«Caro Andrea, l’uguaglianza al centro del tuo discorso politico mi convince»: la lettera di Davide Mattiello ~ Andrea Orlando, candidato alla segreteria del Partito Democratico
Corruzione: OCSE conferma il buon lavoro fatto
l’OCSE conferma la bontà del lavoro che abbiamo fatto sulla base del ddl Orlando, abbiamo il dovere di concludere quanto prima l’iter parlamentare. Il giudizio dell’OCSE è particolarmente significativo proprio perché mette in relazione le nuove norme sulla prescrizione con l’efficacia del contrasto alla corruzione. La corruzione si è dimostrata in questi anni non soltanto diffusa e spesso spia di consorterie criminali di stampo mafioso, ma anche molto difficile da sanzionare sul piano giuridico anche a causa delle norme attualmente vigenti sulla prescrizione che sono gravemente inadeguate. Ecco: quando dico che Orlando ha dimostrato in questi anni consapevolezza e sensibilità sulla questione della legalità, penso proprio a norme come queste. Tanto meglio se pure l’OCSE è d’accordo
Ladro ucciso: da Squeri strumentalizzazione
(ANSA) – ROMA, 13 MAR – “La sistematica strumentalizzazione di vicende drammatiche come quella del ristoratore di Lodi fanno pena e paura. Al collega Squeri ricordo che nel testo di riforma del processo penale fortemente voluto dal Ministro Orlando, votato alla Camera e fermo in Senato da troppo tempo, ci sono misure di maggior rigore proprio contro i reati che creano più allarme sociale”. A sottolinearlo è il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia.
“La linea tenuta dal Governo e da Orlando in particolare va nella direzione giusta: più strumenti allo Stato perché non debba essere il singolo cittadino a fronteggiare da solo la violenza criminale. L’ultimo esempio? Il voto unanime della Camera di giovedì sulla riforma del sistema di protezione dei testimoni di giustizia”, conclude Mattiello.
Accordo di cooperazione giudiziaria con la Colombia
Gli accordi di cooperazione giudiziaria firmati con la Colombia ieri, soprattutto per gli aspetti relativi alle confische senza condanna, rappresentano un altro passo nella giusta direzione, che conferma la serietà del lavoro del Ministro Orlando, in sintonia con gli impegni espressi dal Presidente Gentiloni nel suo discorso alla Camera dei Deputati. Ma proprio questi risultati positivi rendono ancora più lampante l’assenza di qualunque progresso nel rapporto con gli Emirati Arabi Uniti rispetto alle note e più volte denunciate latitanze alla luce del sole di ricercati come Matacena, Imperiale, Nucera, Landi e di Vincenzo Speziali, che invece dovrebbe trovarsi in Libano. Lunedì presenterò una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro dell’Interno, Minniti e al Ministro degli Esteri, Alfano, prima di tutto se risultino ancora negli Emirati e in Libano i ricercati cui ho fatto cenno, poi come intendano dare seguito alla risoluzione approvata a larga maggioranza in Commissione Giustizia poche settimane fa, che impegna il Governo ad agire senza ulteriori ritardi in via diplomatica per ottenere l’estradizione di questi ricercati, da Paesi che restano grandi partner dell’Italia. Non c’è un solo buon motivo per non farlo: tanto più che dal 19 Gennaio di aprirà a Roma il processo “Labirinto”, che riguarda un insieme di relazioni ed ipotesi di condotte delittuose, da mettere in relazione con quanto esplorato dall’inchiesta Breakfast
Giustizia: Orlando, Palazzo Reggio Calabria pronto nel 2019
(ANSA) ROMA, 24 NOV – Il nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria sarà operativo nei primi mesi del 2019. E’ quanto emerge dalla risposta del ministro della Giustizia Andrea Orlando ad una interrogazione che gli era stata presentata dal deputato Pd Davide Mattiello. Nel documento il ministro informa che il comune di Reggio Calabria ha definito il bando per il completamento dei lavori, lavori sono stati sospesi per oltre due anni in seguito al fallimento della ditta appaltatrice. Per il completamento dell’opera il comune di Reggio Calabria ha messo a disposizione 17 milioni, la Regione ha reso disponibili ulteriori 25 milioni, dal Cipe arriveranno altri 3 milioni. Il progetto esecutivo è stato approvato nel luglio scorso e affidato alla Suap per la gestione delle procedure di gara ad evidenza pubblica; il termine ultimo di presentazione scade proprio in questi giorni. Nel documento inoltre il ministro ricorda che alla procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria sono stati assegnati tre posti di sostituto procuratore in incremento della dotazione prevista, “in considerazione del particolare impegno investigativo svolto dalla Direzione distrettuale antimafia”. Allo stato risultano in servizio presso l’ufficio giudiziario, oltre al procuratore della Repubblica, due procuratori della Repubblica aggiunti e 12 sostituti procuratori, con un indice di copertura pari al 23% rispetto alle previsioni di pianta organica.
Approvata la risoluzione che impegna il Governo sull’estradizione dagli Emirati
Mattiello: Sul trattato di estradizione e di
mutua assistenza giudiziaria tra l’Italia e gli Emirati arabi uniti, sottoscritto il 16 settembre 2016.
TESTO APPROVATO
La II Commissione,
premesso
che:
è
passato poco più di un anno dall’accordo siglato dal Ministro Orlando con le
autorità degli Emirati Arabi in materia di cooperazione giudiziaria e di
estradizione, consistente in un trattato di estradizione e di mutua assistenza
giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il
Governo degli Emirati Arabi Uniti, ed un accordo di cooperazione giudiziaria in
materia penale fra i due Paesi, con l’intento di migliorare e intensificare la
collaborazione fra Italia ed Emirati Arabi Uniti in materia di giustizia, alla
luce, da un lato, della crescita dei rapporti economici, finanziari e
commerciali e dell’aumento esponenziale del numero di connazionali residenti
negli EAU e, dall’altro, dell’aumento delle richieste di estradizione e di
assistenza giudiziaria formulate da parte italiana;
in
particolare, con il Trattato di estradizione i due Pesi si sono impegnati
reciprocamente a consegnare persone ricercate che si trovano sul proprio
territorio, per dare corso ad un procedimento penale o consentire l’esecuzione
di una condanna definitiva, mentre l’Accordo di mutua assistenza giudiziaria
impegna invece Italia ed Emirati Arabi Uniti a collaborare in materia di
ricerca e identificazione di persone, notificazione di atti e documenti,
citazione di soggetti coinvolti a vario titolo in procedimenti penali,
acquisizione e trasmissione di atti, documenti ed elementi di prova,
informazioni relative a conti presso istituti bancari e finanziari, assunzione
di testimonianze o di dichiarazioni (ivi inclusi gli interrogatori di indagati
ed imputati), espletamento e trasmissione di perizie, esecuzione di attività di
indagine, effettuazione di perquisizioni e sequestri, nonché sequestro,
pignoramento e confisca dei proventi del reato e delle cose pertinenti al
reato. L’accordo prevede inoltre che l’assistenza possa essere accordata anche
in relazione a reati tributari e fiscali;
ad
oggi l’Italia non ha ancora concluso questo percorso, ratificando il trattato,
percorso così positivamente intrapreso dal Governo al fine di sanare una
negativa smagliatura nei rapporti tra i due Paesi, che sono per altro ottimi partner
commerciali soprattutto nei settori dell’energia e della difesa. Gli Emirati,
per esempio, sono i primi importatori al mondo di sistema di difesa e armamenti
italiani;
il
3 marzo 2016 la ratifica dell’accordo è stata presentata in Consiglio dei
ministri per ottenerne l’approvazione, passaggio che sembrava una pura
formalità, essendo stato preceduto dal placet dei Ministeri interessati,
interno, giustizia, economia e finanze, ma punto all’ordine del giorno venne
rinviato e il trattato rimandato per ulteriori approfondimenti. Pare che il
nodo fosse legato alla pena di morte, presente nell’ordinamento emiratino, che
farebbe sorgere riserve circa la possibilità di ratificare un accordo di questo
tipo;
in
merito al ritardo nella ratifica dell’accordo è stata presentata
un’interrogazione a risposta in Commissione, la n. 5-09675;
il
Ministro Orlando, sin da subito, aveva reso noto l’interesse del Governo
italiano in merito ad una pronta operatività dei due accordi;
va
considerata in questo quadro, inoltre, positivamente la grande quantità di
trattati che, opportunamente, il Parlamento sta approvando in questo periodo su
materie analoghe. Per fare soltanto qualche esempio tra i più recenti votati
alla Camera ci sono quelli con Austria, Vietnam, Andorra, Stati Uniti
Messicani, Armeni, Iraq, Filippine;
la
presenza di latitanti in quei territori, purtroppo ad oggi, non è affatto
diminuita, e gli ultimi clamorosi fatti di cronaca accrescono la necessità e
l’urgenza di una piena e completa operatività dell’accordo: il riferimento è,
in ordine di tempo, prima all’individuazione negli Emirati di Cetti Serbelloni,
che deve scontare una condanna definitiva per aver evaso tasse in Italia per
circa un miliardo di euro, poi al ritrovamento di due opere di Van Gogh rubate
ad Amsterdam nel 2002, riconducibili ad attività di riciclaggio del
narcotrafficante Imperiale, lui pure individuato negli Emirati: si tratta di
fatti che si aggiungono all’ormai da tempo noto caso dell’ex-parlamentare
Matacena, condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso
esterno in associazione mafiosa nella fattispecie di ’ndrangheta e delinquenti
dediti al riciclaggio internazionale come messo recentemente in evidenza dalle
inchieste napoletane contro la camorra;
le
autorità giudiziarie italiane, che si occupano di casi legati alle richieste di
estradizione da quel Paese, hanno più volte segnalato come gli Emirati rischino
di diventare una sorta di porto franco per latitanti italiani e riciclatori
internazionali: diverse associazioni e personalità che si battono per la
legalità e gli organi di informazione più volte si sono occupati della vicenda,
con prese di posizione, servizi, inchieste, reportage e campagne, come
per esempio quella del giornale online Ytali,
impegna il Governo:
a
presentare con urgenza, il disegno di legge per l’autorizzazione alla ratifica
dei trattati di estradizione e di mutua assistenza giudiziaria tra l’Italia e
gli Emirati Arabi Uniti, sottoscritti dalle parti il 16 settembre 2015, ricercando le soluzione maggiormente
compatibili con la tutela dei principi costituzionali;
nelle
more della ratifica del trattato, a agire in via diplomatica al fine di
ottenere l’estradizione di Amedeo Matacena.
Carceri: condizioni migliori ai mafiosi se collaborano
(ANSA) – ROMA, 19 APR – “E’ importante l’iniziativa del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sulla esecuzione della pena: e’ giusto ribadire che la pena deve essere, oltre che certa, rispettosa della dignita’ della persona. Il fatto stesso che Orlando ci abbia riuniti a Rebibbia e’ stato un modo per mettere al centro il mondo carcerario, nel quale lavorano migliaia di uomini e donne in un contesto sicuramente stressante e delicato, a cui va la nostra gratitudine”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, alla giornata conclusiva degli Stati generali dell’esecuzione penale, in corso al carcere romano di Rebibbia. “Conviene ribadire, anche visti i recenti ‘chiari di luna’ in RAI, che la storia piu’ dolorosa del nostro Paese ci impone di trattare con una attenzione speciale i mafiosi condannati, che hanno diritto come chiunque altro di accedere a condizioni detentive migliori, a patto che collaborino con la giustizia, dicendo tutto cio’ che sanno e che hanno. Altrimenti e’ ragionevole presupporre la continuazione del delitto associativo, con tutte le conseguenze del caso”, conclude il deputato
Bruxelles: più cooperazione, non solo in UE
(ANSA) – ROMA, 22 MAR – “Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ragione, in un mondo globalizzato dal mercato e purtroppo anche da terrorismo non possono esistere zone franche dove la legalita’ non puo’ arrivare. Reagire al terrorismo allargando il piu’ possibile le maglie della legalita’ giudiziaria e investigativa e’ senz’altro necessario e lungimirante: la legalita’ non e’ soltanto efficace contro il terrorismo, ma anche contro la tentazione della guerra”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Quindi e’ giusto – spiega – costruire piu’ cooperazione giudiziaria internazionale non soltanto all’interno dell’Europa, ma anche con gli Stati extra europei maggiormente coinvolti direttamente o indirettamente: penso agli Emirati Arabi, che restano ad oggi proprio una di queste zone franche, nonostante sia stato firmato a Settembre del 2015 proprio dal ministro Orlando il pre-trattato di cooperazione giudiziaria. Purtroppo da quando il 3 Marzo il Consiglio dei Ministri ha rinviato per approfondimenti il Trattato, non se ne sa piu’ niente. Non e’ possibile ritardare ulteriormente”, conclude Mattiello
Riforma Codice Antimafia: auspico Senato confermi le scelte
(ANSA) – ROMA, 17 FEB – “Sono importanti le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla riforma del Codice Antimafia: auspico che il Senato confermi tutte le scelte strategiche fatte nella riforma votata dalla Camera l’11 Novembre”. A dirlo e’ il relatore alla Camera della Riforma, il Pd Davide Mattiello. “A cominciare dalla gestione delle aziende dal momento del sequestro, fino alla eventuale confisca definitiva: noi – precisa Mattiello – abbiamo previsto misure concrete di tutela per i lavoratori, in modo che il procedimento patrimoniale non faccia piu’ rima con fallimento dell’azienda. Ma e’ falso, come invece sento ripetere in questi giorni anche da autorevoli operatori, che la riforma non preveda mai la vendita: e’ vero il contrario, qualora l’azienda sequestrata si riveli essere una lavatrice di denaro sporco o qualora il bene immobile risulti non valorizzabile diversamente, essi potranno e dovranno essere venduti, evitando ogni spreco di denaro pubblico”. “Cosi’ come e’ falso che la riforma sminuisca il ruolo dell’Agenzia che al contrario abbiamo inteso rafforzare, facendola diventare l’attore principale della gestione provvisoria dei beni immobili e aziendali fin dal momento del sequestro, e l’attore principale della gestione e destinazione di quelli confiscati dal secondo grado. Saranno i decreti del Governo a stabilire come concretamente dare piu’ forza, in termini di personale qualificato, all’Agenzia medesima”, conclude il deputato.