Testimoni di giustizia: è tempo per cambiare la Legge

(ANSA) – ROMA, 19 NOV – “Adesso che il racconto della storia di Lea e Denise ha aiutato tanti a riflettere sul bisogno di protezione che c’e’ in questo Paese, diamoci forza per cambiare la legge”. A chiederlo e’ Davide Mattiello Pd, coordinatore del quinto comitato della Commissione parlamentare Antimafia che si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia. “Perche’ una legge per i testimoni di giustizia non c’e’ – spigaMattiello – e permane la confusione con i collaboratori. Perche’ l’inserimento lavorativo di chi e’ uscito dal programma speciale di protezione non funziona ancora. Perche’ se la mafia uccide un magistrato i ruoli sono chiari e la legge per i familiari funziona, ma se la mafia sbrana chi si ribella all’interno del proprio stesso cerchio, la legge si inceppa. Perche’ chi vuole rompere con quei legami familiari, anche se non ha informazioni preziose per la giustizia, deve trovare lo Stato”. “Le proposte sono tutte sul tavolo: la Commissione Antimafia dopo aver approvato all’umanita’ una relazione nell’Ottobre del 2014, ha all’esame una proposta di legge di riforma, il Ministero dell’Interno ha presentato quasi un mese fa la Carta dei diritti e dei doveri per testimoni e collaboratori. Insomma ci vuole soltanto uno sforzo. Un altro, ma e’ semplicemente un dovere”, conclude il deputato.

il 18 novembre si è tenuto a Montecitorio il seminario dal titolo “Contrastare il caporalato”. Ospiti Giancarlo Caselli, dell’osservatorio sui crimini nell’agricoltura della Coldiretti, Marco Omizzolo, di In Migrazione, Fabio Ciconte, di Filiera Sporca, Luciano Silvestri, della CGIL. A moderare Davide Mattiello, membro della Commissione Giustizia e della Commissione Antimafia. Le conclusioni della mattinata sono state tratte dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Il video raccoglie le interviste agli ospiti che ricostruiscono il percorso del contrasto al caporalato: dal protocollo Arance Frigie fino al ddl presentato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, passando per le normative del Codice Antimafia.

Caporalato: per contrastarlo necessaria alleanza tra lavoratori e imprenditori

(ANSA) – ROMA, 18 NOV – “Contro il caporalato e i reati agroalimentari l’alleanza tra lavoratori e imprenditori e’ necessaria e possibile: perche’ la vittima di queste condotte odiose e’ tanto il bracciante sfruttato che rischia la vita, quanto l’imprenditore onesto che rischia di fallire a causa della concorrenza sleale”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, che ha coordinato il lavoro del convegno “Contrastare il caporalato” che si e’ svolto alla Camera, con Cgil, Coldiretti, Filiera Sporca, In Migrazione, con le conclusioni del ministro della Giustizia Andrea Orlando. “C’e’ piena sintonia – osserva Mattiello – sulle norme repressive gia’ adottate attraverso il nuovo Codice Antimafia approvato la scorsa settimana dalla Camera in prima lettura e sulle norme proposte dal ddl Orlando-Martina-Poletti: le parti sociali ci hanno spronato ad andare avanti, arricchendo i testi di misure preventive sulla tracciabilita’ della produzione, sulla trasparenza del mercato del lavoro, sull’accoglienza dei lavoratori stagionali stranieri. Auspico che il ddl possa essere presentato quanto prima alla Camera”

Caporalato: importanti le parole di Roberti

(ANSA) – ROMA, 13 NOV – “Le parole di Roberti sono un incoraggiamento a chiudere al piu’ presto l’iter parlamentare. Parole che confermano autorevolmente che la riforma va nella direzione giusta di un rafforzamento del procedimento di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali, che garantisce maggiormente anche coloro che sono sottoposti al procedimento medesimo, perche’ la presunzione di innocenza e’ un valore costituzionale irrinunciabile per noi”: lo afferma in una nota Davode Mattiello (Pd), relatore della riforma sui beni sequestrati e confiscati alla mafia. “Le parole di Roberti dovrebbero far riflettere quanti hanno preferito votare contro il provvedimento, Forza Italia e 5 Stelle: hanno perso una occasione storica. Il predecessore di Roberti alla guida della Direzione nazionale Antimafia e’ stato Grasso, attuale presidente del Senato: non dubito che sapra’ il presidente Grasso a sua volta dare al provvedimento il miglior percorso nell’aula del Senato” conclude Mattiello.