Con Carlo Palermo. Presentazione de “La Bestia”

Presentazione del libro: La Bestia

Dai misteri d’Italia ai poteri massonici che dirigono il nuovo ordine mondiale
Un libro di Carlo Palermo, l’ex magistrato scampato all’attentato mafioso del 2 aprile 1985

Giovedì 7 marzoalle ore 18,00la libreria Binaria di via Sestriere 34a Torino ospiterà Carlo Palermo, il magistrato che nell’aprile del 1985 si era miracolosamente salvato dall’attentato a mafioso di Pizzolungo, in provincia di Trapani. Nello scoppio della bomba  che avrebbe dovuto ucciderlo, erano morirono invece Barbara Rizzo e i suoi due figli, Salvatore e Giuseppe Asta.

Intervistato da Davide Mattiello, ex deputato e presidente della Fondazione Benvenuti in Italia, Palermo ripercorrerà le vicende di quegli anni: misteri irrisolti che caratterizzano ancora oggi la storia d’Italia e del Mondo.

Attraverso documenti ineditie basandosi sulle rivelazioni di alcune fonti interne a servizi segreti, Carlo Palermo ricostruisce il filo rosso che lega l’omicidio di Moro, l’attentato a Wojtyla, le stragi mafiose degli anni 90 e i traffici di armi fra Est e Oves: un gioco pericoloso che coinvolge le organizzazioni occulte che governano il mondo da settant’anni a questa parte.

Massomafia

Massomafia di Andrea Leccese è un contributo prezioso alla comprensione del fenomeno del quale si è tanto occupata la Commissione Parlamentare Antimafia: il rapporto tra mafia e massoneria.
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno bisogno di relazioni altolocate per fare affari, aggiustare processi, avere coperture politiche, naturale quindi che abbiano cercato e cerchino di introdursi in ambienti popolati da soggetti interessanti: professionisti, imprenditori, politici, magistrati, funzionari pubblici. Meno naturale è che associazioni di tipo massonico cerchino queste relazioni intenzionalmente, come emergerebbe anche dalla recente inchiesta internazionale che ha portato il 4 di Ottobre all’arresto del boss Salvatore Rinzivillo, o che comunque dimostrino una tolleranza di fatto, negando l’esistenza del problema e tenendo comportamenti opachi sia nella gestione delle logge, sia nel rapporto con le Istituzioni dello Stato, come purtroppo è successo durante l’inchiesta condotta dalla Commissione Antimafia. L’incontro tra questi due tipi di comportamenti crea un ecosistema ideale al proliferare del malaffare. Sicuramente va riformata la così detta Legge Anselmi, che più correttamente andrebbe chiamata Legge Spadolini, che è evidentemente incostituzionale oltre che inutile: discende infatti dall’art. 18 della nostra Costituzione il divieto di costruire associazioni segrete, punto. Con buona pace del Gran Maestro del GOI.

Consip: sull’intervento del Presidente Albamonte..

Forse è un lapsus quello del Presidente Albamonte, da prendere comunque molto sul serio. Nella intervista rilasciata a Repubblica il dott. Albamonte, PM della Procura di Roma, da poco nuovo presidente dell’ANM, intervenendo con grande equilibrio sulla vicenda CONSIP, mette in guardia da un altro rischio: quello della violazione del segreto istruttorio, un rischio che sarebbe aumentato da quando il Legislatore nell’agosto del 2016 ha introdotto l’obbligo di informazione gerarchica in capo alla Polizia Giudiziaria. Ma nella vicenda CONSIP la delega di Polizia Giudiziaria, fino a che l’inchiesta è stata fatta dalla Procura di Napoli, l’ha avuta il NOE dei Carabinieri, per i quali l’obbligo di informare la linea gerarchica è sancito dal 2010. Forse il dott. Albamonte nel sottolineare la problematicità di queste norme, problematicità che io condivido, aveva in mente un’altra vicenda: quella dello spione-massone Giulio Occhionero, che è costata il posto al dott. Di Legami, allora capo della Polizia Postale, con delega di PG. Il titolare dell’inchiesta è proprio il dott. Albamonte, che ha chiesto il giudizio immediato sulla vicenda Occhionero. Una inchiesta che merita la massima attenzione perché è un’altra di quelle storie che rimanda ai sistemi di potere, così determinanti nel nostro Paese. Dovremo pure capire per chi lavorassero da anni i fratelli Occhionero, archiviando quintali di informazioni sensibili, a meno di considerare GIULIO Occhionero un curioso collezionista. Per questo auspico che il giudizio sia tanto immediato quanto profondo

Io fascista? E’ la massoneria ad avere smarrito la strada

Le parole del Gran Maestro del GOI danno la misura di quanto questa massoneria abbia smarrito la strada dell’800. Paragonare la mia proposta di legge alla legge fascista è un atto di spudorata arroganza o di ignoranza: in un regime autoritario dove tutto è proibito tranne ciò che è esplicitamente autorizzato dallo Stato, come era al tempo del Fascismo, quelle norme confermavano una deriva liberticida. Ma quando si vive in un regime liberale dove tutto è concesso tranne ciò che è espressamente vietato dallo Stato in ragione del bilanciamento necessario tra principi costituzionali, allora una norma come quella che io oggi propongo serve a garantire affidabilità e trasparenza delle Istituzioni, realizzando proprio quel bilanciamento. Consiglio al GM BISI di considerare con maggior rispetto la cesura giuridica culturale e politica rappresentata dalla Resistenza e dalla Costituzione repubblicana che da quella è scaturita. Io andrò avanti

Ieri a Montecitorio si è svolto il convegno intitolato ‘La mafia non è più quella di una volta (ma resta quella di sempre)’, una riflessione, a 25 anni dalle stragi di Palermo, su come sia cambiato il fenomeno mafioso e sull’adeguatezza dell’attuale quadro normativo, dal 416 bis alla legge Anselmi.
Sono intervenuti il professor Isaia Sales, storico di mafia, il procuratore Giuseppe Lombardo, titolare delle maggiori inchieste in corso a Reggio Calabria contro la ‘ndrangheta, la giornalista di Repubblica e del Corriere della Calabria Alessia Candito, l’avvocato Fabio Repici, legale in alcuni dei maggiori processi di mafia in corso e il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia Claudio Fava.

Massoneria: giusta presa di posizione della Presidente Bindi

Giusta presa di posizione della Presidente Bindi. In sintonia con  quanto annunciato dalla on. Bindi e col lavoro che stiamo facendo in Commissione Antimafia ho iniziato qualche mese fa ad organizzare un seminario di approfondimento che si svolgerà il 22 Febbraio alla Camera dei Deputati: una occasione per mettere a confronto magistrati, accademici, politici e giornalisti. A 25 anni dalle stragi di mafia del ‘92 abbiamo il dovere di chiederci come proteggere ancora meglio le istituzioni repubblicane dalla forza della mafia e dagli abusi di potere