Caro Valentino Castellani, da Torino si vede il mare

 

Caro Valentino*,
il confronto di ieri sera sul futuro di Torino è stato elettrizzante: come una benefica scossa che accelera pensieri e volontà.
Amiamo Torino e abbiamo cominciato a viverla da cittadini proprio con te Sindaco e se siamo diventati quello che siamo oggi lo dobbiamo molto a quella Città “abilitante” nella quale siamo cresciuti.
Certo, come hai detto tu, il contesto di allora è radicalmente diverso da quello di oggi e le sfide sono tali se sanno cogliere il futuro che si annida nel presente e sanno farlo dischiudere.
Sicuramente a Torino serve più lavoro e lavoro migliore perché c’è troppa gente, soprattutto giovani, che vede nero.
Il lavoro dipende dalla capacità attrattiva della Città, perché è il frutto di saperi, denaro ed impresa: siamo d’accordo. Abbiamo bisogno di una Pubblica Amministrazione che, come ha sottolineato Anna Mastromarino, attraverso l’efficienza dei servizi renda praticabili i diritti, che altrimenti restano parole sulla carta. Abbiamo bisogno, come ha sottolineato Diego Sarno, di un progetto metropolitano perché non ha senso pensare diversamente alla Città e sarebbe bello che le primarie annunciate chiamassero al voto l’intera popolazione metropolitana, perché il Sindaco di Torino è anche il presidente della Metropoli. Abbiamo bisogno di una Città, come diceva Andrea Sacco, che si faccia prossima, capillare, perché le angosce di chi non sta bene, siano ascoltate, comprese e illuminate di speranza: Torino è ricca di realtà che per missione sociale hanno proprio questa, la Città non deve sostituirle, deve sostenerle.
Ma qual è il bandolo della matassa?
Secondo me non basta la giustapposizione di queste tessere per ricavare un disegno convincente al punto da meritare la mobilitazione corale delle migliori energie. Non è la somma di questi ingredienti che coglie la “sfida” annidata nel nostro presente e che sa di futuro.
Per me la “sfida” è fare delle città metropolitane europee i capisaldi della rifondazione del patto di convivenza civica in Europa.
Nel nostro presente si annidano due “uova”: una contiene la disgregazione dell’Unione Europea, la fine della prospettiva universale dei diritti umani, l’avvento di regimi autoritari. L’altro “uovo” contiene la nascita della Repubblica d’Europa, la salvaguardia del principio di libertà individuale e di uguaglianza difronte alla legge, la possibilità di continuare a costruire un Mondo con più cooperazione e meno guerra.
Dal 2018 noi lavoriamo a questa prospettiva: abbiamo lanciato un manifesto, La Repubblica d’Europa, abbiamo organizzato una rete internazionale con la quale abbiamo lanciato una Campagna europea denominata OnEurope, same rights, one repubblic con la quale stiamo raccogliendo firme e mozioni comunali con le quali le Città si proclamano simbolicamente “Città per la Repubblica d’Europa”. Vedi, Valentino, proprio ieri il nostro amico e sodale Sandro Fallani, Sindaco di Scandicci, che ha ospitato il lancio di OnEruope a Febbraio, ci ha inviato questa foto straordinaria frutto del lavoro comune.

 

 

È il codice genetico di Torino: organizzare la convivenza perché regga alle tempeste del mare aperto. Perché è il mare, infatti, quello che si vede da Torino.
Davide Mattiello

 

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*Valentino Castellani è stato Sindaco della Città di Torino dal 1993 al 2001.

ONEurope, Same Rights, One Republic

 

Parte il 15 febbraio a Scandicci (FI), la campagna “ONEurope. Same Rights, One Republic”, promossa da una rete europea di associazioni e di amministrazioni locali per trasformare l’Unione Europea in una Repubblica federale, fondata sull’uguaglianza dei diritti e dei doveri delle cittadine e dei cittadini europei.

Convinti che – nonostante il dilagare dei nazionalismi – un “demos” europeo esista già, i promotori della campagna considerano urgente aprire una fase costituente, per dotare l’UE di nuove istituzioni, basate sui principi repubblicani di uguaglianza e solidarietà.

«L’Unione Europea se non cambia muore: le troppe diseguaglianze interne, la possibilità di farsi concorrenza sleale tra Paesi membri, gli strappi continui ai principi fondamentali dello Stato di diritto da parte di alcuni, l’impotenza generale di fronte alla crisi ambientale, l’hanno minata alle fondamenta. Soltanto se faremo dell’UE una Repubblica federale fondata sull’uguaglianza di diritti e doveri, avremo la possibilità di vivere in pace e benessere, evitando il collasso» sottolinea Davide Mattiello, presidente della Fondazione Benvenuti in Italia, fra i promotori della campagna, insieme ad ACMOS, EuropaNow!, European Democracy Lab e Consiglio italiano del Movimento Europeo, oltre alle Città di Scandicci e Ventotene.

La campagna “ONEurope. Same Rights, One Republic” si articola in due azioni:

– Una petizione dei cittadini indirizzata al Parlamento Europeo affinché esprima, con una risoluzione, la necessità di aprire al più presto una fase costituente. Nell’auspicio di trasformare l’Unione Europea in Repubblica d’Europa, una, federale, e democratica, capace di garantire uguali diritti (politici, economici, sociali, fiscali, culturali…) a tutti i cittadini.

Il momento è opportuno anche in considerazione dell’imminente apertura della Conferenza sul futuro della Unione Europea, che si troverà ad affrontare tra l’altro la questione dell’assetto istituzionale.

L’adesione simbolica di varie municipalità alla Repubblica d’Europa attraverso cartelli stradali posti sui propri confini territoriali con la dicitura “Città per la Repubblica d’Europa”. Tutti i Comuni europei interessati a partecipare all’iniziativa, potranno scaricare una versione della mozione elaborata dai promotori dal sito www.onedemos.eu, che sarà online a partire dal 15 febbraio.

«Scandicci sarà tra i primi Comuni per la Repubblica d’Europa, la proposta è stata presentata dalla maggioranza ed è già all’ordine del giorno del Consiglio Comunale» annuncia il Sindaco, Sandro Fallani. «Non è un semplice passaggio formale: il processo costitutivo di un’Europa dei diritti che sia identità vera per i propri cittadini non può che nascere dalle comunità locali, da un sentimento comune dei popoli. Siamo orgogliosi di promuovere per primi la fondazione di una Repubblica federale d’Europa, che rappresenti con voce forte e autorevole i valori fondativi di pace, libertà, dignità delle persone, giustizia, equità nel lavoro e democrazia. La mozione del Consiglio Comunale, assieme all’appuntamento del 15 febbraio, sono primi passi concreti e fondamentali di questo processo costitutivo.»

Il 15 febbraio a partire dalle 15,00, i promotori dell’iniziativa si ritroveranno nell’Auditorium di Scandicci per dare avvio alla campagna “ONEurope. Same Rights, One Republic”. A partire da quella data sarà possibile scaricare la mozione e firmare la petizione dal sito www.onedemos.eu.

«Non sarebbe stato possibile realizzare e sviluppare l’Unione Europea senza l’instancabile lavoro e l’impegno di cittadini entusiasti e determinati, che hanno perseguito e realizzato una visione comune» ha dichiarato per l’occasione, il presidente David Sassoli che ha concesso l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. «Sono fermamente convinto della necessità di concentrarci su tale visione, specialmente in un’epoca in cui il populismo e le divisioni sembrano fare notizia ogni giorno. Ritengo che questo sia un importante avvenimento: l’Unione Europea non deve essere data per scontata.» Conclude Sassoli.

Interventi

Soggetti promotori:

Davide Mattiello, presidente della Fondazione Benvenuti in Italia

Eric Jozsef, presidente di EuropaNow!

Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo

Diego Montemagno, presidente di ACMOS

Ulrike Guérot, direttrice di European Democracy Lab (in collegamento video)

Sandro Fallani, Sindaco di Scandicci (FI)

Gerardo Santomauro, Sindaco di Ventotene (LT)

Altri sostenitori dell’iniziativa:

Matteo Biffoni, presidente ANCI Toscana, Sindaco di Prato 

Simona Bonafè, deputata europea

Roger Casale, ex parlamentare laburista, fondatore di New Europeans

Abdullhai Ahmed, presidente di Generazione Ponte

Jorgen Fryednes, responsabile dell’isola di Utøya (Norvegia)

Simohamed Kaabour, presidente del CoNNGI

Modera

Raffaele Palumbo, giornalista

 

Scarica:

Fare dell’Europa una Repubblica: la sfida della nostra generazione

Fare dell’Europa una Repubblica
Fondata sull’uguaglianza di diritti e doveri
È la sfida della nostra generazione
È promessa di giustizia e libertà

Per il lavoro
Perché oggi dentro l’Unione europea ci si fa concorrenza sleale: la Repubblica d’Europa avrà un solo sistema fiscale. Perché l’Unione Europea debole non protegge abbastanza dalle bordate della speculazione finanziaria e delle altre potenze economiche globali. La Repubblica d’Europa avrà la forza di rinegoziare le regole del mercato mondiale.

Per l’ambiente
Perché la crisi climatica non può essere affrontata dai singoli stati nazionali. La nube radioattiva di Chernobyl non si è fermata alla frontiera! La Repubblica d’Europa avrà la forza per dare al Pianeta e a tutti noi una speranza, cominciando da politiche energetiche ancora più integrate e sostenibili.

Per l’umanità migrante
Perché è l’Europa tutta che deve farsi carico dell’umanità che scappa da guerra e miseria, provvedendo a soccorrerla e ad accoglierla. La Repubblica d’Europa avrà un sistema solo di integrazione e una sola politica estera e di cooperazione 

Contro i nazionalismi
Che sono falsi e pericolosi: promettono che a chiuderci in casa staremo meglio, la verità che aumenterà la competizione e si scatenerà la guerra. I nazionalismi meschini e criminali non hanno niente di serio da proporre per la crisi ambientale, per la crisi sociale scatenata dalla globalizzazione, anzi: cavalcano queste crisi per stupide rendite elettorali di breve periodo. 

Contro la mafia
Che è organizzazione criminale trasnazionale per natura e per arricchirsi ha bisogno di Istituzioni internazionali deboli o meglio ancora inesistenti. L’unione europea in questi anni ha fatto tanti passi nella direzione giusta di una sempre maggiore integrazione di forze di polizia, magistratura e apparati informativi: guai a tornare indietro! Gli assassini di Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak tracciano la strada da continuare.

Per fare dell’Europa una Repubblica ci vuole una Italia liberata dai nazional-supini, Lega-5Stelle, una Italia che faccia politica tenendo ben saldi i valori della Carta Repubblicana e che lavori impiegando le migliori energie con le Istituzioni europee affinchè il Parlamento europeo apra al più presto una nuova fase costituente che dia all’Unione europea un progetto di Costituzione repubblicana e federale.
Una legge
Un sistema fiscale
Un sistema di protezione sociale
Una politica estera
Una politica ambientale
È molto difficile… non troppo difficile!

La mia intervista a “L’Eurispes” su La Repubblica d’Europa

 

L’Eurispes.it parla del progetto “La Repubblica d’Europa” contenuto nel libro edito da add editore.
Un’intervista per comprendere meglio le necessità di questo manifesto politico.
Buona lettura!

 

L’Europa? Mattiello: “Un condominio litigioso dove ci si fa concorrenza sleale”

Per la pace, quindi per l’Europa

Quando diciamo che il nostro primo impegno sarà quello di salvare l’Europa da chi la vuole liquidare, diciamo una cosa sacrosanta, che rischia però di essere fraintesa. Ci sono tante persone che hanno sofferto più di altre in questi anni la crisi economica e che attribuiscono all’Europa la responsabilità di questa ingiusta sofferenza. C’è chi fa coincidere l’Unione europea con il blocco di interessi liberisti che ha fatto della globalizzazione del mercato una opportunità soltanto per alcuni e una maledizione per tanti altri, oltre che per l’ambiente. Insomma: il paradosso di questo tempo è che a dire “Europa” si passi per reazionari.

Invece noi sappiamo che per questa parola passa il futuro!
Ma per renderlo chiaro non dobbiamo avere remore nello spingerci fino in fondo: noi diciamo “Europa” perché l’alternativa è la guerra in casa nostra. La guerra vera e propria, quella che ci siamo abituati a vedere in TV perché riguarda altre aree del Mondo. La guerra, come quella che divampò in Jugoslavia quando sembrava impossibile che le pretese di gruppi nazionalisti potessero degenerare in violenze tremende come quelle che poi dilagarono per tanta parte degli anni ’90. Eppure accadde. Noi sappiamo che quando la politica per governare sceglie la strada della esaltazione dell’identità nazionale, brandita contro tutti coloro che vengono presentati come un ostacolo alla piena soddisfazione dei propri bisogni, lo sfogo che giunge è la guerra. Possibile che gli oltre 11.000 morti in 4 anni di guerra sporca in Ucraina non scuotano le coscienze? Possibile che la strage di Utoya del Luglio del 2011 sia stata rimossa? Un solo neo-nazista massacrò a sangue freddo 70 giovani socialisti che si stavano formando ai valori del multiculturalismo e della laicità. La guerra nazionalista ha tante “micce”: in Jugoslavia ci furono gli ultras negli Stadi, che ricordano alcuni fatti nostrani e recenti, che rimandano alla solita saldatura tra estrema destra e criminalità organizzata, sempre serva del potere più forte. Anche la violenza contro i giornalisti oggi è una “miccia” contro la pace, perché è un attacco al pensiero critico, alla libertà democratica: non possiamo dimenticare Daphne Galizia Caruana e Jan Kuciak, assassinati a Malta e in Slovacchia (Europa!) perché le loro inchieste davano fastidio.
Noi vogliamo la pace, per questo vogliamo l’Europa: che continui ad essere quella straordinaria occasione di negoziazione permanente tra interessi diversi all’interno dei propri confini. Vogliamo la pace, per questo vogliamo l’Europa: perché sia la nostra occasione di ridurre il ricorso alla violenza nel resto del Mondo e contro la Terra. Certo vogliamo un’Europa diversa e più solidale soprattutto con chi soffre ed è per questo che abbiamo bisogno di una Europa che accetti la sfida più alta: trasformarsi in una Repubblica. Una Repubblica d’Europa per avere un solo sistema fiscale, per abolire ogni paradiso fiscale, per avere una assicurazione sociale universale per tutti i cittadini in difficoltà, per avere una unica politica estera che impedisca a USA, Cina e Russia di giocare col nostro destino come fossimo una posta in palio.
Se dovesse esserci una lista inclusiva per le prossime elezioni europee, una lista che dica di questa volontà e contenda consenso ai guerrafondai nazionalisti, sarebbe bello si chiamasse così: Repubblica d’Europa.

Davide Mattiello
Presidente Fondazione Benvenuti in Italia

 

‘Repubblica’ di Donestk: gravissimo giocare col fuoco

Gravissimo giocare col fuoco, mentre i popoli europei rischiano tra guerre e terrorismo. Cosa rappresenta l’auto proclamata repubblica di Donestk? La violenza che pretende di farsi legge. Cosa rappresenta l’Europa? La legge che diventa forza attraverso un processo di aggregazione volontaria di Stati che non ha precedenti nella storia dell’umanità. C’è chi vorrebbe demolire l’Europa sognata dagli esuli di Ventotene e costruita attraverso generazioni di uomini e donne impegnati per il bene comune, memori dei macelli di due guerre mondiali: c’è chi sogna un neo feudalesimo fatto di identità arroccate, guidate da duci agguerriti. Un incubo buono soltanto per chi specula sulle paure e per le organizzazioni criminali mafiose. Per questo abbiamo presentato questa interrogazione parlamentare, volendo stigmatizzare la decisione grottesca di aprire una sedicente rappresentanza a Torino di questa auto proclamata Repubblica di Donestk.

Ventotene: ricordare Jo Cox

(ANSA) – ROMA, 22 AUG – “Oggi i rappresentanti di Italia, Germania e Francia si ritroveranno a Ventotene: sarebbe bello ci portassero il ritratto di Jo Cox per lasciarlo li dove l’Europa Unita è stata sognata e la libertà pagata a caro prezzo”. A chiederlo, con un appello, è il deputato Pd Davide Mattiello, che ricorda: “La Cox, deputata laburista inglese, è stata uccisa perchè ha parteggiato per l’Europa. Ha dato la vita per questa Europa, che non è ancora quella che meritiamo, ma è quella di cui abbiamo bisogno per fare di meglio. ‘Cox’ in inglese vuol dire ‘timoniere’ e con il suo impegno Jo ha sicuramente tracciato la rotta. Come i giovani socialisti di Utoya, ammazzati perché volevano una Europa laica, plurale, inclusiva. Verrà il giorno degli Stati Uniti d’Europa, sarà il giorno in cui avremo vinto sui neo nazionalismi spaventosi che gonfiano l’Europa di odio: quel giorno vedremo a cosa saranno valsi tutti questi sacrifici”.

L’Europa sbaglia a finanziare ‘Mare nostrum’. Gli sbarchi ingrassano le mafie

Europa sbaglia a finanziare Mare nostrum (ANSA) – ROMA, 25 AGO – Gli sbarchi “ingrassano le mafie”. Lo afferma Davide Mattiello, deputato Pd e componente della Commissione Antimafia, secondo il quale l’Europa sbaglia a finanziare l’operazione Mare nostrum. “In primo piano c’e’ il dramma degli essere umani che muoiono aggrappati a una illusione e l’enorme lavoro della Marina italiana e di quanti si prodigano nella prima accoglienza dei sopravvissuti. Ma appena in secondo piano – spiega il parlamentare – ci sono gli interessi delle organizzazioni mafiose italiane e straniere operanti in Italia, a sfruttare la manna rappresentata da questa umanita’ sbarcata nel nostro Paese. Non sfugge a nessuno che il sistema di accoglienza che l’Italia sopporta, stia reggendo anche perche’ viene tollerata, se non incentivata, la fuga dai centri che ospitano queste persone. Sono gia’ migliaia i minori stranieri non accompagnati ‘evaporati’ dai centri e persi sul territorio”. Secondo Mattiello, molti di questi sono finiti nel giro del caporalato, della prostituzione, dello spaccio di droga. “Non possiamo aspettare 20 anni per leggere in qualche relazione parlamentare che gli schiavi riversati in Italia sono stati l’occasione – osserva – per una nuova accumulazione capitalistica a vantaggio di qualche organizzazione mafiosa, che con gli appoggi giusti, avra’ saputo approfittare di ogni passaggio, dal momento della prima accoglienza, all’accompagnamento alla fuga, al successivo sfruttamento sul territorio, al passaggio illegale della frontiera italiana verso il Nord Europa”. “Il Ministro Alfano che conosce molto bene la materia, lo spieghi domani – esorta Mattiello – ai colleghi europei. Per questo l’Europa sbaglia a finanziare Mare Nostrum, per altro in maniera inadeguata, piuttosto che potenziare Frontex o comunque una soluzione europea integrata, dal soccorso in mare, all’accoglienza, alla protezione umanitaria. C’e’ bisogno che facciano sentire la propria voce anche i parlamentari italiani, oltre al Presidente Renzi nella sua veste di presidente del semestre”. (ANSA)