Massomafia di Andrea Leccese è un contributo prezioso alla comprensione del fenomeno del quale si è tanto occupata la Commissione Parlamentare Antimafia: il rapporto tra mafia e massoneria.
Le organizzazioni criminali di stampo mafioso hanno bisogno di relazioni altolocate per fare affari, aggiustare processi, avere coperture politiche, naturale quindi che abbiano cercato e cerchino di introdursi in ambienti popolati da soggetti interessanti: professionisti, imprenditori, politici, magistrati, funzionari pubblici. Meno naturale è che associazioni di tipo massonico cerchino queste relazioni intenzionalmente, come emergerebbe anche dalla recente inchiesta internazionale che ha portato il 4 di Ottobre all’arresto del boss Salvatore Rinzivillo, o che comunque dimostrino una tolleranza di fatto, negando l’esistenza del problema e tenendo comportamenti opachi sia nella gestione delle logge, sia nel rapporto con le Istituzioni dello Stato, come purtroppo è successo durante l’inchiesta condotta dalla Commissione Antimafia. L’incontro tra questi due tipi di comportamenti crea un ecosistema ideale al proliferare del malaffare. Sicuramente va riformata la così detta Legge Anselmi, che più correttamente andrebbe chiamata Legge Spadolini, che è evidentemente incostituzionale oltre che inutile: discende infatti dall’art. 18 della nostra Costituzione il divieto di costruire associazioni segrete, punto. Con buona pace del Gran Maestro del GOI.