(ANSA) – ROMA, 19 NOV – “Adesso che il racconto della storia di Lea e Denise ha aiutato tanti a riflettere sul bisogno di protezione che c’e’ in questo Paese, diamoci forza per cambiare la legge”. A chiederlo e’ Davide Mattiello Pd, coordinatore del quinto comitato della Commissione parlamentare Antimafia che si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia. “Perche’ una legge per i testimoni di giustizia non c’e’ – spigaMattiello – e permane la confusione con i collaboratori. Perche’ l’inserimento lavorativo di chi e’ uscito dal programma speciale di protezione non funziona ancora. Perche’ se la mafia uccide un magistrato i ruoli sono chiari e la legge per i familiari funziona, ma se la mafia sbrana chi si ribella all’interno del proprio stesso cerchio, la legge si inceppa. Perche’ chi vuole rompere con quei legami familiari, anche se non ha informazioni preziose per la giustizia, deve trovare lo Stato”. “Le proposte sono tutte sul tavolo: la Commissione Antimafia dopo aver approvato all’umanita’ una relazione nell’Ottobre del 2014, ha all’esame una proposta di legge di riforma, il Ministero dell’Interno ha presentato quasi un mese fa la Carta dei diritti e dei doveri per testimoni e collaboratori. Insomma ci vuole soltanto uno sforzo. Un altro, ma e’ semplicemente un dovere”, conclude il deputato.