Il furore ideologico diventa un regalo ai boss

Fermatevi!

Il furore ideologico diventa un regalo ai boss.
Oggi va in Aula in Senato il “nuovo” articolo 416 ter promosso dal Sen. Giarrusso dei 5Stelle (candidato in pectore alla presidenza della Commissione Antimafia).
Basta leggere gli atti del Senato (la scheda tecnica e il parere della Prima Commissione) per accorgersi che approvarlo sarebbe disastroso:
– diventa diabolico dimostrare che chi accetta la promessa dei voti abbia consapevolezza di trattare con un condannato per 416 bis
– la “disponibilità a soddisfare bisogni ed interessi” è incostituzionale perchè viola il principio di tassatività della norma penale
– il ritorno all’equiparazione tra pene del 416 bis e pene del 416 ter è incostituzionale, perchè viola il principio di proporzionalità più volte richiamato da sentenze della Corte Costituzionale.
Faccio una proposta di buon senso: si voti il ritorno in Commissione e si apra una indagine conoscitiva sul funzionamento della norma attualmente vigente, si interroghi cioè la Cassazione su come venga o meno applicata la norma così come l’abbiamo riformata nella XVII Legislatura. Sarebbe poi altrettanto onorevole sollecitare la costituzione della Commissione Antimafia, che invece resta sospesa nel limbo, per acquisire un parere pure dalla Commisione che più di ogni altra dovrebbe fare questo lavoro.
Talvolta la prudenza è più rivoluzionaria del furore!

Motivazioni sentenza Minotauro: “Un contributo all’utilizzo del 416ter”

ROMA, 30 NOV – Arrivano dalla Corte di Appello di Torino le motivazioni a sostegno della sentenza di condanna d’Appello pronunciata nell’ambito del processo “Minotauro” il 28 maggio scorso. “Sono un contributo all’utilizzo del 416 ter”, il reato di voto di scambio politico mafioso al centro di molte critiche quando fu riformato, oltre un anno e mezzo fa, dice il deputato Pd DavideMattiello, che fu relatore di quella riforma. La sentenza aveva applicato il 416 ter in riferimento al patto tra Battaglia, Macri’, Catalano, Iaria e altri sodali, a sostegno della candidatura alle Europee del 2009 di Bertot. “Ora – afferma Mattiello – le motivazioni fanno capire il perche’: i giudici della Corte di Appello, ribadendo correttamente che per i fatti commessi nel 2009 non possa che applicarsi la norma allora vigente, eccezion fatta per la riformulazione della pena, argomentano tenendo in conto proprio la novella approvata dal Parlamento nel 2014, illuminando alcuni aspetti rilevanti del significato della norma. I giudici di Torino infatti sottolineano che il 416 ter deve continuare ad intendersi come reato di pericolo e non di danno, che deve essere provata la consapevolezza in chi chiede la promessa di voti di rivolgersi alla mafia, ma che non deve essere provato ne’ l’esplicito riferimento ad un qualche metodo mafioso di raccolta dei voti al momento dello scambio delle promesse, ne’ tanto meno che questo metodo sia stato successivamente posto in essere. E’ la consapevolezza della intrinseca mafiosita’ del soggetto al momento della formulazione del patto che fa la differenza”. “Particolarmente apprezzabile la motivazione, perche’ fatta tenendo esplicitamente in conto le due differenti sentenza di Cassazione, la Antinoro e la Polizzi e la recente audizione del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Roberti in Commissione Antimafia”, conclude Mattiello. Il processo d’appello dell’inchiesta Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta nel torinese e’ terminato con 45 condanne e 25 assoluzioni. In primo grado le condanne erano state 36.

Adesso alzare le pene del 416 ter

ROMA, 1 APR – “Ora dobbiamo alzare le pene del 416 ter”, il reato di voto di scambio politico mafioso. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia e relatore per la maggioranza della riforma del 416 ter. “Il testo approvato dal Senato – spiega l’esponente dem – contiene anche pene piu’ severe per il 416 bis, associazione mafiosa, questa novita’ ci consente di proporre l’aumento delle pene previste per il 416 ter, mantenendo una proporzionale differenziazione tra le due condotte, entrambe gravissime, ma oggettivamente diverse”. “Un impegno – conclude Mattiello – che personalmente mi sono assunto da tempo, raccogliendo le perplessita’ espresse in particolare da Libera, promotrice dellaavanti sia stato fatto e altri ce ne attendono”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, commentando l’approvazione al Senato del ddl anticorruzione. (ANSA)

Le parole di Cantone sono la migliore risposta ai grilli parlanti

Le parole di Raffaele Cantone sono molto importanti perche’ dimostrano l’impegno, il travaglio e l’equilibrio con cui abbiamo lavorato alla Camera per scrivere una norma in grado di recepire le criticita’ indicate dai magistrati, sintetizzate in una intervista dal presidente dell’Anm Sabelli, e le esigenze politiche di tener conto della complessita’ della materia". Cosi’ Davide Mattiello, deputato Pd e relatore del provvedimento di riforma del 416/ter. “Senz’altro questo testo, per quanto tutto sia perfettibile, e’ oggi in grado di punire duramente il politico che si vende alla mafia e, come rileva anche Cantone, tiene conto del principio della proporzionalita’ della pena stabilendo il carcere da 4 a 10 anni. Percio’ i toni sferzanti di alcuni polemisti, che danno sponda allo spettacolo mediato sollevato dai 5 Stelle insieme alla Lega, sono davvero insopportabili e privi di alcun fondamento e le parole del presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione, come quelle arrivate subito dopo il voto della Camera di Franco Roberti, sono la miglior risposta a tutti i grilli parlanti. Ora il Senato faccia presto, voti la prossima settima la legge.

 

416 ter: respinti gli emendamenti di Forza Italia

A larga maggioranza abbiamo respinto oggi in commissione Giustizia gli emendamenti proposti da Forza Italia che miravano a modificare nuovamente il testo del 416 ter. Superato questo tentativo di affossare il provvedimento, è stato approvato il testo già votato dal Senato. Ora si attende il voto definitivo dell’Aula. Mi sono assunto la responsabilità come relatore del provvedimento di sostenere tutte le modifiche fatte al Senato, anche se resta la preoccupazione per un possibile giudizio di incostituzionalità da parte della Consulta in merito alla indeterminatezza di una parte della condotta che definisce il voto di scambio