(ANSA) – ROMA, 22 MAR – “Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ragione, in un mondo globalizzato dal mercato e purtroppo anche da terrorismo non possono esistere zone franche dove la legalita’ non puo’ arrivare. Reagire al terrorismo allargando il piu’ possibile le maglie della legalita’ giudiziaria e investigativa e’ senz’altro necessario e lungimirante: la legalita’ non e’ soltanto efficace contro il terrorismo, ma anche contro la tentazione della guerra”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Quindi e’ giusto – spiega – costruire piu’ cooperazione giudiziaria internazionale non soltanto all’interno dell’Europa, ma anche con gli Stati extra europei maggiormente coinvolti direttamente o indirettamente: penso agli Emirati Arabi, che restano ad oggi proprio una di queste zone franche, nonostante sia stato firmato a Settembre del 2015 proprio dal ministro Orlando il pre-trattato di cooperazione giudiziaria. Purtroppo da quando il 3 Marzo il Consiglio dei Ministri ha rinviato per approfondimenti il Trattato, non se ne sa piu’ niente. Non e’ possibile ritardare ulteriormente”, conclude Mattiello
A proposito delll’intervista di La Repubblica a Gioacchino La Barbera..
(ANSA) – ROMA, 21 SET – “Una intervista del genere merita una riflessione a partire dalle parole dedicate al colonnello De Caprio, recentemente ‘demansionato’, che hanno il sapore di una minaccia attualissima, avesse mai in mente, il Colonnello, di scrivere qualche altra memoria”. A sostenerlo il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia, commentando l’intervista di La Repubblica a Gioacchino La Barbera, boss che sistemo’ il tritolo a Capaci. Sui depistaggi sulla strage di Via D’Amelio: “niente di nuovo, se non fosse che le dichiarazioni arrivano nel momento in cui la Dda di Caltanissetta ha chiesto l’archiviazione proprio del procedimento sui depistaggi, il Procuratore Lari e’ stato promosso a Procuratore Generale di Caltanissetta e il dottor De Lucia, sostituto della Dna mercoledi’ in Commissione Antimafia confermava che e’ ormai troppo difficile pensare di reggere l’accusa in dibattimento su quei fatti, vecchi di oltre 20 anni”. Sulla golf bianca e Messina Denaro “di nuovo colpisce la tempistica delle dichiarazioni. Poche settimane fa la dottoressa Teresa Principato proprio riguardo a Messina Denaro aveva parlato di protezioni altissime, le quali, mi viene ora da aggiungere, e’ bene che non dimentichino per quale motivo Denaro non deve essere toccato: lui ha i documenti di Riina. E mancano poche settimane all’apertura a Palermo del processo di appello contro il gia’ senatore D’Ali’, ritenuto dalla Principato uno dei nodi della rete di protezione di Denaro”. Infine sui Servizi presenti a Capaci, per Mattiello “quella frase "mi hanno fatto vedere le foto sbagliate” fa pensare a quei sei mesi in piu’ di indagini ordinati dal Gip di Palermo sull’omicidio di Nino Agostino e sua moglie Ida, collegato in qualche modo all’assassinio di Piazza e al ‘fallito’ attentato all’Addaura, mesi che stanno correndo via". Insomma, se “Bolzoni fa bene a chiosare rivolgendo un appello a La Barbera perche’ dica quello che ancora non ha detto”, per l’esponente del Pd “e’ bene riprendere altre sagge parole dello stesso Bolzoni: quando chiedeva la medesima cosa a chi dentro lo Stato sapesse”.(ANSA)
Lontano dai riflettori le mafie si rafforzano
“Organizzazione mafiose si rafforzano quando riflettori altrove” (ANSA) – ROMA, 26 AGO – “Le organizzazioni mafiose ci hanno abituato alla capacita’ di rafforzarsi proprio quando i riflettori sono puntati altrove. A Foggia e nel foggiano la situazione e’ sempre piu’ preoccupante: almeno cinque attentati intimidatori nel giro di pochi giorni”. A sottolinearlo e’ Davide Mattiello, Pd, componente della Commissione Antimafia. “Il 31 luglio, quindi prima di questa ultima serie di scoppi – ricorda – la Commissione Antimafia si era recata a Foggia proprio per fare il punto sulla "Societa’ foggiana”, sulle attivita’ illecite nell’area garganica, sui raid militarizzati a scopo di rapina che partono dall’area di Cerignola. Avevamo raccolto la preoccupazione per una certa sottovalutazione: fatti criminali anche gravi, che pero’ non subiscono la sanzione del 416 bis. Nessuno puo’ dimenticare il sacrificio di Francesco Marcone, onesto funzionario pubblico, per questo ucciso il 31 marzo 1995. Da allora sono trascorsi quasi 20 anni, eppure non c’e’ verita’ su questo omicidio. Nessuno – prosegue Mattiello – puo’ sottovalutare l’interesse dimostrato dalla famiglia di Riina per il territorio pugliese, eleggendo domicilio a San Pacrazio salentino, che dista soltanto 51 km dalla localita’ di origine di quell’Alberto Lorusso, che di Salvatore Riina e’ stato “dama di compagnia” tra l’aprile e il dicembre 2013: il periodo delle esternazioni e delle minacce di Riina all’indirizzo dei Pm palermitani. Una delle poste in gioco in questi movimenti criminali potrebbe essere il controllo del traffico di armi provenienti dai Balcani. Chi e per cosa ha interesse a riarmare?“.