Mafia: Antimafia si occupi del periodo stragi. Memoria Chinnici ci impone di fare di più

(ANSA) – ROMA, 29 LUG – “La memoria di Rocco Chinnici impone a tutti di fare di più, per questo proporrò alla Presidente della Commissione parlamentare antimafia di acquisire gli atti di impulso che la Dna predispose tra il 2009 e il 2013 sulle stragi di mafia e su alcuni omicidi come quello di Nino Agostino e di sua moglie Ida”. Così il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni giustizia e antimafia. “A quegli atti di impulso ha ancora recentemente fatto riferimento il pg di Caltanissetta, dott. Lari, liquidandoli come infondati. Quegli atti di impulso sono per altro oggetto di un procedimento disciplinare davanti al CSM, a carico del dott. Donadio, iniziato ormai 3 anni fa e del quale non è dato sapere nulla. Credo che sarebbe legittimo per la Commissione Antimafia vederci chiaro tanto sugli atti di impulso, quanto sul procedimento disciplinare. Infatti, come ha recentemente più volte ribadito la Presidente Bindi, la Commissione Antimafia non può attendere la conclusione di tutti i processi relativi alle stragi di mafia per occuparsi di quel periodo così tragico. Anche perché il lavoro giudiziario portato avanti con determinazione ed efficacia continua a produrre sia risultati importanti, come la recente sentenza di condanna di primo grado del Capaci bis, che vanno analizzati, sia la promessa di ulteriori sviluppi, per esempio un Capaci ter incentrato sulle "cointeressenze” tre soggetti esterni a Cosa Nostra e Cosa Nostra, che vanno compresi", prosegue il deputato dem. “E’ tanto più pertinente richiamare oggi questo bisogno perché, come chiarito dalla sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta nel 2002, la strage del 29 Luglio 1983, con tanto di autobomba e telecomando, maturò in quel segmento di mafia che oggi definiremmo di "masso-mafia” come propone Scarpinato, quel segmento di mafia che è da sempre politica-istituzioni-economia, tanto che come mandanti della strage furono indicati gli “esattori” Nino e Ignazio Salvo. La memoria del giudice Chinnici impone a tutti di tenere lo sguardo ficcato nelle articolazioni altolocate della mafia, dove si tracciano convergenze e indicibili accordi. In Procura a Caltanissetta, nella metà degli anni ‘90, ad occuparsi dell’omicidio Chinnici, c’era anche il dott. Nino Di Matteo, uno che questa mafia altolocata non l’ha più persa di vista", conclude Mattiello.