Mafia e calcio: bisogna essere TUTTI d’accordo?

Considerate le finalità della Commissione Antimafia, che non è una Corte Penale, il passaggio più drammatico della audizione dell’avvocato Chiappero per me è stato quello nel quale l’avvocato ha detto e ribadito con forza che per liberarsi dal ruolo di certi personaggi nel mantenimento dell’ordine pubblico dentro e fuori dallo Stadio bisognerebbe essere TUTTI d’accordo. Cosa intende l’avvocato? Sembrerebbe alludere ad un tacito patto trasversale che riguarderebbe anche le Autorità preposte alla gestione dell’ordine pubblico a tollerare la mediazione di personaggi di fatto influenti, più o meno legati alla criminalità organizzata. Una specie di ‘riduzione del danno’ come a dire che controllare è meglio che reprimere? Eppure gli strumenti esistono, a cominciare dalla denuncia di condotte più o meno larvatamente intimidatorie e ricattatorie

Massoneria: giusta presa di posizione della Presidente Bindi

Giusta presa di posizione della Presidente Bindi. In sintonia con  quanto annunciato dalla on. Bindi e col lavoro che stiamo facendo in Commissione Antimafia ho iniziato qualche mese fa ad organizzare un seminario di approfondimento che si svolgerà il 22 Febbraio alla Camera dei Deputati: una occasione per mettere a confronto magistrati, accademici, politici e giornalisti. A 25 anni dalle stragi di mafia del ‘92 abbiamo il dovere di chiederci come proteggere ancora meglio le istituzioni repubblicane dalla forza della mafia e dagli abusi di potere

Commissione antimafia: meno De luca e più focus sulle stragi..

(ANSA) – ROMA, 24 NOV – “Più stragi e meno De Luca in Antimafia”. A chiederlo è il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia. “Mentre vengono archiviate indagini importanti come quella sul delitto Agostino – scrive – fioccano assoluzioni per insufficienza di prove in processi che esplorano il rapporto tra Stato e mafia, il che spesso si traduce in delegittimazione di intere batterie di collaboratori. Mentre latitanze altolocate continuano indisturbate nonostante le ripetute denunce – l’ultima ancora ieri della dott.ssa Teresa Maria Principato su quella di Messina Denaro, per non parlare del tristemente noto ex parlamentare di FI Amedeo Matacena latitante a Dubai -, mentre le DDA più esposte fanno fuoco con la legna che hanno per inchiodare la masso-mafia, utilizzando anche la legge Anselmi, in Antimafia c’è chi vorrebbe aprire una indagine parlamentare sulle parole di De Luca, che fanno pena sul piano della cultura politica ma che c’entrano con il dovere di inchiesta di una Commissione come la nostra? Bene ha fatto la presidente Bindi a mettere dei paletti. Ora, però, facciamo il resto”

Antimafia acquisisca atti periodo stragi

(ANSA) – ROMA, 9 AGO – “Rinnovo la proposta che ho avanzato alla Presidente Bindi della Commissione parlamentare antimafia alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, di acquisire gli atti di impulso fatti dalla Direzione nazionale antimafia tra il 2008 e il 2013”. Lo chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, dopo un articolo pubblicato oggi dal quotidiano Il Fatto quotidiano nel quale, secondo le dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice, sarebbe stato il poliziotto Giovanni Aiello a far saltare in aria Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.
“Ci sono magistrati e investigatori che con grande rigore e caparbietà stanno cercando di fare luce, consapevoli dei prezzi che pagano e pagheranno per questo, a loro la nostra stima e il nostro sostegno”, prosegue il deputato. “Walter Molino – commenta Mattiello – si conferma giornalista ben documentato e preciso, il suo pezzo aiuta a capire cosa stia succedendo. Su quanto Lo Giudice ha detto ai magistrati di Catanzaro e Reggio Calabria, che in gran parte coincide con quanto detto, per esempio, da Villani, Di Giacomo e Lo Forte, resta il problema dei riscontri ma ci sono anche altre domande che pesano. Ormai pare assodato che Lo Giudice nel 2013 venne indotto a infamare Donadio, oltre a Pignatone e Prestipino: chi ha avuto interesse a farlo? A partire dal processo aperto a Catanzaro nel quale Lo Giudice risponde di calunnia, è iniziata una indagine sui mandanti del depistaggio? Questo fatto, c’entra con la fuga di notizie sul lavoro di Donadio dell’estate del 2013, che contribuì alla decisione di Roberti, neo procuratore nazionale, di sollevare Donadio dall’incarico di coordinamento sulle indagini relative alle stragi? La stessa attività di impulso realizzata tra il 2008 e il 2013 da Donadio su mandato di Grasso, allora Procuratore nazionale antimafia, è stata oggetto di un ricorso al PG di Cassazione, firmato da Lari e Salvi, che ad oggi risulta ancora pendente: non sarebbe opportuno definire anche questa vicenda tempestivamente?”

Mafia: Antimafia si occupi del periodo stragi. Memoria Chinnici ci impone di fare di più

(ANSA) – ROMA, 29 LUG – “La memoria di Rocco Chinnici impone a tutti di fare di più, per questo proporrò alla Presidente della Commissione parlamentare antimafia di acquisire gli atti di impulso che la Dna predispose tra il 2009 e il 2013 sulle stragi di mafia e su alcuni omicidi come quello di Nino Agostino e di sua moglie Ida”. Così il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni giustizia e antimafia. “A quegli atti di impulso ha ancora recentemente fatto riferimento il pg di Caltanissetta, dott. Lari, liquidandoli come infondati. Quegli atti di impulso sono per altro oggetto di un procedimento disciplinare davanti al CSM, a carico del dott. Donadio, iniziato ormai 3 anni fa e del quale non è dato sapere nulla. Credo che sarebbe legittimo per la Commissione Antimafia vederci chiaro tanto sugli atti di impulso, quanto sul procedimento disciplinare. Infatti, come ha recentemente più volte ribadito la Presidente Bindi, la Commissione Antimafia non può attendere la conclusione di tutti i processi relativi alle stragi di mafia per occuparsi di quel periodo così tragico. Anche perché il lavoro giudiziario portato avanti con determinazione ed efficacia continua a produrre sia risultati importanti, come la recente sentenza di condanna di primo grado del Capaci bis, che vanno analizzati, sia la promessa di ulteriori sviluppi, per esempio un Capaci ter incentrato sulle "cointeressenze” tre soggetti esterni a Cosa Nostra e Cosa Nostra, che vanno compresi", prosegue il deputato dem. “E’ tanto più pertinente richiamare oggi questo bisogno perché, come chiarito dalla sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta nel 2002, la strage del 29 Luglio 1983, con tanto di autobomba e telecomando, maturò in quel segmento di mafia che oggi definiremmo di "masso-mafia” come propone Scarpinato, quel segmento di mafia che è da sempre politica-istituzioni-economia, tanto che come mandanti della strage furono indicati gli “esattori” Nino e Ignazio Salvo. La memoria del giudice Chinnici impone a tutti di tenere lo sguardo ficcato nelle articolazioni altolocate della mafia, dove si tracciano convergenze e indicibili accordi. In Procura a Caltanissetta, nella metà degli anni ‘90, ad occuparsi dell’omicidio Chinnici, c’era anche il dott. Nino Di Matteo, uno che questa mafia altolocata non l’ha più persa di vista", conclude Mattiello. 

Compagnia delle Isole: gravissimo danno erariale [e #MatacenaNONtorna]

(ANSA) – ROMA, 21 APR – Configura un “gravissimo danno erariale” la cessione, da parte della Compagnia delle Isole spa (CDI), del ramo d’azienda preposto all’erogazione dei servizi di collegamento marittimo (ex Siremar) alla Società di Navigazione Siciliana spa la quale, grazie alla transazione, vedrà entrare nelle proprie casse in 9 anni circa 560 milioni di contributi, 50 milioni di sgravi fiscali, 300 milioni di incassi da vendite dirette. E’ quanto scrive in una interrogazione presentata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dello Sviluppo Economico, il deputato Pd Davide Mattiello, che l’ha inviata anche alla presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi. Nel documento il deputato chiede quali siano le motivazioni per le quali non si è atteso il parere della Corte dei conti, e perché, “alla luce della macroscopica posizione di dominanza (circa il 100%) non ci si sia rivolti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, consegnando con i fondi pubblici tutto il trasporto siciliano ad un solo soggetto economico”.

Ma soprattutto, il deputato evidenzia che la Società di Navigazione Siciliana è una nuova compagine societaria di cui fa parte la “Caronte&Tourist” al 50% mentre l’altra metà è della “Ustica Lines”. Dai certificati camerali delle società Ustica Lines S.p.a., Navigazione generale italiana S.p.a., Caronte & Tourist S.p.a., Società Navigazione Siciliana risulta che si tratta di una “identità economica commerciale finanziaria” unica riconducibile totalmente alle famiglie Franza, Morace, Matacena, La Cava, Genovese di Francantonio. “E’ noto che il signor.

Amedeo Matacena, non direttamente coinvolto in questo affare, e per il quale viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ed il signor Genovese (per lui la procura messinese ha ipotizzato anche i reati di concussione e riciclaggio) hanno una posizione pesante dal punto di vista giudiziario”. L’interrogante evidenzia quindi come, “considerati gli svariati milioni che la Società di Navigazione Siciliana incasserà e alla luce dei diversi precedenti in linea giudiziaria dei soggetti e delle società riconducibili al gruppo, sarebbe stato quanto meno prudente verificare meglio la posizione dei soci e delle società”.(ANSA).

Depositata oggi la proposta di legge per la protezione dei Testimoni di Giustizia

(ANSA) – 
La prima firma è della Presidente della Commissione Antimafia, on. Bindi, che ringrazio per il sostegno sempre assicurato a questo percorso: questo significa che la proposta di legge è proposta dalla Commissione Antimafia in quanto tale, con il contributo di tutti i gruppi. E’ un fatto che rappresenta la volontà comune a tutto il Parlamento di mettersi a servizio di quei cittadini onesti che decidono di non girarsi dall’altra parte e di ribellarsi al ricatto mafioso.
La proposta di legge traduce un lavoro cominciato nel maggio del 2014 con l’inchiesta coordinata dal V Comitato della Commissione, che ha prodotto una relazione votata all’unanimità il 20 Ottobre 2014 e successive discussioni parlamentari che ne hanno confermato le indicazioni.
Tra le novità più significative, le misure molto attese a tutela di quelle persone inserite in famiglie mafiose, ma estranee alla commissione dei delitti, che maturano la scelta di rompere e ricominciare altrove una vita nuova. Come sempre più frequentemente capita con donne coraggiose e i loro figli. Lo Stato sarà al loro fianco con più strumenti.
La proposta di legge è dedicata alla memoria di Rita Atria e Lea Garofalo. Il Governo e in particolare il Vice Ministro Bubbico hanno seguito con attenzione il lavoro fatto fino a qui e già domani pomeriggio ci incontreremo per approfondire i contenuti della proposta: un altro bel segnale, che induce a sperare in un iter parlamentare veloce. E’ ora che l’Italia riconosca in modo pieno la scelta di questi cittadini, garantendo soprattutto la normalità di scelte del genere: perché la legalità non deve essere questione di eroi, ma di ordinaria civiltà democratica.