiello al cosi’ detto ‘faccia di mostro’ e al duplice omicidio di Nino Agostino e sua moglie Ida. E’ un segnale importante la richiesta fatta dalla Procura al GIP di Palermo di ulteriori tre mesi per approfondire”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare Antimafia. “Il percorso di collaborazione di Lo Forte – prosegue Mattiello- e’ lungo e complicato, ma sulle sue parole si sono gia’ basate altre sentenze di condanna: legittimo pensare che sia credibile. Auspico ancora una volta che venga sentito come persona informata dei fatti l’attuale Questore di Palermo dott. Longo, che all’epoca dei fatti raccolse riscontri di prima mano subito dopo il duplice omicidio. Sui fatti capitati tra il 1989 e il 1994 dobbiamo pretendere tutta la verita’, una verita’ che non si puo’ esaurire nelle risultanze dell’attivita’ giudiziaria”.

Riforma codice antimafia: scorrette e pretestuose le parole dei 5stelle (che hanno votato con le destre..)

(ANSA) – ROMA, 25 NOV – “Le parole dei 5 Stelle sull’audizione di Gratteri in Antimafia sono scorrette e pretestuose: forse hanno bisogno di coprire l’imbarazzo di aver votato contro la riforma del Codice Antimafia insieme a Forza Italia”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, relatore, alla Camera, della riforma del Codice antimafia sui beni sequestrati e confiscati. “Fortunatamente – aggiunge – la registrazione dell’audizione cosi’ come il testo votato dalla Camera l’11 dicembre, sono documenti pubblici e chiunque sia interessato puo’ giudicare da se’. La Commissione presieduta dal dott. Gratteri, che era gia’ stato sentito proprio nell’ambito di un seminario organizzato dalla Commissione Antimafia sulla riforma del Codice, ieri sera ha ribadito molti punti che sono gia’ stati accolti nel testo che abbiamo votato: la velocizzazione del procedimento, la maggior attenzione alle legittime pretese della difesa, la distrettualizzazione e la specializzazione del giudizio, la miglior tutela dei terzi, la riorganizzazione dell’Agenzia, l’attrazione della disciplina dei sequestri penali nell’alveo dei sequestri di prevenzione le misure a sostegno delle aziende sequestrate, i criteri qualitativo e quantitativi piu’ stringenti sulla individuazione degli amministratori giudiziari. etc”. “Su un punto – precisa Mattiello – ci siamo trovati in disaccordo con Gratteri: la destinazione anticipata delle aziende. Su questo punto sia io che la presidente della Commissione Antimafia Bindi abbiamo ribadito le ragioni della diversa soluzione votata sulla gestione delle aziende in confisca non definitiva. Una soluzione piu’ rispettosa della Costituzione. Questa riforma e’ scomoda e c’e’ chi la vuole bloccare”, conclude il deputato Pd.

Fondazione Polis: la presentazione della Riforma del Codice antimafia

Com’è noto, pochi giorni fa la Camera dei Deputati ha approvato il nuovo Codice Antimafia, che ridisegna le misure di prevenzione e le regole sulle confische dei beni e che ora passa alla discussione del Senato.

La Fondazione Polis della Regione Campania ha promosso ieri 23 novembre un incontro seminariale sull’argomento, svoltosi presso la sede della stessa Fondazione (Napoli, via Raffaele De Cesare, 28).

Il dibattito è stato promosso dal Comitato Scientifico della Fondazione Polis e ha ospitato come relatore l’on.Davide Mattiello, deputato della Commissione parlamentare antimafia, relatore di maggioranza per la riforma del Codice Antimafia.

Presenti anche il prefetto Umberto Postiglione, Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, il magistrato Bruno D’Urso, presidente aggiunto della sezione G.I.P. presso la Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Polis Geppino Fiorenza.

In 30 articoli il testo di riforma ridisegna tutta la complessa materia delle misure di prevenzione. Il provvedimento deriva dalla proposta di legge di iniziativa popolare, per la quale grandi organizzazioni sociali come la Cgil, Avviso Pubblico, Arci, Libera, Acli, Lega Coop, Sos Impresa, Centro studi Pio La Torre raccolsero, due anni e mezzo fa, centinaia di migliaia di firme e integrata dal lavoro fatto nel frattempo dalla Commissione parlamentare antimafia.

Con la riforma l’ Agenzia per i beni sequestrati ne esce rafforzata, con sede centrale a Roma e un direttore (non per forza un prefetto) che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Norme stringenti sono  previste per gli amministratori giudiziari, che non potranno avere più di 3 incarichi e non potranno essere parenti fino al quarto grado, ma neppure conviventi o “commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. Sequestri e confische sono previsti anche a chi favorisce i latitanti, commette reati contro la Pa o si macchi del delitto di caporalato, mentre si istituisce un Fondo di garanzia per sostenere le aziende sequestrate.

Testimoni di Giustizia: tutti i gruppi sottoscrivano la Proposta di Legge

(ANSA) – ROMA, 24 NOV – “Sarebbe davvero un bel segnale se oggi i gruppi parlamentari presenti in Commissione Antimafia sottoscrivessero la proposta di legge sui testimoni di giustizia. Oggi che ricorre l’anniversario della morte di Lea Garofalo”. A sottolinearlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, coordinatore, in Commissione Antimafia, del V gruppo che si occupa proprio di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia. “La proposta di legge – spiega il deputato – discende dalla relazione approvata all’unanimita’ sui testimoni di giustizia nell’ottobre del 2014 ed e’ all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza da luglio 2015”. Il testo prevede una attenzione maggiore alla chiarezza del rapporto tra Stato e testimone, in linea con la Carta dei diritti e dei doveri presentata dal Ministero dell’Interno; prevede poi piu’ adeguati strumenti di accompagnamento psicologico e di tutela sociale ed economica, superando la distinzione tra speciali misure di protezione e speciale programma. Prevede il cambio di generalita’ allargato per favorire la scelta di chi decida di rompere con i propri contesti familiari criminali. “Si potrebbero aggiungere norme specifiche sui minori, come suggerito dalla magistratura calabrese. Non basta commuoversi, bisogna impegnarsi per cambiare le cose”, conclude il deputato Pd.

Antimafia acquisisca intercettazioni

(ANSA) – ROMA, 20 NOV – “Tempestiva ed efficace l’azione della Dda di Palermo che ha sventato il progetto di attentare la vita del ministro dell’Interno Alfano. Questo dimostra come il 41 bis sia al primo posto nelle preoccupazioni dei mafiosi, esattamente come tra il ‘92 e il ’93”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Bene abbiamo fatto in parlamento – prosegue – quando recentemente, approvando la legge di delega al governo per riformare tra l’altro la normativa penitenziaria, ci siamo impegnati per fissare paletti precisi a salvaguardia del 41 bis che alcuni emendamenti rischiavano di annacquare. Cio’ posto – conclude – sara’ interessante leggere attentamente le intercettazioni nelle mani degli inquirenti per comprendere il contesto nel quale e’ maturato questo progetto criminale. Proporro’ alla commissione Antimafia di acquisirle quanto prima”

Vo.Di.Sca: Boldrini: “Importante ristrutturare i luoghi degradati e sfruttarli in modo alternativo”

(AGI) – Roma, 19 nov. – Voci di Scampia, esistente dal 2007 e composta principalmente da giovani dai 15 ai 25 anni, e’ nata per “ridare onore e dignita’ alla vittima innocente di camorra, Antonio Landieri”, ucciso nel 2004 in un agguato. Numerose le attivita’ che l’associazione svolge sul territorio. Rosario e Maddalena hanno spiegato alla Boldrini che tra queste c’e’ il teatro: “Partiamo da noi prima di arrivare a Pirandello e Sheakspeare – ha spiegato lei – i ragazzi di Scampia sono molto coinvolti e paradossalmente mentre nella realta’ ‘indossano’ la maschera da bulletti, sul palco sono piu’ veri”. Poi c’e’ anche la scuola calcio “seconda per numero di iscritti in Campania” ha sottolineato lui. La presidente Boldrini ha messo in evidenza che “il calcio magari e’ la scusa per poi fare tutta una serie di attivita’ culturali”. Secondo la presidente Boldrini, “e’ importante ristrutturare luoghi degradati e sfruttarli in modo alternativo. Importante che in questi luoghi degradati si riesca a portare la vita. Voi – ha riconosciuto alla delegazione Vo.di.Sca – proponete un’alternativa e dimostrate che c’e’ anche un’altra parte, positiva, di Scampia ”. Scampia che, ha ricordato Rosario, “e’ uno dei quartieri piu’ giovani d’Italia” e “ci vivono piu’ di 100mila persone”. All’incontro era presente anche Davide Mattiello, componente della commissione Antimafia, che ha sottolineato che l’esperienza di Vo.di.Sca “crea rete sul territorio e cosi’ si combatte la mafia”. E ha aggiunto: “E’ importante il rapporto continuo tra chi lavora sul territorio e noi che stiamo nelle istituzioni e che cerchiamo di trasformarli in leggi”. Boldrini ha ringraziato i ragazzi di Scampia per il loro lavoro, con la promessa di fargli presto visita. La presidente della Camera ha anche ricordato la figura di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta che ha ispirato ‘Lea’, il film di Marco Tullio Giordana. “I testimoni di giustizia vanno protetti – ha detto Boldrini – lo Stato non puo’ abbandonarli. Spesso si tratta di donne che si ribellano ai propri mariti e a queste va data protezione, in modo da consentire loro di portare via i figli per vivere in sicurezza in altri luoghi”.