Torino ha bisogno di ricordare Fulvio Croce e Adelaide Aglietta: il primo, avvocato, assassinato dalle Brigate Rosse perché aveva osato garantire il diritto di difesa ai brigatisti processati a Torino, la seconda ebbe il merito di accettare di comporre la giuria popolare per quella corte di Assise che nessuno voleva formare per paura delle ritorsioni.
Persone come Fulvio Croce e Adelaide Aglietta hanno custodito la rivoluzione democratica cominciata dai partigiani che si opposero a nazisti e fascisti. La democrazia è la rivoluzione, perché è il modo migliore che abbiamo per gestire il conflitto sociale in modo nonviolento. Non è una bacchetta magica ed è piena di difetti, ma garantisce a ciascuno di poter partecipare. Questa rivoluzione di libertà è sempre minacciata da chi, pensando di avere la verità in tasca, cerca scorciatoie non democratiche per imporla: mafiosi, fascisti, anarco insurrezionalisti sono tre facce della stessa medaglia.
Torino non sarà mai più intimorita da nessuno di questi, Torino ha capito quanto costa la libertà. Anche la recente piena confessione di Battisti aiuta a rimettere le cose a posto: non c’è niente di rivoluzionario nell’assassinare qualcuno per imporre la propria idea, potendo disporre della democrazia per partecipare alla gestione del potere pubblico. È soltanto narcisismo, puerile e pericoloso. Certo fare democrazia è faticoso, non è cosa per pigri. Qualcuno parli di Fulvio Croce e Adelaide Aglietta ai giovani che stanno facendo Biennale Democrazia a Torino in questi giorni. Farebbero bene a rifletterci anche quelli che si preparano a manifestare sabato: è questa storia che vi permette di manifestare, evitate di violentarla.