Il ricordo di Renata Fonte
Massoneria: a Goi,colpire associazioni segrete
(ANSA) – ROMA, 29 MAR – “Gentile dottor Stefano Bisi, la ringrazio per l’invito che mi ha rivolto: non potrò partecipare, ma ho apprezzato il gesto. Auspico che ci siano in futuro occasioni di confronto, che ci consentano di sgombrare eventuali, inutili equivoci. In riferimento al mio impegno parlamentare tengo fin d’ora a precisare che intendo dare fino in fondo il mio contributo affinché siano colpite le associazioni segrete, secondo l’articolo 18 della Costituzione, cui è conforme la legge Anselmi”. Con queste parole il deputato del Pd Davide Mattiello, promotore di una proposta di legge che “rafforza” la legge Anselmi, risponde all’invito del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Bisi, che lo ha invitato il 7-8-9 aprile al meeting annuale che il Grande Oriente d’Italia organizza a Rimini. “Ciò che mi sta a cuore è l’etica repubblicana, laica e pluralista, che trova il suo manifesto più alto nella Costituzione. Per questo intendo dare il mio contributo affinché siano smascherati i collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso e affinché il cittadino italiano possa sempre più fidarsi delle Istituzioni repubblicane, anche avendo la garanzia che chi temporaneamente le gestisce non abbia promesso la propria lealtà ad altro se non all’ordinamento costituzionale”, afferma il deputato.
Nella proposta di legge, Mattiello propone una “ristrutturazione” della legge Anselmi che la renda più utile a colpire le cosiddette “massomafie” ma anche a tenere alla larga dalla pubblica amministrazione, in particolare in ruoli apicali, chi possa considerarsi, in ragione di “obbedienze” seppure legali, non sufficientemente libero e imparziale.
Parlamento e Governo forniscano gli strumenti a operatori di Giustizia
Ogni ‘professione’ ha il suo metro di valutazione: Parlamento e Governo hanno soprattutto il compito di fornire strumenti adeguati agli operatori della giustizia pechè non sia equivocabile l’impegno contro mafie e corruzione. Faccio due esempi: è possibile non ratificare il trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi? Paese che si è rivelato più volte base sicura per latitanti italiani di grosso calibro, da Matacena ad Imperiale. È possibile che la riforma del Codice Antimafia, votato alla Camera nel Novembre del 2015 sia da allora ferma in Senato. Eppure la crisi del sistema dei sequestri patrimoniali è evidente tanto quanto la sua importanza. Manca un mese all’anniversario dell’assassinio di Pio La Torre: sarebbe insopportabile arrivare al 30 di Aprile senza il voto del Senato
Dopo Locri a Palermo: solidarietà a Don Ciotti
ANSA) – ROMA, 26 MAR – “Sbirri siete voi, don Ciotti secondino”. Un’altra scritta contro il sacerdote fondatore dell’associazione Libera e’ apparsa stamane a Palermo, dopo quelle della scorsa settimana a Locri, dove il 21 marzo si e’ svolta la manifestazione nazionale in ricordo di tutte le vittime della mafia. Il messaggio intimidatorio e’ stato scritto con la vernice nera nel quartiere Noce, su un muro all’ingresso di una villetta pubblica intitolata a Rosario Di Salvo, l’autista di Pio La Torre ucciso con il segretario regionale del Pci il 30 aprile del 1982. A poca distanza un’altra “dedica”: “Dalla Chiesa assassino”, con il disegno di una falce e martello e la firma Br. Entrambe le scritte sono state gia’ cancellate. Il Comune di Palermo ha inviato una squadra della Coime, che si occupa dei servizi di manutenzione, per eliminare le iscrizioni ma gia’ qualche cittadino le aveva parzialmente coperte. Solidarieta’ a Don Luigi Ciotti, anche in questa occasione, e’ arrivata da piu’ parti. A cominciare dal sindaco di Palermo: “A nome mio, dell’intera amministrazione e di tutta la citta’, condanno – ha dichiarato – il gesto di qualche incivile che oggi ha infangato la memoria del generale Dalla Chiesa e la figura di Don Ciotti”. Il Centro Studi Pio La Torre ha sottolineato, in una nota, che “le mafie nel momento in cui hanno raggiunto il punto piu’ basso della loro storia sanguinaria si sono ridotte a scritte notturne che non fanno spaventare piu’ nessuno. La coscienza antimafiosa della gente e’ piu’ forte e diffusa che mai”. “La lotta alla mafia e’ un patrimonio di tutti, lo dimostra il fatto che queste scritte sono state cancellate da qualche cittadino, segno che le battaglie, di chi ha deciso di dedicare il proprio impegno a favore della legalita’, sono un punto di riferimento di una comunita’ che non si lascia intimidire” ha dichiarato Anna Rossomando, parlamentare Pd. Solidarieta’ a Don Ciotti e alle Forze dell’Ordine anche da Davide Mattiello, componente della commissione Antimafia, secondo il quale “le scritte meschine sui muri di Palermo sono uno sprone ad andare avanti nella lotta a tutte le mafie”. E il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha aperto alla possibilita’ di riempire le maglie del club capitolino con una scritta in onore dell’associazione di Don Luigi Ciotti, con il quale il patron laziale ha avuto modo di confrontarsi in occasione del XV Congresso nazionale Us Acli in corso a Roma in questi giorni. “Quando prendo un impegno l’ho sempre mantenuto: ho gia’ messo il fiocco giallo per i maro’ e la scritta per i terremotati. Ne parlero’ con gli uffici del marketing”, ha detto Lotito. E restando in ambito calcistico, don Ciotti, ha difeso il lavoro della commissione Antimafia la cui inchiesta su presunti rapporti tra alcuni dirigenti della Juventus ed esponenti della ‘Ndrangheta, era stata etichettata come “processo mediatico” dal dg della Federcalcio, Michele Uva, salvo poi rettificare. “Se una commissione Antimafia chiede, si risponde a testa alta. Perche’ lo si vuole nascondere? Grazie a Dio qualcuno ci ha messo la testa e cerca di fare chiarezza ben venga. Non dobbiamo temere la verita’”, ha commentato il fondatore di Libera.
Il video del bellissimo incontro di questa mattina. Islam, rinnovamento, spiritualità ed etica.
#piùpontimenomuri
Galimberti, patrimonio vetusto; mamma Scafidi premia tesi laurea
(ANSA) – ROMA, 24 MAR – “Per la sicurezza, l’innovazione, il controllo dei nostri edifici scolastici abbiamo investito, per il periodo 2014-2017, oltre 7 miliardi di euro”. “Cifre che non si erano mai sentite prima, soprattutto dopo decenni di tagli e sforbiciate miopi e irragionevoli”. E quanto è stato realizzato “non sono solo parole, ma atti concreti e certificabili”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in occasione, oggi al Cnr, del primo premio nazionale del Fondo “Vito Scafidi”,il fondo di “Benvenuti in Italia” per la sicurezza a scuola, conferito a tre tesi di laurea magistrale sul tema della sicurezza strutturale degli edifici scolastici. “Occuparsi di edilizia scolastica – ha sottolineato Fedeli – è una priorità ineludibile di questo Governo, così come lo è stata per il Governo che ci ha preceduti”. “L’Italia – ha osservato la coordinatrice della struttura di missione per il coordinamento e l’impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio, Laura Galimberti – ha un patrimonio scolastico vetusto e da sostituire. Serve manutenzione, ma anche un cambio di prospettiva. Esiste una serie di istituti che non vale la pena ristrutturare”. Nel corso del 2016, ha ricordato Galimberti, solo con i fondi governativi “sono stati costruiti oltre 100 nuovi complessi scolastici”. E “ora – ha aggiunto Umberto D’Ottavio (Pd) – occorre valutare gli interventi normativi” da mettere in campo a livello di sicurezza degli edifici scolastici, “senza rinviare”. “La sfida che abbiamo ancora davanti – ha puntualizzato Davide Mattiello (Pd) – è anche culturale” e ognuno, di fronte alla sicurezza a scuola, deve assumersi le proprie responsabilità. A ricevere il riconoscimento dedicato a “Vito Scafidi”, lo studente morto per il crollo di un controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli, sono stati tre neolaureati in ingegneria all’università di Napoli: Carolina Aiello, Luigi Giannetti, Giovanni Montefusco. “Dobbiamo essere contenti – ha affermato Fedeli – del fatto che giovani neolaureati abbiano deciso di orientare la propria attività di ricerca sulla sicurezza strutturale degli edifici scolastici”. Vuol dire che “stiamo guardando all’edilizia scolastica non più in termini di emergenza ma di costruzione di un’architettura scolastica all’avanguardia, sicura, sostenibile, innovativa”. La ministra ha quindi ringraziato e abbracciato Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi, “una madre che con la sua testimonianza lavora giorno dopo giorno per migliorare le criticità di un sistema che non vogliamo faccia più vittime”. Con queste tesi, ha concluso Caggiano rivolgendosi ai vincitori del premio, “fate un regalo a mio figlio: dalla tragedia state costruendo una cultura della sicurezza”.
Il Ministro Valeria Fedeli abbraccia Cinzia Caggiano, madre di Vito Scafidi. Tantissime le persone a Roma per la premiazione del Premio Scafidi.
Migranti: sanatoria per chi ormai inserito
(ANSA) – ROMA, 22 MAR – “Il piu’ grande tema sul tavolo e’ quali siano le condizioni che rendono un ingresso irregolare e quali lo rendono meritevole di protezione. Chi e’ pronto a rischiare la vita e a farla rischiare ai propri figli nel tentativo di attraversare il mare cos’altro dovrebbe dimostrare, per convincere del proprio stato di necessita’?”. A chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello. “E poi cosa succedera’ ai tanti che fino ad ora hanno vissuto un iter di riconoscimento mediamente lungo, di circa due anni o piu’, e che si vedano denegato lo status di protetto, dopo aver frequentato la scuola, magari imparato un lavoro, grazie all’investimento economico del nostro sistema? Credo sia necessario immaginare una sanatoria per queste posizioni”. Per il deputato, sul decreto legge n.13, sulle Nuove regole per l’immigrazione, “l’ANM ha detto cose sagge: il procedimento attraverso il quale si stabilisce il destino di una persone al bivio tra lo status di protetto e lo status di irregolare prossimo alla espulsione deve essere garantito secondo le regole generali del nostro ordinamento. Per questo, come ha fatto notare qualche tempo fa l’Associazione nazionale magistrati, il ricorso avverso il diniego della Commissione territoriale e’ bene che si svolga con un contraddittorio pieno e che parimenti gli Uffici giudiziari siano posti nelle condizioni per svolgere con efficacia il compito assegnato. Perche’ non possiamo permetterci – conclude Mattiello – nemmeno il rischio che una procedura piu’ rapida di verifica dello status di protezione, si traduca di fatto in una soluzione liquidatoria, buona soltanto a dare un segnale di rigore per scoraggiare ulteriori ingressi”
Corruzione: OCSE conferma il buon lavoro fatto
l’OCSE conferma la bontà del lavoro che abbiamo fatto sulla base del ddl Orlando, abbiamo il dovere di concludere quanto prima l’iter parlamentare. Il giudizio dell’OCSE è particolarmente significativo proprio perché mette in relazione le nuove norme sulla prescrizione con l’efficacia del contrasto alla corruzione. La corruzione si è dimostrata in questi anni non soltanto diffusa e spesso spia di consorterie criminali di stampo mafioso, ma anche molto difficile da sanzionare sul piano giuridico anche a causa delle norme attualmente vigenti sulla prescrizione che sono gravemente inadeguate. Ecco: quando dico che Orlando ha dimostrato in questi anni consapevolezza e sensibilità sulla questione della legalità, penso proprio a norme come queste. Tanto meglio se pure l’OCSE è d’accordo
21 Marzo: da don Ciotti monito alla politica
Da don Ciotti monito alla politica perché non aspetti la magistratura per selezionare la classe dirigente. In un passaggio don Ciotti intervenendo da Locri ha detto che è sempre più difficile distinguere tra criminalità politica ed economica: è proprio questo il punto. In Italia il metodo mafioso ispira troppe consorterie segrete il cui crimine è il sistematico dirottamento di risorse pubbliche e destini personali. Magistratura e Forze dell’Ordine fanno quello che possono in fase di repressione ma è soprattutto la politica che deve saper interrompere la funzione di queste consorterie discernendo tra persone per bene e persone che per bene non sono in ragione delle relazioni di cui sono portatrici. Per questo per me è così rilevante la irrisolta vicenda della latitanza di Matacena e l’assenza di un trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati. Intanto la lista dei delinquenti italiani che riparano negli Emirati si allunga!