Il video dell’intervento che ho fatto alla trasmissione di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’
Matacena e molti altri latitanti passeggiano indisturbti per le strade di Dubai, mentre in Italia molti (non tutti, evidentemente..) aspettano la ratifica del trattato di cooperazione e estradizione.
Speriamo di farcela prima che la legislatura volga al termine..
La Festa della Repubblica è una ottima occasione per sbloccare il Trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi. Col 2 giugno del 1946 gli Italiani hanno deciso che l’unico sovrano è il popolo e che la sovranità si realizza attraverso la legge davanti alla quale tutti sono uguali. Cioè: nessuna appartenenza a questa o quella ‘tribù’ può giustificare un vantaggio sugli altri. Tanto meno l’appartenenza alla ‘tribù’ dei corrotti e dei mafiosi. Le latitanze spudorate che alcuni delinquenti italiani, a cominciare da Amedeo Matacena, stanno godendosi negli Emirati Arabi grazie alla mancanza di un trattato di cooperazione giudiziaria che consenta le estradizioni, è purtroppo una insopportabile contraddizione del principio fondativo della Repubblica. Il messaggio che rischia di passare è infatti che quelli che appartengono a certe ‘tribù’ riescono a farla franca. Un messaggio devastante perché esiste un evidente nesso culturale tra queste situazioni clamorose e la diffusa illegalità che segna il nostro Paese, penso alle ultime audizioni in ordine di tempo fatte come Commissione Antimafia dei Prefetti di Latina, Trapani, Reggio Calabria, Napoli. L’impressione è quella di un tessuto sociale sempre più insofferente al principio di legalità, influenzato negativamente dal cattivo esempio che spesso arriva proprio da chi ha responsabilità istituzionali. L’Italia sarà una Repubblica migliore se porremo fine a queste latitanze.
Ogni ‘professione’ ha il suo metro di valutazione: Parlamento e Governo hanno soprattutto il compito di fornire strumenti adeguati agli operatori della giustizia pechè non sia equivocabile l’impegno contro mafie e corruzione. Faccio due esempi: è possibile non ratificare il trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi? Paese che si è rivelato più volte base sicura per latitanti italiani di grosso calibro, da Matacena ad Imperiale. È possibile che la riforma del Codice Antimafia, votato alla Camera nel Novembre del 2015 sia da allora ferma in Senato. Eppure la crisi del sistema dei sequestri patrimoniali è evidente tanto quanto la sua importanza. Manca un mese all’anniversario dell’assassinio di Pio La Torre: sarebbe insopportabile arrivare al 30 di Aprile senza il voto del Senato
(ANSA) – ROMA, 13 DIC – “Ringrazio il Presidente Gentiloni che nella sua replica alla Camera ha concentrato le priorità del Governo in soli 4 punti: Europa, terremoto; lotta alla criminalità organizzata rafforzando la cooperazione internazionale in ambito giudiziario e lavoro: è quanto basta per continuare ad insistere, perchè la credibilità delle Istituzioni dipende anche dal fatto che le latitanze più sfacciate: Matacena, Nucera, Speziali, Landi, vengano interrotte e i ricercati consegnati alla Giustizia italiana”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, che ieri aveva detto che avrebbe subordinato il proprio voto di fiducia ad un esplicito e chiaro impegno dal parte di Gentiloni a chiudere entro il 2016 “il dossier vergognoso delle latitanze alla luce del sole”. “Voglio dedicare questo impegno ribadito dal Presidente del Consiglio Gentiloni ad un magistrato di valore che sta per concludere il suo lungo ed efficace servizio: il dottor Cataldo Motta, attualmente Procuratore a Lecce, cui dobbiamo tanti risultati sul fronte del contrasto al caporalato e alla criminalità organizzata”, conclude Mattiello.