Le parole di Pierpaolo Romani, Direttore di Avviso Pubblico

In cinque anni di legislatura qual è, secondo lei, il provvedimento più importante approvato?

La riforma del Codice Antimafia è una legge importante perché amplia gli strumenti per aggredire le ricchezze accumulate dalle mafie che sono anche parte importante del loro potere di influenza sull’economia, sulla politica e sulla società tutta. Certo è un provvedimento che avrà bisogno di essere modificato, ma in questa formulazione può migliorare in maniera concreta la capacità di lottare contro le mafie e la corruzione.

Qual è, invece, l’intervento legislativo che non è stato portato a compimento e che dovrebbe essere al centro della prossima legislatura?

Il provvedimento da portare nella prossima legislatura è, secondo me, una Legge quadro sul gioco d’azzardo. Perché il gioco d’azzardo sta diventando un problema enorme dal punto di vista sociale, dal punto di vista sanitario e anche dal punto di vista criminale.

Tramite il gioco d’azzardo sempre più persone diventano dipendenti, mentre le mafie trovano in questo circuito il canale perfetto per riciclare denaro sporco ed espandere il proprio raggio d’azione nelle regioni non tradizionali. Per tutti questi motivi credo serva una legge quadro.

Come valuta l’operato di questo Governo sul fronte della lotta alle mafie e alla corruzione?

Come Avviso Pubblico abbiamo recentemente fatto dossier, grazie al nostro osservatorio parlamentare, per documentare i provvedimenti approvati e da approvare e ciò che emerge da questa analisi è che questa è stata una legislatura importante.

Provvedimenti significativi sono stati approvati, come il Codice Antimafia, l’Istituzione del 21 Marzo, il whistleblowing, ma anche la convocazione, negli ultimi tempi, degli Stati Generali della Lotta alle mafie da parte del Ministro Orlando. Anche quest’ultima iniziativa ha un carattere importante, perché ha fatto dialogare persone con competenze diverse che da anni si occupano di contrasto alle mafie. Un momento che ha ribadito la centralità del contrasto alle mafie nell’agenda politica e un lascito per l’azione del prossimo governo.

Davide Mattiello per la prima volta è stato eletto alla Camera dei Deputati. Come valuta il suo operato?

È stato un interlocutore competente e attento ed io posso esprimere solo parole di apprezzamento rispetto al suo operato. È stato relatore di leggi importanti e significative e, nel svolgere questo suo compito, si è sempre interfacciato con il mondo delle associazioni che  che da tanti anni si occupano di questi temi. Il mio giudizio è quindi positivo.

La lettera per i Testimoni di Giustizia al Presidente Grasso

Oggetto: richiesta calendarizzazione e approvazione in aula della proposta di legge sui testimoni di giustizia

Gentile Presidente Grasso,
Gentili Senatori,

vi scriviamo questa lettera nella consapevolezza che in questa fase finale di legislatura sono diversi i provvedimenti di cui viene richiesta l’approvazione. Tra questi, tuttavia, non possiamo non sottoporre alla Vostra attenzione, quello che a nostro giudizio è uno dei più importanti ovvero la proposta di legge di riforma della normativa
in materia di testimoni di giustizia (PDL 3500, Bindi-Gaetti). Un tema sul quale anche la Commissione parlamentare antimafia ha redatto e approvato una specifica relazione, sulla quale l’Assemblea di Camera e Senato hanno da tempo espresso pieno consenso attraverso l’approvazione di appositi atti di indirizzo.

Si tratta di un provvedimento già licenziato all’unanimità dalla Camera dei deputati nel mese di marzo e, alcune settimane fa, dalla Commissione Giustizia del Senato.

L’approvazione della proposta di legge non è solo uno dei punti che noi scriventi abbiamo inserito in un appello pubblico che abbiamo rivolto, a gennaio di quest’anno, al Governo e al Parlamento ma è, soprattutto, un provvedimento atteso da tempo dai testimoni di giustizia, ovvero da cittadini onesti, con un alto senso dello Stato, che hanno avuto il coraggio di denunciare dei gravi reati alle autorità competenti, contribuendo a bonificare l’Italia dall’invasività delle mafie, della corruzione e del malaffare.

Per questi motivi, siamo unanimemente a chiedervi di calendarizzare il provvedimento in occasione della prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari e, successivamente, di discuterlo e approvarlo in Aula.
Chi ha messo in gioco la propria vita e quella dei propri famigliari, dovendo vivere sotto scorta, cambiando spesso identità e luogo di residenza e di lavoro per evitare di essere intimidito e assassinato, ha il diritto di sentire forte e chiaro che le Istituzioni sono schierate chiaramente dalla sua parte.

Distinti saluti

Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Pio La Torre, Cgil, Cisl, Uil,
Legacoop, Legambiente, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie,
SOS Impresa

Camera dei Deputati: intervento in aula a favore degli amministratori minacciati

grazie Presidente,

la proposta di Legge 3891 che l’Aula inizia ad esaminare è già stata approvata dal Senato con ampio consenso l’8 Giugno di un anno fa. L’intenzione che manifesto a nome della maggioranza è quella di approvare senza modifiche il testo che ci è arrivato dal Senato, in modo da chiudere l’iter parlamentare e permettere la promulgazione di queste norme che, come argomenterò tra poco, rappresentano un passo avanti dello Stato nella tutela di un bene repubblicano fondamentale, la libertà del processo attraverso cui si forma la volontà pubblica. In altre parole: l’essenza stessa della democrazia.Con questa stessa intenzione abbiamo affrontato l’esame in Commissione Giustizia.
Questa proposta di Legge è figlia del lavoro fatto dalla Commissione di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, presieduta dalla Senatrice Lo Moro, istituita dal Senato il 3 ottobre 2013, che ha terminato i suoi lavori il 26 febbraio 2015 con una relazione votata all’unanimità. Una proposta di Legge fortemente voluta dalle due associazioni che in Italia più si incaricano di rappresentare le istanze degli amministratori locali: ANCI e Avviso Pubblico.
Infatti se oggi siamo qui a discutere di questa proposta è perché il Parlamento si è fatto carico di una situazione grave, che soprattutto in alcune aree del nostro Paese costituisce una vera e propria emergenza: Sindaci, assessori, consiglieri comunali e agenti di Polizia Municipale minacciati, colpiti nella persona o nel patrimonio, nel tentativo di piegarli a fare cosa non deve essere fatto o per ritorsione rabbiosa verso ciò che è stato fatto.
Avviso Pubblico stima circa 500 atti del genere in un anno, facendo conto ovviamente soltanto sui dati legati alle denunce, quindi ai fatti emersi.
Perché i Comuni? Perché sono l’articolazione dello Stato con cui i cittadini entrano più direttamente in contatto e, soprattutto nei centri medio piccoli, sono la “faccia” dello Stato sulla quale si addensano aspettative di ogni tipo, più o meno legittime.
Infatti a porre in essere minacce e violenze oltre alla criminalità più o meno organizzata e di stampo mafioso, c’è anche un’altra tipologia di soggetti, che non va giustificata, ma che va analizzata di per se’: cittadini esasperati dalla frustrazione e dalla paura per il futuro. Cittadini che arrivano purtroppo a trasformare in violenza il disagio, quando curva diventando disperazione. Per questo se è senz’altro importante che lo Stato con questa Legge alzi scudi più robusti attorno ai Comuni, lo è altrettanto il ricordaci quanto siano fondamentali interventi di natura sociale che alimentino la coesione e promuovano l’emancipazione dal bisogno. Mentre alziamo gli scudi, insomma, dovremmo anche rafforza le braccia dei Comuni, attraverso una disponibilità maggiore di risorse economiche da spendere, con rigore e trasparenza.
La proposta di Legge fa due scelte di fondo su cui vorrei attirare l’attenzione dell’Aula prima di passare ad una puntuale disamina degli articoli.
La prima: chi colpisce un Sindaco, un assessore, un consigliere colpisce la democrazia.
Avrebbe infatti potuto il Legislatore prendere in considerazione le fattispecie base che normalmente integrano gli attacchi, cioè la minaccia, le lesioni, la violenza privata, il danneggiamento, l’ingiuria, la diffamazione, gli atti persecutori, fino all’estorsione e costruirci sopra una aggravante qualora questi attacchi fossero rivolti ad amministratori locali, oppure avrebbe potuto intervenire sul 336 del cp, che sanzione proprio la minaccia e la violenza contro il pubblico ufficiale e invece ha preferito lavorare sul 338 del codice penale. Scelta benedetta, perché è la fattispecie che meglio individua il bene giuridico offeso che più qualifica la condotta che è libertà con la quale deve potersi formare la decisione della Pubblica Amministrazione, intesa in ogni sua manifestazione. Libertà, sia detto per inciso ma con fermezza, che equivale a piena responsabilità: chi si assume un ruolo pubblico non deve essere indebitamente condizionato, proprio perché deve e ribadisco deve poter rispondere di quello che fa e di quello che non fa, senza alcun alibi.
Il 338 sanziona con una pena compresa tra uno e sette anni chi usando minaccia o violenza provi ad impedire o anche soltanto a turbare temporaneamente l’esercizio della funzione di un Corpo politico, amministrativo, giudiziario o di una sua rappresentanza. Un range edittale che permette la procedibilità d’ufficio, le misure cautelari e le intercettazioni in fase di indagine.
La seconda scelta di fondo è stata quella di modificare il 338 per tutti i soggetti cui il 338 si riferisce e non soltanto per gli amministratori locali.
Aderisco convintamente anche a questa seconda scelta perché è un buon Legislatore quello che, spronato ad intervenire da una emergenza contingente, rifletta pacatamente per offrire non soltanto una risposta puntuale all’emergenza considerata, ma una risposta di sistema, che tenga conto della storia e si sforzi di proiettarsi con lungimiranza nel futuro.
Ecco che allora lo “scudo” che noi rafforziamo, lo rafforziamo per tutta la platea di soggetti considerata dal 338: corpi politici, quindi il Legislatore regionale e nazionale e corpi giudiziari.
Altra scelta benedetta perché non è meno importante ovviamente la libertà della formazione della volontà del Legislatore o del Giudice. Evoco soltanto due episodi: a Palermo il più importante processo in corso di dibattimento che esplora l’ipotizzato rapporto scellerato tra Cosa Nostra e pezzi di Stato nel periodo stragista, il così detto “processo trattativa” è costruito sul 338 del codice penale. A Torino soltanto una settimana fa è stato sventato un attentato dinamitardo nel tribunale, verosimilmente collegato all’apertura del dibattimento del processo “Scripta manent” che vede imputati soggetti riconducibili all’area anarco informale.
In vero, c’è un quarto “corpo” che viene giustamente tutelato dal complesso dell’articolato, soprattutto con riferimento a quanto previsto dall’articolo 5, un “quarto corpo” che non è espressamente richiamato dal 338: il “corpo elettorale”. Bene fa la proposta di legge in esame a includere anche l’art. 90 del DPR 570 del ’60, sulle elezione dei Consigli comunali, che per analogia rimanda all’art. 100 del DPR 361 del ’57 sulla elezione delle Camere. Fa bene perché la minaccia o la violenza possono anche essere indirizzati contro il corpo elettorale nel momento in cui si forma la più fondamentale di tutte le volontà repubblicane, quella attraverso la quale si seleziona la rappresentanza democratica. La situazione che si sta vivendo a Trapani offre da questo punto di vista preoccupanti spunti di riflessione.
Vengo in fine a ripercorre le principali novità del testo.Con l’articolo 1 aggiungiamo all’art. 338 le parole “ai singoli componenti”, quindi non soltanto il “corpo” nel suo complesso o la sua “rappresentanza”. In modo da chiarire definitivamente che chi tocca uno, tocca tutti e tocca lo Stato. Con l’articolo 2 rendiamo obbligatorio l’arresto in flagranza.Con l’articolo 3 definiamo una aggravante ad effetto speciale, che scatta quando le condotte intimidatorie abbiano una valenza ritorsiva rispetto alle decisioni assunteCon l’articolo 4 estendiamo la causa di non punibilità di cui all’art. 393-bis anche all’aggravante di cui sopra, qualora l’atto assunto sia figlio di un abuso di potere.Con l’articolo 5 estendiamo la punibilità prevista a tutela del corpo elettorale anche a chi usi minaccia o violenza sul candidato o su chi decida di spendersi a sostegno del candidato, per tanto ritengo positiva la scelta fatta nell’usare il termine “altri” e non il termine “candidato”.Con l’articolo 6 definiamo le modalità con le quali il Ministero dell’Interno debba procedere nel far funzionare l’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti degli Amministratori locali, già varato nel Luglio del 2015.
Ecco, Presidente e colleghi, una proposta di Legge utile e illuminata, che idealmente è dedicata in particolare a quegli Amministratori locali che hanno pagato con la vita la propria dedizione alla Repubblica, fatemene ricordare uno per tutti, il Sindaco di Pagani Marcello Torre, ucciso per ordine di Cutolo l’11 Dicembre del 1980.E anche a quelli che non sono stati uccisi, ma mortificati quando hanno scelto la legalità anziché l’accomodamento, come accadde all’indimenticato Sindaco di Torino Diego Novelli, quando nel 1983 decise di denunciare la corruzione all’interno del Comune, anziché cercare criminogeni aggiustamenti “politici”.
L’Italia spesso in affanno sul cammino della credibilità istituzionale, deve molto a tutti loro.
Grazie Presidente

Appello per approvare leggi per rafforzare prevenzione e contrasto a mafie e corruzione

In questa legislatura il
Parlamento ha approvato alcuni importanti provvedimenti di legge in materia di prevenzione
e contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e alla corruzione. Tra
questi, ricordiamo quelli sullo scambio elettorale politico-mafioso, sulla
corruzione e falso in bilancio, sui reati ambientali, sul caporalato e sul
nuovo codice dei contratti e degli appalti, nonché alcuni decreti attuativi di
atti normativi europei in materia. Tuttavia, non possiamo non evidenziare che
alcune di queste riforme sono ancora incomplete. Inoltre, sono in attesa di
approvazione altri importanti progetti di legge per molti dei quali l’iter è
già in uno stato avanzato. Con la possibile fine anticipata della legislatura,
vi è il rischio concreto che tutto questo importante lavoro possa essere
disperso, mentre assistiamo ad un’aumentata e pericolosa pervasività e presenza
dei mafiosi e dei corrotti nella vita politica ed economica del Paese, con
danni ingenti per la democrazia e lo sviluppo dell’Italia.

Al fine di evitare
questa situazione riteniamo importante che, prima dell’indizione delle prossime
elezioni politiche, il Parlamento approvi in via definitiva alcuni importanti
provvedimenti, tra i quali:

• le misure riguardanti
gli amministratori locali minacciati ed intimiditi (AC 3891, Disposizioni in
materia di contrasto al fenomeno
delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali);

• il riconoscimento
ufficiale del 21 marzo come Giornata nazionale della memoria in ricordo delle vittime
delle mafie (AC 3683, Istituzione della Giornata della memoria e dell’impegno
per le vittime delle mafie);

• le modifiche alla
normativa in materia di beni e aziende confiscate alle mafie, stralciando

eventualmente questa
parte dal complesso disegno di riforma del codice antimafia (AS 2134 e

abbinati. Modifiche al codice antimafia, al codice
penale e al codice di procedura penale. Delega al governo per la tutela del
lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate);

• la riforma della
prescrizione dei processi (AS 2067, Modifiche al codice penale e al codice
di procedura
penale per il
rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi
nonché all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena);

• le misure di contrasto
della criminalità nel settore del gioco d’azzardo, secondo le proposte elaborate
dalla Commissione antimafia (Doc. XXIII, n. 18);

• le misure a favore dei
testimoni di giustizia, secondo le proposte contenute nelle Disposizioni per
la protezione dei testimoni di giustizia (AC 3500).

Confidiamo che questo
appello venga accolto rapidamente da tutte le forze politiche presenti in Parlamento
e nel Governo e sia così possibile approvare prima della fine della legislatura
i provvedimenti sopra citati. Sarebbe questo un modo concreto per rafforzare la
prevenzione e il contrasto alle mafie e alla corruzione nonché una via per
accrescere la credibilità delle istituzioni verso i cittadini.

Le associazioni e le
altre realtà proponenti e firmatarie di questo appello si rendono fin da ora disponibili
ad ogni forma di collaborazione possibile, finalizzata al raggiungimento degli
obiettivi sopra esposti.

Avviso Pubblico, Libera,
Cgil, Cisl, Uil, Legambiente

I Sindaci ‘sotto tiro’ sono tutti Testimoni di Giustizia: in Parlamento possiamo migliorarne la protezione. Un Sindaco che non si pieghi ai condizionamenti criminali e che denunci è davvero ‘primo cittadino’ ed è spesso la prima linea con la quale lo Stato affronta il corpo a corpo quotidiano con le mafie: il Senato ha già approvato la proposta di legge frutto della Commissione d’inchiesta presieduta dalla Sen. Lo Moro, dobbiamo fare altrettanto alla Camera. Al più presto. Oggi alla manifestazione voluta da Avviso Pubblico c’erano anche amministratori pubblici che hanno subito gravi attentati a causa dei quali non soltanto vivono scortati, ma devono fare i conti con danni seri alla loro salute: dobbiamo fare in modo che la burocrazia non diventi una causa ulteriore di mortificazione e incertezza.

Un grazie ad Avviso Pubblico: un sito utilissimo

                     

(ANSA) – ROMA, 2 DIC – “Avviso Pubblico ha presentato oggi a Roma l’Osservatorio sull’attivita’ parlamentare: un sito utilissimo, sempre aggiornato, che registra i lavori delle Camere, ma anche delle Commissioni antimafia, rifiuti e amministratori minacciati. Ringrazio Avviso Pubblico perche’ queste sono le cose concrete e serie che consentono a tutti di lavorare meglio”: lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare antimafia. “Avviso Pubblico – spiega Mattiello – rappresenta i tanti amministratori pubblici che si sforzano quotidianamente di lavorare con onesta’: guai a fare di tutta l’erba un fascio! Ho preso la parola per rappresentare il lavoro che riguarda la riforma delle misure di prevenzione patrimoniali: urgente estendere la normativa a livello europeo, urgente mettere l’Agenzia nazionale nelle condizioni di lavorare”. “Ad oggi purtroppo – conclude Mattiello – non funziona ancora la Banca Dati Nazionale, non funziona l’Albo nazionale degli Amministratori giudiziari, mancano i membri di nomina governativa del CdA. Dobbiamo fare bene e in fretta”.