Governo ponga fine a latitanza Matacena

(ANSA) – ROMA, 28 APR – “Sono convinto che il Governo abbia tutto l’interesse a porre fine alla latitanza dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena e auspico che cio’ avvenga prima della firma, comunque imminente, tra Governo italiano ed emiratino dei trattati su estradizione e cooperazione giudiziaria”. L’auspicio arriva dal deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, dopo l’audizione, in Commissione Antimafia, dell’ex colonnello della Guardia di Finanza Paolo Costantini. “Il fatto che la Commissione oggi abbia sentito l’ex colonnello – ha sottolineato l’esponente del Pd – e’ per me un fatto di grande importanza. Dimostra che e’ vivo e corale l’interesse ad andare a fondo su una vicenda che non puo’ essere soltanto oggetto delle attenzioni della magistratura. Resta chiara la volonta’ della Commissione di capire quale sia la rete di relazioni che ha consentito il protrarsi di questa gravissima situazione. L’esponente Dem ha chiarito che l’audizione e’ stata secretata e ha detto di non voler quindi entrare nei contenuti.

Sia subito in vigore e senza modifiche la Legge sui reati ambientali.

(ANSA) – ROMA, 23 APR – I delitti ambientali subito in vigore, se c’e’ qualcosa da correggere puo’ farlo il Governo per decreto. A chiederlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, che spiega: “come componente del Comitato dei 9 per il provvedimento in Aula la prossima settimana sui delitti ambientali, auspico che il testo possa essere approvato senza modifiche: questo ci permetterebbe di non dover piu’ mandare il testo al Senato e di dotare finalmente il Paese di strumenti determinanti, attesi da molti anni”. “Se proprio c’e’ qualcosa da cambiare – osserva Mattiello – il Governo potrebbe intervenire con un decreto un momento dopo. Tra il rischio che vadano ancora impuniti comportanti cosi’ gravi, spesso funzionali agli interessi delle mafie e il rischio che qualche multinazionale veda compressi i propri interessi, credo che il Governo e la maggioranza non dovrebbero avere esitazioni”

Unanime! Il voto della Camera sulla relazione dedicata ai Testimoni di Giustizia

(ANSA) – ROMA, 22 APR – Una legge per i testimoni di giustizia che li distingua, anche sul piano normativo, in maniera radicale, dai collaboratori, “perche’ non debba piu’ succedere che si confondano collaboratori e testimoni” e l’adozione di strumenti di tutela, di assistenza economica e reinserimento lavorativo “che siano come abito sartoriale sulla vita del testimone e della sua famiglia”. Queste due delle richieste avanzate dal coordinatore del V Comitato della Commissione Antimafia, Davide Mattiello (Pd), che ha messo a punto una Relazione sui testimoni di giustizia che oggi verra’ votata alla Camera. “Ad oggi – ha spiegato Mattiello – a seconda del tipo delle misure speciali a cui si e’ sottoposti, sono differenti gli strumenti di tutela, di assistenza economica, e di reinserimento lavorativo cui si puo’ accedere. Noi diciamo che bisogna superare questa sclerosi del sistema; vanno cucite addosso al testimone e alla sua famiglia”. Ultimo auspicio, contenuto nella relazione, “e’ che si possano trovare quelle strade, quei canali, attraverso i quali valorizzare quelle scelte difficilissime di cui la cronaca ci restituisce troppo spesso narrazioni di terrore domestico. Sono le donne, sono i minori, che fanno parte di quei contesti familiari e criminali e che da quei contesti vogliono liberarsi benche’ non abbiano, talvolta, informazioni utili per l’autorita’ giudiziaria. Lo Stato deve proteggere queste scelte, costruendo percorsi di tutela e di reinserimento”.

Rosy Bindi: “Portare verso zona bianca coloro che sono in quella grigia”

“E’ necessario un ammodernamento del nostro modo di combattere le mafie”: con queste parole la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha preso la parola in Aula alla Camera in occasione della discussione, cui seguirà anche il voto, della Relazione della Commissione sui testimoni di giustizia. “Noi riteniamo che dopo la legge del 13 febbraio del 2001, la sua applicazione e la sua sperimentazione da parte dei Governi che si sono succeduti nel tempo, sia necessario procedere ad alcune modifiche”, ha spiegato Bindi, che si è soffermata su tre aspetti, a partire dalla definizione della figura del testimone di giustizia con una rigorosa distinzione rispetto alla figura del collaboratore. “Preannuncio subito – ha affermato – che lavoreremo anche alla modifica che riguarda i collaboratori di giustizia. Dobbiamo distinguere queste due figure per riuscire a portare verso la zona bianca coloro che oggi abitano la zona grigia e che molto facilmente possono invece scivolare verso la zona nera. Il diverso modo con cui agiscono oggi le mafie, che oltre all’uso della violenza sanno creare complicità e connivenze, ci deve portare ad avere un atteggiamento che sintetizzerei con questa immagine: le braccia aperte per accogliere coloro che, anche dopo aver sbagliato, ma non essendo mai diventate parte integrante delle associazioni mafiose, dopo esserne diventate vittime vogliono recidere assolutamente questo rapporto che in una fase li ha visti in qualche modo complici o, quantomeno, li ha visti lucrare la convenienza di questo rapporto”. Altra richiesta della Bindi è che siano applicate per tutti le stesse regole, ma attraverso una forte personalizzazione, “perché si tratta comunque di storie ciascuna con la sua originalità. Basta ascoltarli per capire quanto una scelta come quella che loro hanno fatto per tutti noi abbia inciso profondamente nella loro esistenza e nell’esistenza dei loro cari”. Infine Bindi ha sottolineato l’importanza che quando e dove è possibile, il testimone di giustizia debba restare a casa propria, continuando la propria attività laddove si trova.

Filippo Bubbico: “Per i Testimoni di Giustizia prevedere commesse ed esenzioni”

“Bisogna favorire la permanenza dei testimoni di giustizia nei luoghi di residenza”: lo ha detto il viceministro all’Interno, Filippo Bubbico, prendendo la parola in occasione della discussione e dell’approvazione, prevista oggi, della Relazione della Commissione parlamentare Antimafia sui testimoni di giustizia. “Dobbiamo anche affrontare un problema – ha spiegato Bubbico – che la relazione mette bene in evidenza e che riguarda gli operatori economici, gli imprenditori, che denunciano, che rendono testimonianza e che, per effetto della loro testimonianza, vivono situazioni particolarmente difficili nell’esercizio della loro attività economica, della loro attività produttiva, della loro attività commerciale o professionale, perché agire in contesti ostili e difficili per chi ha denunciato, per chi ha testimoniato, è particolarmente gravoso. E allora vanno studiate, come nella relazione viene suggerito, quelle modalità, conformi all’ordinamento comunitario, che possano favorire l’assegnazione diretta di commesse, l’esecuzione di opere da parte della pubblica amministrazione, in ragione compatibile con le regole della concorrenza e del mercato. Occorrerà definire eventualmente una specifica misura da notificare alla Commissione europea, perché possa essere praticato un regime di esenzione, magari modulato per determinati valori, per quegli operatori economici che testimoniano la loro volontà di opporsi alle organizzazioni criminali”

Palestina: superare le ambiguità

(ANSA) – ROMA, 22 APR – I parlamentari dell’intergruppo per la Palestina scrivono al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per chiedere qual e’ la posizione del governo italiano in relazione al riconoscimento dello Stato di Palestina, dopo che il Parlamento ha approvato due mozioni che davano indicazioni diverse. Nella lettera i parlamentari, tra i quali anche molti esponenti del Pd, chiedono anche un incontro con il titolare della Farnesina per superare “l’ambiguita’” del voto in aula. Lo scorso 27 febbraio l’aula di Montecitorio approvo’ infatti due testi contrastanti, uno del Pd e uno di Ncd. A firmare la lettera a Gentiloni il presidente dell’intergruppo Marietta Tidei, la deputata Pd Enza Bruno Bossio, Franco Bordo di Sel, e ancora Filippo Fossati, Cella, Gribaudo, Fiorio, Mattiello, La Forgia, Chaouki. (ANSA)

Gravissime le parole di Salvini

(ANSA) – ROMA, 17 APR – Il “sostegno pieno al capo della Polizia” arriva ad Alessandro Pansa dal deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine – spiega – e’ dovuto il rispetto, non l’impunita’. La sicurezza che serve alla democrazia e’ quella che fa rima con responsabilita’: ognuno risponde dei propri comportamenti davanti alla legge. Nessuno e’ sopra la legge in ragione della propria appartenenza a questo o a quel corpo. La scelta del capo della polizia e’ anche una forte legittimazione a tutti quegli operatori e operatrici di polizia che quotidianamente fanno il proprio lavoro a servizio dei cittadini, con rigore e dedizione”. “Per questo – precisa Mattiello – le dichiarazioni di Salvini sono pericolose e gravi: a Salvini qualcuno dovrebbe ricordare che le nostre forze di sicurezza giurano sulla Costituzione nata dalla liberazione al nazi-fascismo, nata dal mai piu’ Stato di Polizia, mai piu’ violenza di Stato sui cittadini. Sappiamo che abbiamo ancora un lungo tratto di strada da compiere, ma un bel pezzo l’abbiamo fatta e non sara’ Salvini a riportare indietro l’Italia”, conclude il deputato Pd.