(ANSA) – ROMA, 29 LUG – “Nell’omicidio Rostagno ci sono depistaggi decisivi, ma in Senato la legge e’ bloccata. Nelle oltre tremila pagine di motivazioni depositate ieri dai Giudici Pellino e Corso sulla sentenza che ha condannato i mafiosi di Trapani per l’omicidio di Mauro Rostagno, ucciso il 26 Settembre del 1988, il veleno e’ in coda: la Corte ha trasmesso alla Dda di Palermo la posizione di dieci testimoni che avrebbero detto il falso e tra questi ci sono due appartenenti alle Forze dell’ordine: il carabiniere Cannas e il finanziere Voza”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Scrivono i giudici – spiega Mattiello – che fin dai primi momenti successivi all’omicidio cominciarono le anomalie investigative: cose non fatte, oggetti scomparsi, come la video cassetta su cui Rostagno aveva scritto ‘Non toccare’. Uno scenario che fa capire come l’omicidio di Rostagno non interessasse soltanto alla mafia, ma anche ad ambienti istituzionali, anch’essi infastiditi e preoccupati per il lavoro tenace di Rostagno”. “Un film – osserva Mattiello – che si ripete nella storia del nostro Paese, ne abbiamo avuto altra recente prova nella sentenza di condanna per la strage di Piazza della Loggia a Brescia la scorsa settimana: i cani sbranano, quando qualcuno li sguinzaglia”. “Per tutto questo – prosegue – ci siamo impegnati alla Camera a votare il nuovo reato di depistaggio e inquinamento processuale: il testo e’ stato trasmesso al Senato il 3 Ottobre 2014, assegnato alla Commissione Giustizia e da quel momento tutto si e’ fermato. Perche’? Mi rivolgo al presidente Grasso e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perche’ si faccia uno sforzo: tra pochi giorni sara’, di nuovo, il 2 Agosto e ricorderemo la strage di Bologna. Lo Stato non ci arrivi a mani vuote: approvare quel testo, e’ doveroso ed e’ anche possibile”, conclude il deputato dem. (ANSA).
Rostagno, depistaggi e la legge bloccata in Senato
Nell’omicidio Rostagno depistaggi decisivi, ma in Senato la legge è bloccata. Nelle oltre tremila pagine di motivazioni depositate ieri dai Giudici Pellino e Corso sulla sentenza che ha condannato i mafiosi di Trapani per l’omicidio di Mauro Rostagno, ucciso il 26 Settembre del 1988, il veleno è in coda: la Corte ha trasmesso alla DDA di Palermo la posizione di dieci testimoni che avrebbero detto il falso e tra questi ci sono due appartenenti alle Forze dell’ordine: il carabiniere Cannas e il finanziere Voza. Scrivono i giudici che fin dai primi momenti successivi all’omicidio cominciarono le anomalie investigative: cose non fatte, oggetti scomparsi, come la video cassetta su cui Rostagno aveva scritto “Non toccare”. Uno scenario che fa capire come l’omicidio di Rostagno non interessasse soltanto alla mafia, ma anche ad ambienti Istituzionali, anch’essi infastiditi e preoccupati per il lavoro tenace di Rostagno. Un film che si ripete nella storia del nostro Paese, ne abbiamo avuto altra recente prova nella sentenza di condanna per la strage di Piazza della Loggia a Brescia la scorsa settimana: i cani sbranano, quando qualcuno li sguinzaglia. Per tutto questo ci siamo impegnati alla Camera a votare il nuovo reato di depistaggio e inquinamento processuale: il testo è stato trasmesso al Senato il 3 OTTOBRE 2014, assegnato alla Commissione Giustizia e da quel momento tutto si è fermato. Perché? Mi rivolgo al Presidente Grasso e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché si faccia uno sforzo: tra pochi giorni sarà, di nuovo, il 2 Agosto e ricorderemo la strage di Bologna. Lo Stato non ci arrivi a mani vuote: approvare quel testo, è doveroso ed è anche possibile
Con Ignazio Marino, per un nuovo inizio. Buon lavoro!
Quando incontrai Marino l’ultima volta fu per fare il punto sul comune
impegno per la chiusura degli OPG: mi colpì (ancora una volta) la sua
preparazione, la sua precisione nel ricostruire passaggi e tempi. Tipico di
chi, stranamente, crede che la politica sia pratica del bene comune e non
spartizione tra interessi particolari.
Dicevo pochi giorni fa che e’ preferibile agire col bisturi, che vuol dire
rimuovere dirigenti e dipendenti, annullare gare e affidamenti, sciogliere
circoscrizioni (in questo caso Municipi). E piu’ generalmente intervenire nella
riorganizzazione complessiva di una macchina amministrativa comunque
elefantiaca e quindi inefficiente, come e’ il caso di Roma Capitale”.
“L’intervento del primo tipo richiede la precisione del bisturi, l’intervento
del secondo tipo richiede la legittimazione democratica di un Sindaco. Per
questo in sintesi a me pare che a Roma serva proprio un
Sindaco-Chirurgo
Dedicata a Rita Atria
(ANSA) ROMA, 27 LUG – E’ stata ultimata e consegnata alla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi la proposta di legge per i testimoni di giustizia, coloro che denunciano racket, pizzo, omicidi, estorsioni ecc. A darne notizia e’ il coordinatore del V Comitato dell’Antimafia che si occupa di testimoni, collaboratori e vittime di mafia, Davide Mattiello (Pd), che la dedica a Rita Atria, giovanissima e coraggiosa testimone di giustizia morta il 26 luglio 1992: “perche’ nessun testimone di giustizia debba mai piu’ sentirsi cosi’ solo”
Caso Agostino: va recuperato il tempo trascorso
(ANSA) – ROMA, 25 LUG – “Rispetto la decisione della Cassazione sulla vicenda Agostino ma ora bisogna recuperare il tempo trascorso: i mesi, di fatto, sono diventati quattro”. Lo afferma il deputato Pd, Davide Mattiello, componete delle Commissioni Giustizia e Antimafia, commentando la notizia che la Cassazione ha accolto il reclamo della procura di Palermo avverso il decreto con il quale la procura generale di Palermo aveva avocato il supplemento di indagini ordinato dal gip di Palermo sul duplice omicidio di Nino e Ida Agostino avvenuto il 5 agosto 1989. “Nemmeno questa volta – sottolinea il deputato – entro nel merito delle ragioni della scelta, di cui prendo atto: ora la palla torna alla procura di Palermo. Ma, considerato che l’ordinanza del gip e’ del 15 giugno e ora sta per iniziare agosto, di fatto i mesi effettivi per il supplemento di indagini si sono ridotti a quattro. Auspico che non ci siano piu’ interruzioni e che gli approfondimenti disposti dal gip di Palermo, eseguiti dalla procura, aprano effettivamente nuovi varchi che portino alla verita’. Quel duplice omicidio – conclude Mattiello – e’ una delle chiavi di accesso a tutto il periodo stragista e una nuova possibile conferma di questo e’ arrivata pochi giorni fa quando, nell’ambito del Borsellino Quater, Scarantino, sollecitato dalle domande dell’avvocato Repici, ha raccontato che La Barbera gli avrebbe chiesto di accollarsi pure l’omicidio di quel poliziotto e di sua moglie. Unaltra invenzione? Puo’ darsi”
416 ter: brutte notizie per mafiosi e corrotti
Mattiello, PD: “Dalla seduta notturna della Commissione Giustizia della Camera sono arrivate due brutte notizie per mafiosi e politici corrotti. E’ passato, non senza difficoltà e qualche polemica, l’emendamento da me proposto per aumentare le pene del 416 ter, voto di scambio politico mafioso, che nel minimo passano da 4 a 6 e nel massimo passano da 10 a 12 anni. Un impegno che c’eravamo presi come maggioranza, quando abbiamo detto che all’aumentare delle pene del 416 bis, avremmo tirato su quelle del 416 ter ed è ciò che abbiamo fatto, tenendo fermo il principio della proporzionalità tra pene di fattispecie differenti. A Maggio infatti il 416 bis era stato modificato portando la pena base a minimo 10, massimo 15 anni di carcere. Ma nella notte è stato fissato un altro risultato: grazie ad una riformulazione della presidente Ferranti, che ha raccolto perplessità mie e di qualche altro collega, del com. 1, lettere b) e c) dell’art. 26, che contiene la delega al Governo per riformare la normativa penitenziaria, abbiamo messo in sicurezza il così detto "doppio binario” per il trattamento dei mafiosi detenuti, che qualcuno puntava di fatto ad annacquare in una maniera tale che aveva preoccupato molto anche il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti e l’ANM. Anche i mafiosi devono poter accedere a trattamenti carcerari migliori, ma il principio fondamentale perché ciò avvenga, deve restare la collaborazione con lo Stato: soltanto la collaborazione piena può essere considerata indice di ravvedimento. Un buon risultato per il PD e per la maggioranza, di cui mi auguro il Governo si farà garante anche in Senato"
#Matacenatorna: chiesta l’estradizione
(ANSA) – Il governo italiano ha
chiesto agli Emirati Arabi Uniti l’estradizione di Amedeo Matacena, ex
parlamentare di Forza Italia, condannato in via definitiva a tre anni per
concorso esterno in associazione mafiosa. E’ quanto si evince da una lettera
inviata dal deputato del Pd DavideMattiello,
componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, all’ambasciatore emiratino
Sequer Alraisi, per sollecitare l’estradizione
Nella missiva il deputato ricorda che continua a
seguire la vicenda che riguarda la latitanza di Matacena, latitanza che
continua a Dubai. “Mi risulta – scrive Mattiello – che le autorita’ italiane
e quelle emiratine abbiano concluso il negoziato propedeutico alla firma del
trattato sull’estradizione e alla cooperazione giudiziaria. Auspico che quanto
prima arrivi la firma e la piena efficacia del trattato”. Quanto
all’estradizione di Matacena, chiesta frattanto dal governo italiano, il
parlamentare auspica che possa arrivare “un segnale concreto, che verrebbe
apprezzato senz’altro, oltre che a livello istituzionale, anche da tutti quei
cittadini italiani che credono che la legge sia e debba essere uguale per
tutti”.
‘Ndrangheta, il business miliardario del ‘gambling’ online – Panorama
‘Ndrangheta, il business miliardario del ‘gambling’ online – Panorama
Intervista rilasciata a Panorama
Urgente fare la riforma dei beni confiscati
(ANSA) – ROMA, 22 LUG – “Grande successo di magistratura e forze dell’ordine contro la ‘ndrangheta, ora la politica faccia la differenza”: e’ l’appello di Davide Mattiello (Pd), componente della commissione Antimafia e coordinatore del gruppo di lavoro su testimoni collaboratori e vittime di mafia, che si rivolge direttamente, in una nota, al capo del governo. “Presidente Renzi, forza con la riforma – afferma -. Urgente portare in Aula la riforma sui beni confiscati, altrimenti rischiamo di sprecare una occasione di rilancio per il Paese e in particolare per il Meridione”. “L’operazione condotta in queste ore dalla DDA di Reggio Calabria ha numeri impressionanti – sottolinea Mattiello – : sono state sequestrate 11 societa’ estere e 45 italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, oltre 1.500 punti commerciali per la raccolta di giocate e svariati immobili. Oscurati 82 siti nazionali e internazionali di ‘gambling online’. Beni e aziende sequestrati che hanno il valore di una manovra finanziaria. Bisogna che tutti si convincano che la migliore gestione di sequestri e confische, cioe’ la riforma delle procedure giudiziarie, la riforma della figura dell’amministratore giudiziario, la riforma dell’Agenzia nazionale e della normativa che riguarda il rapporto con le banche e la tutela dei terzi non e’ rinviabile e non e’ un costo aggiuntivo: e’ un investimento straordinario, sia culturale sia economico. La proposta di riforma e’ pronta, il Governo, nelle persone del Ministro Orlando, del Vice Ministro Bubbico, del dott. Garofoli, hanno manifestato l’intenzione di procedere, convergendo sui testi depositati in Commissione Giustizia: un’altra prova di buona volonta’. Intanto – conclude il parlamentare – il nostro rispetto e la nostra riconoscenza alle forze dell’ordine e alla magistratura della DDA di Reggio Calabria”