(ANSA) – ROMA, 21 SET – “Una intervista del genere merita una riflessione a partire dalle parole dedicate al colonnello De Caprio, recentemente ‘demansionato’, che hanno il sapore di una minaccia attualissima, avesse mai in mente, il Colonnello, di scrivere qualche altra memoria”. A sostenerlo il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia, commentando l’intervista di La Repubblica a Gioacchino La Barbera, boss che sistemo’ il tritolo a Capaci. Sui depistaggi sulla strage di Via D’Amelio: “niente di nuovo, se non fosse che le dichiarazioni arrivano nel momento in cui la Dda di Caltanissetta ha chiesto l’archiviazione proprio del procedimento sui depistaggi, il Procuratore Lari e’ stato promosso a Procuratore Generale di Caltanissetta e il dottor De Lucia, sostituto della Dna mercoledi’ in Commissione Antimafia confermava che e’ ormai troppo difficile pensare di reggere l’accusa in dibattimento su quei fatti, vecchi di oltre 20 anni”. Sulla golf bianca e Messina Denaro “di nuovo colpisce la tempistica delle dichiarazioni. Poche settimane fa la dottoressa Teresa Principato proprio riguardo a Messina Denaro aveva parlato di protezioni altissime, le quali, mi viene ora da aggiungere, e’ bene che non dimentichino per quale motivo Denaro non deve essere toccato: lui ha i documenti di Riina. E mancano poche settimane all’apertura a Palermo del processo di appello contro il gia’ senatore D’Ali’, ritenuto dalla Principato uno dei nodi della rete di protezione di Denaro”. Infine sui Servizi presenti a Capaci, per Mattiello “quella frase "mi hanno fatto vedere le foto sbagliate” fa pensare a quei sei mesi in piu’ di indagini ordinati dal Gip di Palermo sull’omicidio di Nino Agostino e sua moglie Ida, collegato in qualche modo all’assassinio di Piazza e al ‘fallito’ attentato all’Addaura, mesi che stanno correndo via". Insomma, se “Bolzoni fa bene a chiosare rivolgendo un appello a La Barbera perche’ dica quello che ancora non ha detto”, per l’esponente del Pd “e’ bene riprendere altre sagge parole dello stesso Bolzoni: quando chiedeva la medesima cosa a chi dentro lo Stato sapesse”.(ANSA)