‘Ndrangheta: la legge NON e’ uguale per tutti

(ANSA) – ROMA, 22 GIU – “La legge non e’ uguale per tutti, se ne facciano una ragione magistrati e investigatori. Un’altra brillante operazione resa possibile dalla capacita’ delle forze dell’ordine e dall’esistenza di norme giuste che consentono la collaborazione tra Paesi diversi. Questa notizia impressiona perche’ potrebbe arrivare dagli Emirati, anziche’ dalla Svizzera, se soltanto il Governo facesse funzionare il Trattato di cooperazione giudiziaria che invece non c’e’”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, a proposito dell’estradizione, dalla Svizzera, del boss Antonio Nucera, detto ‘Ntonaci, esponente di vertice della omonima cosca di Condofuri (RC) latitante dal 2013. “Impressiona perche’ anche negli Emirati Arabi – osserva Mattiello – c’e’ un Nucera (l’imprenditore savonese Andrea Nucera ndr), ricercato dalla giustizia italiana: un Nucera del ponente ligure, che potrebbe essere collegato ai Nucera coinvolti nell’operazione della DDA di Genova che ha interessato il levante negli scorsi giorni. Perche’ e’ la medesima DDA di Reggio Calabria che ha interesse a far rientrare in Italia latitanti come l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, per un titolo analogo a quello per il quale e’ stato tratto dalla Svizzera il Nucera della notizia: una ordinanaza di custodia cautelare”. “C’e’ di piu’: sono relatore in Commissione Giustizia di un parere relativo ad un ddl di ratifica di un ulteriore trattato di cooperazione giudiziaria e doganale tra Italia e… Svizzera! Stringiamo le viti con la Svizzera, dove ormai da anni l’aria e’ cambiata e le lasciamo colpevolmente lasse negli Emirati, che sono per molti il nuovo Eldorado dove stare senza pensieri”, conclude il deputato

Gdf: regalo anniversario e’ Trattato con Emirati

(ANSA) – ROMA, 21 GIU – “Il Trattato di Cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi sarebbe un bel regalo per il compleanno della Guardia di Finanza. Oggi il 242mo anniversario dalla fondazione del Corpo, e’ occasione per ricapitolare i risultati importanti conseguiti anche quest’anno dalla Guardia di Finanza e mi colpiscono soprattutto quelli conseguiti sul piano del contrasto al riciclaggio di denaro sporco e sul piano della prevenzione patrimoniale”. A sottolinearlo e’ il deputato del Pd Davide Mattiello Pd, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Giuste le parole di elogio del Presidente della Repubblica, Mattarella, ma sono convinto che non meno giusto sarebbe onorare il lavoro dei Finanzieri abbattendo uno dei muri che rende piu’ complicato il loro lavoro: l’assenza di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. Quasi non c’e’ inchiesta – osserva il deputato – che non abbia a che fare con il riciclaggio internazionale di denaro o con il narco-traffico che non porti negli Emirati (Eau), paese amico dell’Italia quando si tratta di fare soldi, molto meno amico quando si tratta di fare chiarezza e di collaborare per assicurare alla giustizia delinquenti di varia specie. Dal 3 marzo del Trattato non si sa piu’ nulla, inspiegabilmente. Mettere lo Stato nelle migliori condizioni di fare lo Stato – conclude Mattiello – e’ un modo serio per testimoniare gratitudine e rispetto verso chi sta in prima linea sul fronte della legalita’ e quest’anno sarebbe anche un modo concreto per commemorare il rimpianto colonnello Omar Pace tragicamente scomparso”.

‘Ndrangheta e Torino: Roberto, le parole sono importanti

Caro Roberto, può anche darsi che, come dici tu, la ‘ndrangheta consideri Torino come propria terra di conquista: ma si sbaglia! Torino non ha rimosso la memoria di Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta il 26 Giugno del 1983, dedicandogli il nuovo Tribunale, ma soprattutto non smettendo di indagare accanitamente la realtà, tanto è vero che nel Dicembre 2015 è stato arrestato a Torino, con una brillante operazione della Squadra Mobile, Schirripa presunto autore materiale del delitto e il 7 di Luglio a Milano si aprirà il processo. La cascina dei Belfiore, Domenico è l’unico condannato come mandante dell’omicidio, è dal 2007 bene confiscato e assegnato alla gestione della rete di Libera. Si sono sbagliati gli ‘ndranghetisti, perché nel 2006, quando Rocco Varacalli cominciava segretamente a collaborare con i magistrati torinesi, oltre 40.000 persone marciavano sotto la pioggia per commemorare tutte le vittime innocenti di mafia. Si sono sbagliati gli ‘ndranghetisti, perché nel 2011 grazie al lavoro di Forze dell’ordine e Magistrati è scattata l’operazione Minotauro, prima di una serie di operazioni con centinaia di arresti, che hanno prodotto già decine di condanne ormai definitive in Cassazione per 416 bis, che dicono che la mafia c’è, ma che gli anticorpi hanno funzionato. Si sono sbagliati gli ‘ndranghetisti perché non hanno fatto i conti con il senso di Stato che resiste a Torino e ha portato l’allora Procuratore Generale Gian Carlo Caselli a fare un passo indietro in carriera accettando l’incarico di Procuratore della Repubblica a Torino proprio per dare continuità al lavoro investigativo che si stava facendo tra il 2006 e il 2011. Si sono sbagliati gli ‘ndranghetisti perché il Comune di Torino ha fatto propria la lezione istituendo la commissione consigliare per la legalità che ha mantenuto alta l’attenzione e costante il confronto con le altre Istituzioni. Tant’è che soltanto il programma elettorale del Sindaco uscente, Fassino, ha un paragrafo esplicito che riguarda il contrasto alla mafia, con proposte concrete. Le parole sono importanti, Roberto tu lo sai, ed è importante usare la parola mafia, perché allude ad una realtà specifica che non va elusa, noi lo sappiamo, per questo diciamo mafia: per conoscerla e continuare a combatterla, col rigore della normalità della legge e la forza dell’attività culturale. Te lo scrissi già in passato, in vano: vieni a vedere.

Stato-Mafia: sostegno a magistrati Palermo

(ANSA) – ROMA, 15 GIU – “Abbiamo il dovere di fare attenzione a quello che succede nel ‘processo Trattativa’. Oggi e domani la Corte d’Assise del Tribunale di Palermo titolare del processo ‘Trattativa’ svolge importanti udienze a Roma: una occasione per parteciparvi testimoniando ancora una volta rispetto per cio’ che sta avvenendo in questo dibattimento”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Proprio in un momento in cui varie voci si levano per fischiare la fine della partita, decretando che il processo- Trattativa starebbe ormai su un binario morto –  sostiene il deputato – e’ importante ribadire il pieno sostegno ai magistrati del tribunale di Palermo, consapevoli che episodi come le assoluzioni di Mannino, di Mori, di Obinu non rappresentano affatto la fine della storia. Cio’ che e’ successo tra il 1989 e il 1994 non ha smesso di succedere e avvelena ancora il nostro presente democratico, altrimenti Messina Denaro, custode dei documenti portati via dal covo di Riina, non sarebbe latitante e forse avremmo il Trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi operativo”.

Camorra – Sequestro ai Candurro ottima notizia

(ANSA) – ROMA, 14 GIU – “Il sequestro di prevenzione ordinato dal Tribunale di Napoli contro i Candurro e’ una ottima notizia per diversi motivi. Il presupposto del sequestro e’ l’indagine patrimoniale svolta dalla DIA di Napoli che si conferma una risorsa irrinunciabile nel contrasto alle mafie”. A pensarlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia della Camera. “Nello specifico – sottolinea – va evidenziata l’opportunita’ dell’autonomia nella proposta delle misure di prevenzione: i Candurro erano noti agli inquirenti da circa un decennio, ma soltanto ora e su impulso della DIA e’ arrivato il provvedimento di prevenzione. Questa autonomia non puo’ certo tradursi in inefficienti sovrapposizioni e in questo senso va inteso il necessario coordinamento informativo che abbiamo previsto nella riforma del Codice Antimafia, oggi all’attenzione del Senato che ha fissato al 23 Giugno il termine per gli emendamenti. Questo sequestro, per altro verso, ribadisce – prosegue il deputato dem – l’importanza della cooperazione giudiziaria internazionale quando si tratta di far emergere grandi capitali che vengono riciclati usando ogni mezzo messo a disposizione dal mercato globale: come puo’ il nostro Paese non concludere il Trattato con gli Emirati Arabi Uniti? Eppure si moltiplicano i segnali che individuano negli EAU uno degli snodi piu’ importanti sia per il riciclaggio, che per le latitanze”. “Infine una doverosa menzione al capo centro DIA di Napoli, dottor Linares: lo Stato si ricordi del valore di questi funzionari, che tale resta tanto quando tagliano le unghie ai mafiosi che trafficano e riciclano, tanto quando inchiodano alle proprie responsabilita’ quei mafiosi "altolocati” per dirla con una espressione del procuratore aggiunto di Palermo, Maria Teresa Principato, che rappresentano una minaccia ancor piu’ grave per la Repubblica", conclude Mattiello.

Ora accordo giustizia con Emirati

(ANSA) – ROMA, 10 GIU – “Ora il Consiglio dei Ministri approvi subito il Trattato di Cooperazione Giudiziaria con gli Emirati Arabi, altrimenti questa notizia avra’ il sapore di una beffa”. A dichiararlo e’ deputato Pd Davide Mattiello, che fa riferimento alla notizia della ratifica, nel Consiglio dei ministri di oggi, dell’accordo di Cooperazione tra il Governo italiano e il Governo degli Emirati Arabi Uniti (Eau), nell’ambito della cultura, arte e patrimonio, siglato a Dubai il 20 novembre 2012. “E’ senz’altro vero che con la cultura si mangia – osserva il deputato, che da tempo chiede la ratifica dell’accordo di Cooperazione giudiziaria tra l’Italia e gli Emirati Arabi anche per riportare in Italia i latitanti italiani – ed e’ immaginabile quanto nella prospettiva aperta dal Trattato di cooperazione culturale approvato oggi dal Consiglio dei ministri con gli Emirati Arabi Uniti, ma la legalita’ deve venire prima. Senza legalita’ anche la cultura rischia di essere una grottesca ipocrisia”. “Investigatori e magistrati italiani in prima linea stanno aspettando da anni che Italia e Eau approvino e rendano efficace il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione in assenza del quale latitanti di peso italiani come l’ex deputato Amedeo Matacena e narco-riciclatori restano impuniti e tranquilli: il Governo non li deluda”. “Quando il 3 marzo il Trattato di cooperazione giudiziaria, gia’ sul tavolo del CdM, venne mandato indietro, si disse che erano stati necessari degli approfondimenti relativi alla compatibilita’ giuridica tra i due ordinamenti in alcuni punti troppo diversi, a causa di principi ispiratori divergenti: siamo convinti che questi dubbi possano essere considerati superati a questo punto, visto che non ne sono stati sollevati per siglare il patto di cooperazione culturale”, conclude Mattiello

#unsaccogiusto

Noviello e Del Prete onorano la memoria dei loro padri che da imprenditori per bene sono stati ammazzati dalla Camorra perché non si sono piegati. Lo Stato, che fin qui li ha sostenuti, continui a farlo, con una avvertenza: lo ‘Stato’ siamo tutti noi e ognuno può fare la propria parte, anche semplicemente orientando i propri consumi. La camorra infatti fa affari milionari mettendo sul mercato shopper illegali e inquinanti: decidere di acquistare gli shopper della Coop 21 significa interferire direttamente con questo business mafioso. Gennaro e Massimiliano con la loro impresa offrono a tutti noi la possibilità di dare un calcio alla mafia

Mondragone: lo Stato abbia cura di Zoccola

‘Quello Zoccola è diventato peggio di un carabiniere’ questa e molte altre frasi inequivocabili che trasudano odio e progetti violenti nelle intercettazioni dell’operazione che il 24 Maggio scorso ha portato agli arresti di 57 persone a MONDRAGONE. Ma chi è Zoccola? È il Vice Sindaco di Mondragone autore di ripetute denunce a causa delle quali Zoccola ha subito due attentati dinamitardi e da allora vive blindato con tutta la famiglia. Zoccola ha subito danni permanenti gravi e ha giustamente chiesto allo Stato di intervenire come la legge prevede: da almeno un anno la pratica è ferma perché Zoccola non viene chiamato dalla Commissione medica per constatare il danno, già certificato da altri medici. Ho segnalato la situazione ripetutamente, anche al Prefetto De Felice in Commissione Antimafia qualche settimana fa. Non ha senso trattare persone come Zoccola in questo modo: lo Stato dovrebbe averne cura perché rappresentano la prima linea del conflitto sul territorio. Ma anche la politica dovrebbe averne più cura: ci sono eccome persone oneste che anche in territori difficili cercano il consenso senza voto di scambio, ma con il rigore del proprio comportamento.

Migranti: arresto boss eritreo e’ paradigmatico

(ANSA) – ROMA, 8 GIU – “Quanto sono forti gli interessi che impediscono all’Italia di fare il trattato di Cooperazione Giudiziaria con gli Emirati Arabi?” A chiederselo e’ il deputato  Pd Davide Mattiello, dopo l’arresto di Mered Yehdego Medhane, eritreo, boss di migranti catturato in Sudan ed estradato in Italia grazie ad una vasta cooperazione internazionale. “Per rispondere non basta l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, che a Dubai e’ latitante dall’agosto del 2013 – osserva il deputato del Pd – ormai ne sono convinto. "La notizia dell’arresto del "generale”, un criminale esponente di quella nuova generazione di mafiosi che ha imparato a fare affari nella globalizzazione, attraverso lo sfruttamento delle persone e la finanza internazionale, e’ paradigmatica. Questa storia infatti – prosegue Mattiello – mette in evidenza quanto possano e sappiano fare la magistratura italiana coadiuvata da forze dell’ordine e servizi di informazione a patto che ci siano norme adeguate a sostenere la cooperazione investigativa e giudiziaria tra Stati. E’ lecito trarne una conseguenza: quando le norme mancano, e’ soltanto perche’ non c’e’ la volonta’ politica per farle. E il cerchio si chiude. Il trattato che non c’e’ tra Italia ed Emirati e’ una ferita aperta, che sta dando un vantaggio vergognoso alla criminalita’ italiana"

Chi calpesta vite non puo’ pensare a oblio

(ANSA) – ROMA, 7 GIU – “Se la mafia e’ una montagna di m.., un boss come quello ne rappresenta senz’altro un bel pezzo e chi ha passato una vita intera a calpestare vite umane, accaparrando denaro illecito, non puo’ pensare che la morte dia diritto all’oblio”. Lo scrive su Fb il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia, a proposito della nuova udienza, prevista oggi a Trapani, nell’ambito del processo al giornalista Rino Giacalone, che e’ stato querelato dalla moglie di un boss mafioso morto, Mariano Agate. “Al contrario, la maledizione di quelle condotte – osserva Mattiello – deve essere parte integrante e continua nella manutenzione della coscienza collettiva: nessuno sconto, nessuna accomodante normalizzazione”.