Forse è un lapsus quello del Presidente Albamonte, da prendere comunque molto sul serio. Nella intervista rilasciata a Repubblica il dott. Albamonte, PM della Procura di Roma, da poco nuovo presidente dell’ANM, intervenendo con grande equilibrio sulla vicenda CONSIP, mette in guardia da un altro rischio: quello della violazione del segreto istruttorio, un rischio che sarebbe aumentato da quando il Legislatore nell’agosto del 2016 ha introdotto l’obbligo di informazione gerarchica in capo alla Polizia Giudiziaria. Ma nella vicenda CONSIP la delega di Polizia Giudiziaria, fino a che l’inchiesta è stata fatta dalla Procura di Napoli, l’ha avuta il NOE dei Carabinieri, per i quali l’obbligo di informare la linea gerarchica è sancito dal 2010. Forse il dott. Albamonte nel sottolineare la problematicità di queste norme, problematicità che io condivido, aveva in mente un’altra vicenda: quella dello spione-massone Giulio Occhionero, che è costata il posto al dott. Di Legami, allora capo della Polizia Postale, con delega di PG. Il titolare dell’inchiesta è proprio il dott. Albamonte, che ha chiesto il giudizio immediato sulla vicenda Occhionero. Una inchiesta che merita la massima attenzione perché è un’altra di quelle storie che rimanda ai sistemi di potere, così determinanti nel nostro Paese. Dovremo pure capire per chi lavorassero da anni i fratelli Occhionero, archiviando quintali di informazioni sensibili, a meno di considerare GIULIO Occhionero un curioso collezionista. Per questo auspico che il giudizio sia tanto immediato quanto profondo