(ANSA) – ROMA, 8 GIU – “Quanto sono forti gli interessi che impediscono all’Italia di fare il trattato di Cooperazione Giudiziaria con gli Emirati Arabi?” A chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, dopo l’arresto di Mered Yehdego Medhane, eritreo, boss di migranti catturato in Sudan ed estradato in Italia grazie ad una vasta cooperazione internazionale. “Per rispondere non basta l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, che a Dubai e’ latitante dall’agosto del 2013 – osserva il deputato del Pd – ormai ne sono convinto. "La notizia dell’arresto del "generale”, un criminale esponente di quella nuova generazione di mafiosi che ha imparato a fare affari nella globalizzazione, attraverso lo sfruttamento delle persone e la finanza internazionale, e’ paradigmatica. Questa storia infatti – prosegue Mattiello – mette in evidenza quanto possano e sappiano fare la magistratura italiana coadiuvata da forze dell’ordine e servizi di informazione a patto che ci siano norme adeguate a sostenere la cooperazione investigativa e giudiziaria tra Stati. E’ lecito trarne una conseguenza: quando le norme mancano, e’ soltanto perche’ non c’e’ la volonta’ politica per farle. E il cerchio si chiude. Il trattato che non c’e’ tra Italia ed Emirati e’ una ferita aperta, che sta dando un vantaggio vergognoso alla criminalita’ italiana"