La latitanza di Matacena è come un reato ambientale..

Mattiello, PD: “Ministro Orlando, la latitanza di Matacena è una specie di delitto ambientale. Introdurrò così la questione stasera in Commissione Antimafia, dove aspettiamo il Ministro Orlando. Col Ministro abbiamo recentemente condiviso l’impegno importante per la istituzione dei delitti ambientali, auspico lo stesso impegno per porre fine alla latitanza di Amedeo Matacena, che dura ormai dall’Agosto del 2013. Dico che è una specie di delitto ambientale, perché il perdurare sfacciato di questa latitanza, cui si è aggiunta quella di Vincenzo Speziali, fatto oggetto di una ordinanza di custodia cautelare, avvelena ulteriormente il rapporto tra cittadini e Istituzioni: è un inquinante mortale. Passa ancora una volta il messaggio che in carcere ci finiscono soltanto i poveracci, mentre invece i potenti riescono a svignarsela. Il perdurare della latitanza di Matacena riguarda direttamente la responsabilità del Governo, perché chiama in causa il rapporto tra Paesi, che in questo caso sono da considerarsi grandi amici: il volume di traffici commerciali tra Italia ed Emirati Arabi, segnatamente in settori strategici come l’energia e l’areonautica non lascia dubbi. Assicurare Amedeo Matacena alla Giustizia italiana, potrebbe contribuire a fare chiarezza su quel reticolo di relazioni oggetto di inchieste come Breakfast, Maglio, La svolta, Pioneer”

Testimoni di Giustizia: grazie a Chiamparino per la chiarezza

(ANSA) – ROMA, 25 GIU – Un “grazie per la chiarezza” al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, arriva dal deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia e coordinatore del gruppo di lavoro che in Antimafia si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafie.“Ognuno – precisa Mattiello – deve prendersi le proprie responsabilita’”. Il deputato Pd ricorda che “sul fronte del riscatto di chi denuncia le mafie, lo Stato rischia di perdere una battaglia decisiva. Sono uomini e donne che si sono affidate allo Stato pur di non piegarsi alle mafie, che per questo sono sotto tutela, spesso in programmi di protezione speciali. Troppo frequentemente – osserva – hanno perso il loro lavoro, i loro affetti e sono sommersi dalla burocrazia”. La Commissione Antimafia ha approvato il 20 di Ottobre all’unanimita’ una relazione che traccia precise proposte di riforma del sistema tutorio e delle misure di assistenza economica. Proposte che dovrebbero allargarsi alla tutela delle vittime di racket. Ci sono anche le proposte di riforma della Commissione presieduta da Gratteri. “Manca all’appello il Ministero dell’Interno, che pure oltre un anno fa ha insediato un tavolo tecnico per valutare la situazione. Cosa intende fare il Governo?”, si chiedeMattiello. Intanto tra poco il Generale Pascali lascera’ l’incarico di direttore del Servizio Centrale di Protezione: “il suo lavoro e’ stato prezioso e sarebbe importante poterlo valorizzare. Insomma: non c’e’ piu’ tempo da perdere!”

Testimoni di Giustizia: lo Stato rischia di perdere battaglia decisiva!

Mattiello, PD, Com Antimafia e Giustizia: ‘sul fronte del riscatto di chi denuncia le mafie, lo Stato rischia di perdere una battaglia decisiva. Sono uomini e donne che si sono affidate allo Stato pur di non piegarsi alle mafie, che per questo sono sotto tutela, spesso in programmi di protezione speciali. Troppo frequentemente hanno perso il loro lavoro, i loro affetti e sono sommersi dalla burocrazia. La Commissione Antimafia ha approvato il 20 di Ottobre all’unanimità una relazione che traccia precise proposte di riforma del sistema tutorio e delle misure di assistenza economica. Proposte che dovrebbero allargarsi alla tutela delle vittime di racket. Ci sono anche le proposte di riforma della Commissione presieduta da Gratteri. Manca all’appello il Ministero dell’Interno, che pure oltre un anno fa ha insediato un tavolo tecnico per valutare la situazione. Cosa intende fare il Governo? Intanto tra poco il Generale Pascali lascerà l’incarico di direttore del Servizio Centrale di Protezione: il suo lavoro è stato prezioso e sarebbe importante poterlo valorizzare. Insomma: non c’è più tempo da perdere!’

Commissione Antimafia: chiudiamo i conti con la stagione delle stragi.

(ANSA) – ROMA, 23 GIU – “La Commissione Antimafia puo’ chiudere i conti con la stagione stragista: abbiamo tutti gli elementi per farlo”: a sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, a poche ore dalla cerimonia di svelamento, oggi alle 18 a Palermo, della sepoltura del magistrato Giovanni Falcone, ucciso da Cosa Nostra nella strage di Capaci del 1992. “Il giudizio storico e politico su quegli anni – ragiona Mattiello – non coincide con le risultanze giudiziarie, certo deve assumerle, ma ha una sua propria specificita’ e autonomia. Il che significa anche che non interferisce con l’attivita’ in corso della magistratura, penso al processo sulla Trattativa o al Borsellino Quater. Chiudere i conti col passato e’ un atto dovuto alle tante vittime e ai loro famigliari, ma anche al Paese, a noi, e a chi verra’ dopo di noi: perche’ quello che e’ successo in quegli anni non e’ stato soltanto la guerra della mafia contro lo Stato, ma e’ stato il piu’ importante e tragico riordino degli assetti di potere dal secondo dopoguerra in Italia: quello che e’ successo in quegli anni e’ semplicemente il nostro presente”. “Oggi la Commissione Antimafia dispone anche di un atto giudiziario di straordinaria importanza, cristallizzato dalla Cassazione: la sentenza di condanna di Dell’Utri. Sarebbe moralmente inspiegabile, disporre di un simile atto e non usarlo. Vorrei che la Commissione – conclude il deputato – aprisse una sessione di lavoro su questo e che la cominciasse sentendo Vincenzo Agostino e l’attuale Questore di Palermo, dott Longo: perche’ l’omicidio di Nino Agostino, con sua moglie Ida, e’ una delle chiavi piu’ importanti per entrare nella verita’ di quegli anni”

Ricevere questo messaggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è un piacere, un onore e una grande responsabilità: l’Onere della Prova non è un libro, ma un atto politico, che ha a che fare con ciò che abbiamo ancora da fare in questo Paese. Lo porto a Vincenzo ed Augusta Agostino, perché riguarda anche loro.