No ai fuochi d’artificio sulla pelle dei Testimoni di Giustizia!

No ai fuochi d’artificio sulla pelle dei Testimoni di Giustizia! Rischia di saltare dal programma dei lavori del Senato, dopo oltre quattro anni di lavoro e nonostante il consenso unanime delle forze politiche su una riforma attesa da 25 anni, che riconosce piena dignità ai cittadini onesti che a causa delle denunce che fanno si espongono ad un rischio altissimo per la propria vita e la vita dei propri famigliari. Nel merito dei provvedimenti di cui alcuni gruppi stanno chiedendo l’anticipazione nemmeno entro: alcuni come lo Ius Soli sono fondamentali e mi hanno visto sempre in prima linea. Qui la questione non è il merito dei provvedimenti ma il senso che deve avere il Parlamento: deve servire a fare leggi su cui ci sono i numeri o deve servire a fare campagna elettorale, trasformando gli ultimi giorni di attività in una girandola di fuochi d’artificio? Quest’ultima ipotesi è semplicemente immorale. Possibile che il Presidente Grasso non la contrasti?

 

La lettera per i Testimoni di Giustizia al Presidente Grasso

Oggetto: richiesta calendarizzazione e approvazione in aula della proposta di legge sui testimoni di giustizia

Gentile Presidente Grasso,
Gentili Senatori,

vi scriviamo questa lettera nella consapevolezza che in questa fase finale di legislatura sono diversi i provvedimenti di cui viene richiesta l’approvazione. Tra questi, tuttavia, non possiamo non sottoporre alla Vostra attenzione, quello che a nostro giudizio è uno dei più importanti ovvero la proposta di legge di riforma della normativa
in materia di testimoni di giustizia (PDL 3500, Bindi-Gaetti). Un tema sul quale anche la Commissione parlamentare antimafia ha redatto e approvato una specifica relazione, sulla quale l’Assemblea di Camera e Senato hanno da tempo espresso pieno consenso attraverso l’approvazione di appositi atti di indirizzo.

Si tratta di un provvedimento già licenziato all’unanimità dalla Camera dei deputati nel mese di marzo e, alcune settimane fa, dalla Commissione Giustizia del Senato.

L’approvazione della proposta di legge non è solo uno dei punti che noi scriventi abbiamo inserito in un appello pubblico che abbiamo rivolto, a gennaio di quest’anno, al Governo e al Parlamento ma è, soprattutto, un provvedimento atteso da tempo dai testimoni di giustizia, ovvero da cittadini onesti, con un alto senso dello Stato, che hanno avuto il coraggio di denunciare dei gravi reati alle autorità competenti, contribuendo a bonificare l’Italia dall’invasività delle mafie, della corruzione e del malaffare.

Per questi motivi, siamo unanimemente a chiedervi di calendarizzare il provvedimento in occasione della prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari e, successivamente, di discuterlo e approvarlo in Aula.
Chi ha messo in gioco la propria vita e quella dei propri famigliari, dovendo vivere sotto scorta, cambiando spesso identità e luogo di residenza e di lavoro per evitare di essere intimidito e assassinato, ha il diritto di sentire forte e chiaro che le Istituzioni sono schierate chiaramente dalla sua parte.

Distinti saluti

Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Pio La Torre, Cgil, Cisl, Uil,
Legacoop, Legambiente, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie,
SOS Impresa

Verità come forma di giustizia: la risposta al Presidente Grasso

Il presidente Grasso fa bene ad insistere, ma ci sono almeno due questioni.
La prima: servirebbe una Commissione parlamentare che metta ordine e renda conoscibile l’immenso lavoro che è già stato fatto. Prima di tutto il lavoro fatto dalle Commissioni di inchiesta parlamentari che si sono stratificate nei decenni, tanto sulle stragi terroristiche, quanto sulla mafia, senza trascurare il monumentale lavoro della Commissione Anselmi sulla P2, che resta uno degli snodi ineludibili della storia repubblicana. La sostanziale impunità dei protagonisti delle trame piduiste è in diretto collegamento con i fatti eversivo-mafiosi del ’90-’94 e quindi con gli attuali assetti di potere. Non soltanto. Bisognerebbe poi recuperare, ordinare e rendere accessibile allo studio il materiale prodotto in sede giudiziaria: la storia di ciascun processo che ha esplorato le responsabilità penali su fatti di mafia e stragi è importante almeno quanto le sentenze che sono state procurate. Ne abbiamo avuto un recentissimo saggio ascoltando il dott. Di Matteo in Commissione Antimafia pochi giorni fa, parlare dei primi tre processi sulla strage di Via D’Amelio. Diversamente il rischio è quello di precipitare nell’incubo di “Sisifo”, ricominciando sempre daccapo, condannati a non venirne mai a capo. Ma poi c’è un’altra questione, che questo Paese dovrebbe prima o poi porsi, diventando progressivamente sempre più difficile la formazione della prova nei processi a causa del passare del tempo: la ricerca della verità su quei decenni può essere disgiunta dalla attribuzione di responsabilità penali ai protagonisti delle vicende medesime? In Italia si è combattuta una guerra che almeno in parte è terminata nel 1994, è possibile che la verità sia considerata in se’ stessa una forma di giustizia verso le vittime, le loro famiglie e il Paese intero?

Beni confiscati alle mafie: il Presidente Grasso riceve delegazione di sindacati ed associazioni

Il  Presidente  del  Senato,  Pietro  Grasso,  ha ricevuto questa mattina a Palazzo  Madama  una delegazione in rappresentanza delle Associazioni Cgil, Acli, Avviso Pubblico, Lega Coop, SOS Impresa, Libera e Centro Studi Pio La Torre. I  rappresentanti  delle  Associazioni  avevano  chiesto  il  colloquio per sottolineare  la  necessità  di  una rapida calendarizzazione dei lavori in Commissione  e  in  Aula del ddl. n. 2134, che contiene norme in materia di beni confiscati alle mafie, tutela dei lavoratori, nomine e incompatibilità degli amministratori giudiziari. Il  Presidente  Grasso  ha  preso atto delle osservazioni e ha garantito il proprio  impegno  a  riferire  le richieste pervenute dalle Associazioni al Presidente  della  Commissione  Giustizia del Senato affinché si discuta al più  presto  il  disegno  di  legge, approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso 11 novembre.

Al Presidente del Senato Piero Grasso

Roma 30 novembre 2015

Al Presidente Sen. Pietro Grasso

Senato della Repubblica

via e mail pietro.grasso@senato.it

Gentile Presidente,

Lo scorso 11 novembre
l’assemblea parlamentare della Camera ha approvato il testo del ddl n. 1039 e
Ab. “Norme
per accelerare i procedimenti in materia di contrasto ai patrimoni illeciti e
per favorire il riutilizzo sociale dei beni e delle aziende confiscati alle
mafie e tutelare il lavoro
”.

Il testo approvato è stato
ispirato dalla proposta di legge di iniziativa popolare n. 1138 e arricchito da
importanti contributi provenienti dalla Commissione parlamentare antimafia, con
un dibattito e un confronto che si è sviluppato per circa due anni.

I promotori della proposta di
legge – Cgil, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Arci, Avviso
Pubblico, Acli, Centro Studi Pio La Torre, SOS Impresa, Lega Coop – hanno
salutato positivamente questo passaggio – pur con alcune criticità e lacune ancora
presenti – sottolineando l’urgenza di avere norme e strumenti per affrontare e
gestire al meglio un fenomeno, come quello dei sequestri e delle confische dei
beni e delle aziende ai mafiosi, che è in forte crescita, grazie all’azione
della magistratura e delle forze di polizia.

Adesso il testo approvato
alla Camera passa alla discussione in Commissione giustizia al Senato.

Al fine di poterci
confrontare sui contenuti del testo, le scriventi Associazioni, nel ribadirLe
la necessità di una rapida calendarizzazione dei lavori in Commissione ed in
Aula, chiedono di poterLa incontrare nei prossimi giorni, conoscendo la sensibilità
e l’impegno da Lei sempre manifestati.

In attesa di un Suo
riscontro,

Cordiali saluti

Cgil, Libera.
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Arci, Avviso Pubblico, Acli,
Centro Studi 
Pio La Torre, SOS Impresa, Lega Coop

Due lati, una sola medaglia.

A proposito di spending review e di metodologia del lavoro, pubblico il post con cui Pippo Civati parla di revisione della spesa della criminalità economica, unito al comunicato stampa in cui chiedo al Presidente Renzi ed ai Presidenti Grasso e Boldrini di farsi promotori di una grande Conferenza Governo – Parlamento al fine di coordinare gli interventi per il contrasto alla criminalità ed alla corruzione.

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Occorre conferenza Governo Parlamento

“Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e i Presidenti Boldrini e Grasso si facciamo promotori di una grande conferenza governo-parlamento per coordinare gli interventi per il contrasto alla criminalità e alla corruzione”. E’ l’appello di Davide Mattiello, deputato democratico della commissione Antimafia, il quale segnala il rischio di “un ingorgo istituzionale a causa dei diversi e pur autorevoli organismi esistenti. Ci sono state le Commissioni Fiandaca, presso il Ministero della Giustizia, e Garofoli, presso la Presidenza del Consiglio (Letta), che hanno già presentato le proprie deduzioni e proposte. Dentro la Commissione Garofoli hanno lavorato Raffele Cantone, oggi incaricato di guidare l’Autorità anticorruzione, e Nicola Gratteri, in predicato per una nuova Commissione presso la Presidenza del Consiglio. Ci sono le Commissioni Giustizia di Camera e Senato che hanno in ballo la discussione su provvedimenti importanti come la gestione delle aziende confiscate ai clan. C’è la Commissione Antimafia che sta raccogliendo e analizzando criticità e proposte, ascoltando sul campo i magistrati in prima linea. Chi coordinerà gli interventi in modo da coniugare efficacia e complessità? Per questo occorre una analisi della situazione e l’individuazione di interventi mirati all’efficienza delle proposte. E’ importante ricordare il ruolo centrale del Parlamento: l’apporto di competenza dei tecnici è fondamentale ma non sostituisce l’assunzione di responsabilità politica che solo il Parlamento può garantire”