Mafia: Operazione ‘due mari’ dimostra la nostra straordinaria capacità investigativa

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(ANSA) – ROMA, 30 GIU – “L’operazione Due Mari e’ una nuova, straordinaria prova della capacita’ investigativa di magistratura e forze dell’ordine italiane e della importanza della cooperazione internazionale tra inquirenti e polizie”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Le mafie – spiega – si sono globalizzate e la cocaina e’ senz’altro uno dei collanti principali tra le organizzazioni criminali a livello mondiale: giusto e doveroso per tanto rispondere con una analoga globalizzazione dei sistemi repressivi e di prevenzione. Quando lo fa, lo Stato vince, perche’ e’ piu’ forte. Proprio per questo oggi sembra ancor piu’ grave l’assenza del Trattato di Cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi Uniti (Eau): inchieste delicatissime proprio della DDA di Reggio Calabria hanno gia’ dimostrato come gli Emirati siano considerati un porto franco dai latitanti italiani e un hub per il riciclaggio di denaro sporco. Non passa settimana senza che la rete internazionale di cooperazione giudiziaria si allarghi di qualche nuovo nodo: soltanto ieri sono stato relatore in Commissione Giustizia Camera del parere favorevole al trattato di Cooperazione con il Qatar”. “Perche’ invece – si chiede il deputato dem – il trattato con gli EAU, che pure il 3 Marzo era pronto per l’approvazione del Consiglio dei Ministri, e’ sparito dai "radar”? Perche’ l’Italia non e’ stata ancora in grado di far eseguire il provvedimento cautelare nei confronti di Speziali, coinvolto nell’inchiesta sulla latitanza di Matacena, che a quanto pare si trova ancora in Libano? Questo lavoro della DDA di Reggio Calabria, che muove dall’inchiesta Breakfast e ha il merito, che per alcuni e’ un demerito, di lambire la politica che conta nel nostro Paese, dovrebbe godere delle medesima sacrosanta attenzione di cui gode una operazione che smantella un pezzo di narcotraffico, come l’operazione Due Mari. Non fosse altro per onorare la memoria del colonnello Omar Pace, che tanto aveva fatto e ancora tanto avrebbe potuto fare", conclude.

Sono la prova vivente di quanto sia importante l’alleanza tra scienza e politica: a me la celiachia venne diagnosticata nel 2007, due anni dopo l’approvazione delle norme del 2005 che contribuirono a rendere la vita dei celiaci più sostenibile. La prossima tappa sarà l’incontro tra me e il Capo della Polizia, Gabrielli, l’obiettivo: rendere l’accesso in Polizia possibile, come lo è già per l’Arma dei Carabinieri, la Penitenziaria, i Vigili del Fuoco.. Forza GLUTEN FREE!!!

Omicidio Caccia: processo è occasione irripetibile

Il processo che si apre a Milano per l’omicidio Caccia è una occasione forse irripetibile per guardare attraverso il buco stretto della serratura, l’arresto di uno dei presunti killer, una camera vasta e finora inviolata. Molto dipenderà da come sarà praticato il processo, da quali linee di azione si terranno e tutti avranno una parte di responsabilità: procura, corte e parti civili. E’ utile guardare all’omicidio Caccia attraverso la categoria della “convergenza” proposta dal prof Dalla Chiesa, che mai come in questo caso si fonde opportunamente con le parole di Falcone “si resta uccisi quando si entra in un gioco troppo grande”: l’omicidio del Procuratore Caccia infatti fa pensare alla saldatura di diversi interessi, quelli della ‘ndrangheta operante a Torino e desiderosa di accreditarsi come organizzazione egemone, quelli di un ambiente opaco e meschino forse abituato a rendite di posizione, fondate sulla corruzione e sulla connivenza e quelli grandi di chi già allora, come prima e come poi, trovava dell’utilità nel mantenere aperti rapporti di agibilità con la criminalità mafiosa, perché tornassero utili all’occorrenza. Siamo pur sempre nel 1983: da meno di un anno il Parlamento aveva approvato il 416 bis, dopo gli omicidi La Torre e Dalla Chiesa, che sarebbe servito al pool di Palermo e in particolare a Falcone per raccogliere le confessioni di Buscetta, collocandole finalmente nell’alveo giuridico del reato associativo. Quante “contro misure” a tutela del famigerato rapporto tra mafie e pezzi di Stato si attivarono fin dagli albori di quello che sarebbe diventato il maxi processo? Uccidere un magistrato a Torino e fare in modo che la responsabilità ricadesse sulle BR, poteva essere una di queste? La strage del rapido 904 è del dicembre 1984.

“CELIACHIA E POLIZIA: ALLERGIA O SIMPATIA?”

La celiachia è una malattia immunodeviata dell’intestino tenue, facilmente curabile seguendo una dieta alimentare priva di glutine. Per questo appare superabile il divieto per i soggetti affetti da celiachia di accedere ai ruoli della polizia di stato.

Ne parlerò domani mercoledì 29 giugno alle h 13 00 presso la Sala Stampa di palazzo Montecitorio. Con me ci saranno il Segretario Nazionale del SIULP Felice Romano e il Direttore Generale dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia) Caterina Pilo.

(ANSA) – ROMA, 26 GIU – “Bravi tutti, perche’ i nostri investigatori sono i migliori al mondo, sono preparati, sono accaniti… dunque, al contrario, se c’e’ qualcuno che proprio non si riesce a prendere e perche’ c’e’ qualcosa di diverso dalla semplice latitanza a proteggerlo”. Cosi’ su Fb il deputato Pd Davide MATTIELLO, componente della Commissione Antimafia, sull’ arresto del latitante Fazzalari. “E’ in questi casi – osserva il deputato – che la politica fa differenza: per esempio modificando tempestivamente norme che rendono piu’ efficaci certi strumenti, come nella riforma del Codice Antimafia, che lenta procede in Senato, oppure lasciando sul territorio chi il territorio lo conosce, senza promuovere e rimuovere, cancellando decisive memorie storiche, come nel caso del capo della Mobile di Trapani Giuseppe Linares (trasferito nel 2013 da Trapani a Napoli ndr) oppure rendendo efficaci Trattati di cooperazione giudiziaria ed estradizione come quello che non c’e’ con gli Emirati Arabi, dove stanno senza pensieri latitanti come l’ex parlamentare Amedeo Matacena. Grazie a tutti, ma noi dobbiamo fare di piu’”

I Sindaci ‘sotto tiro’ sono tutti Testimoni di Giustizia: in Parlamento possiamo migliorarne la protezione. Un Sindaco che non si pieghi ai condizionamenti criminali e che denunci è davvero ‘primo cittadino’ ed è spesso la prima linea con la quale lo Stato affronta il corpo a corpo quotidiano con le mafie: il Senato ha già approvato la proposta di legge frutto della Commissione d’inchiesta presieduta dalla Sen. Lo Moro, dobbiamo fare altrettanto alla Camera. Al più presto. Oggi alla manifestazione voluta da Avviso Pubblico c’erano anche amministratori pubblici che hanno subito gravi attentati a causa dei quali non soltanto vivono scortati, ma devono fare i conti con danni seri alla loro salute: dobbiamo fare in modo che la burocrazia non diventi una causa ulteriore di mortificazione e incertezza.

Leave

Mette i brividi leggere ‘LEAVE’ oltre il 51%, mentre sono a Lamezia Terme in direzione Polistena per la ‘Marcia degli amministratori sotto tiro’’. Perché? Perché da che Mondo e Mondo, di fronte alle avversità, dentro i conflitti, abbiamo imparato che l’unione fa la forza, che le unioni nascono dalle grandi tragedie e che farle diventare migliori è sempre meglio che buttarle vie: è vero per l’Europa, è vero per l’Italia. Infatti siamo qua in Calabria per dire che se la ‘ndrangheta è unitaria e colpisce a Reggio Calabria come a Reggio Emilia, anche la Repubblica è unitaria! Di solito le unioni vanno in frantumi quando alla paura del futuro si mescola l’arroganza becera di chi pensa di essere migliore di tutti e di non avere bisogno di nessuno. Ma l’incesto nella storia genera mostri.

Migranti:  Ministro Alfano, la relazione su accoglienza ?

(ANSA) – ROMA, 23 GIU – “Ricordo al Ministro Alfano che il 30 giugno si avvicina. La grave inchiesta aperta sul CARA di Mineo, conferma ulteriormente quanto sosteniamo da anni: l’accoglienza dei migranti si e’ trasformata in molti casi in un business odioso che approfitta delle persone piu’ vulnerabili, mortificando anche la possibilita’ di fare di una accoglienza dignitosa, una occasione di sviluppo”. A sottolinearlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e giustizia il quale ricorda che dall’ottobre del 2014, due mesi prima che esplodesse Mafia Capitale, il Parlamento ha approvato, su sua proposta, un emendamento che prevede che entro il 30 giugno di ogni anno, il Ministro dell’interno, coordinandosi con il Ministero dell’economia e delle finanze, debba presentare alle Camere una relazione in merito al funzionamento del sistema di accoglienza predisposto al fine di fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all’eccezionale afflusso di stranieri. La relazione deve contenere dati relativi al numero delle strutture, alla loro ubicazione e alle caratteristiche di ciascuna, nonche’ alle modalita’ di autorizzazione, all’entita’ e all’utilizzo effettivo delle risorse finanziarie erogate. “E’ evidente che il termine del 30 giugno – osserva il deputato – e’ termine perentorio, perche’ e’ entro e non oltre. Possibilmente prima. "E’ chiaro che questa norma serve ad alimentare quella trasparenza che di per se’ scoraggia il malaffare, rendendo possibile un maggior controllo sociale. E’ chiaro che la norma impone di pubblicare un dettaglio informativo, comprendente, tra le cosi’ dette ‘caratteristiche’, anche i soggetti attuatori del servizio. Un dettaglio che non era presente nella prima relazione, arrivata per altro soltanto nel marzo del 2016. L’opacita’ del sistema e’ funzionale alla criminalita’ e al clientelismo, il Ministro Alfano dia un segnale inequivocabile”.