Mafia: Operazione ‘due mari’ dimostra la nostra straordinaria capacità investigativa

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(ANSA) – ROMA, 30 GIU – “L’operazione Due Mari e’ una nuova, straordinaria prova della capacita’ investigativa di magistratura e forze dell’ordine italiane e della importanza della cooperazione internazionale tra inquirenti e polizie”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Le mafie – spiega – si sono globalizzate e la cocaina e’ senz’altro uno dei collanti principali tra le organizzazioni criminali a livello mondiale: giusto e doveroso per tanto rispondere con una analoga globalizzazione dei sistemi repressivi e di prevenzione. Quando lo fa, lo Stato vince, perche’ e’ piu’ forte. Proprio per questo oggi sembra ancor piu’ grave l’assenza del Trattato di Cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi Uniti (Eau): inchieste delicatissime proprio della DDA di Reggio Calabria hanno gia’ dimostrato come gli Emirati siano considerati un porto franco dai latitanti italiani e un hub per il riciclaggio di denaro sporco. Non passa settimana senza che la rete internazionale di cooperazione giudiziaria si allarghi di qualche nuovo nodo: soltanto ieri sono stato relatore in Commissione Giustizia Camera del parere favorevole al trattato di Cooperazione con il Qatar”. “Perche’ invece – si chiede il deputato dem – il trattato con gli EAU, che pure il 3 Marzo era pronto per l’approvazione del Consiglio dei Ministri, e’ sparito dai "radar”? Perche’ l’Italia non e’ stata ancora in grado di far eseguire il provvedimento cautelare nei confronti di Speziali, coinvolto nell’inchiesta sulla latitanza di Matacena, che a quanto pare si trova ancora in Libano? Questo lavoro della DDA di Reggio Calabria, che muove dall’inchiesta Breakfast e ha il merito, che per alcuni e’ un demerito, di lambire la politica che conta nel nostro Paese, dovrebbe godere delle medesima sacrosanta attenzione di cui gode una operazione che smantella un pezzo di narcotraffico, come l’operazione Due Mari. Non fosse altro per onorare la memoria del colonnello Omar Pace, che tanto aveva fatto e ancora tanto avrebbe potuto fare", conclude.

‘Ndrangheta: la legge NON e’ uguale per tutti

(ANSA) – ROMA, 22 GIU – “La legge non e’ uguale per tutti, se ne facciano una ragione magistrati e investigatori. Un’altra brillante operazione resa possibile dalla capacita’ delle forze dell’ordine e dall’esistenza di norme giuste che consentono la collaborazione tra Paesi diversi. Questa notizia impressiona perche’ potrebbe arrivare dagli Emirati, anziche’ dalla Svizzera, se soltanto il Governo facesse funzionare il Trattato di cooperazione giudiziaria che invece non c’e’”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, a proposito dell’estradizione, dalla Svizzera, del boss Antonio Nucera, detto ‘Ntonaci, esponente di vertice della omonima cosca di Condofuri (RC) latitante dal 2013. “Impressiona perche’ anche negli Emirati Arabi – osserva Mattiello – c’e’ un Nucera (l’imprenditore savonese Andrea Nucera ndr), ricercato dalla giustizia italiana: un Nucera del ponente ligure, che potrebbe essere collegato ai Nucera coinvolti nell’operazione della DDA di Genova che ha interessato il levante negli scorsi giorni. Perche’ e’ la medesima DDA di Reggio Calabria che ha interesse a far rientrare in Italia latitanti come l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, per un titolo analogo a quello per il quale e’ stato tratto dalla Svizzera il Nucera della notizia: una ordinanaza di custodia cautelare”. “C’e’ di piu’: sono relatore in Commissione Giustizia di un parere relativo ad un ddl di ratifica di un ulteriore trattato di cooperazione giudiziaria e doganale tra Italia e… Svizzera! Stringiamo le viti con la Svizzera, dove ormai da anni l’aria e’ cambiata e le lasciamo colpevolmente lasse negli Emirati, che sono per molti il nuovo Eldorado dove stare senza pensieri”, conclude il deputato

Gdf: regalo anniversario e’ Trattato con Emirati

(ANSA) – ROMA, 21 GIU – “Il Trattato di Cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi sarebbe un bel regalo per il compleanno della Guardia di Finanza. Oggi il 242mo anniversario dalla fondazione del Corpo, e’ occasione per ricapitolare i risultati importanti conseguiti anche quest’anno dalla Guardia di Finanza e mi colpiscono soprattutto quelli conseguiti sul piano del contrasto al riciclaggio di denaro sporco e sul piano della prevenzione patrimoniale”. A sottolinearlo e’ il deputato del Pd Davide Mattiello Pd, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Giuste le parole di elogio del Presidente della Repubblica, Mattarella, ma sono convinto che non meno giusto sarebbe onorare il lavoro dei Finanzieri abbattendo uno dei muri che rende piu’ complicato il loro lavoro: l’assenza di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi Uniti. Quasi non c’e’ inchiesta – osserva il deputato – che non abbia a che fare con il riciclaggio internazionale di denaro o con il narco-traffico che non porti negli Emirati (Eau), paese amico dell’Italia quando si tratta di fare soldi, molto meno amico quando si tratta di fare chiarezza e di collaborare per assicurare alla giustizia delinquenti di varia specie. Dal 3 marzo del Trattato non si sa piu’ nulla, inspiegabilmente. Mettere lo Stato nelle migliori condizioni di fare lo Stato – conclude Mattiello – e’ un modo serio per testimoniare gratitudine e rispetto verso chi sta in prima linea sul fronte della legalita’ e quest’anno sarebbe anche un modo concreto per commemorare il rimpianto colonnello Omar Pace tragicamente scomparso”.

Ora accordo giustizia con Emirati

(ANSA) – ROMA, 10 GIU – “Ora il Consiglio dei Ministri approvi subito il Trattato di Cooperazione Giudiziaria con gli Emirati Arabi, altrimenti questa notizia avra’ il sapore di una beffa”. A dichiararlo e’ deputato Pd Davide Mattiello, che fa riferimento alla notizia della ratifica, nel Consiglio dei ministri di oggi, dell’accordo di Cooperazione tra il Governo italiano e il Governo degli Emirati Arabi Uniti (Eau), nell’ambito della cultura, arte e patrimonio, siglato a Dubai il 20 novembre 2012. “E’ senz’altro vero che con la cultura si mangia – osserva il deputato, che da tempo chiede la ratifica dell’accordo di Cooperazione giudiziaria tra l’Italia e gli Emirati Arabi anche per riportare in Italia i latitanti italiani – ed e’ immaginabile quanto nella prospettiva aperta dal Trattato di cooperazione culturale approvato oggi dal Consiglio dei ministri con gli Emirati Arabi Uniti, ma la legalita’ deve venire prima. Senza legalita’ anche la cultura rischia di essere una grottesca ipocrisia”. “Investigatori e magistrati italiani in prima linea stanno aspettando da anni che Italia e Eau approvino e rendano efficace il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione in assenza del quale latitanti di peso italiani come l’ex deputato Amedeo Matacena e narco-riciclatori restano impuniti e tranquilli: il Governo non li deluda”. “Quando il 3 marzo il Trattato di cooperazione giudiziaria, gia’ sul tavolo del CdM, venne mandato indietro, si disse che erano stati necessari degli approfondimenti relativi alla compatibilita’ giuridica tra i due ordinamenti in alcuni punti troppo diversi, a causa di principi ispiratori divergenti: siamo convinti che questi dubbi possano essere considerati superati a questo punto, visto che non ne sono stati sollevati per siglare il patto di cooperazione culturale”, conclude Mattiello

Migranti: arresto boss eritreo e’ paradigmatico

(ANSA) – ROMA, 8 GIU – “Quanto sono forti gli interessi che impediscono all’Italia di fare il trattato di Cooperazione Giudiziaria con gli Emirati Arabi?” A chiederselo e’ il deputato  Pd Davide Mattiello, dopo l’arresto di Mered Yehdego Medhane, eritreo, boss di migranti catturato in Sudan ed estradato in Italia grazie ad una vasta cooperazione internazionale. “Per rispondere non basta l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, che a Dubai e’ latitante dall’agosto del 2013 – osserva il deputato del Pd – ormai ne sono convinto. "La notizia dell’arresto del "generale”, un criminale esponente di quella nuova generazione di mafiosi che ha imparato a fare affari nella globalizzazione, attraverso lo sfruttamento delle persone e la finanza internazionale, e’ paradigmatica. Questa storia infatti – prosegue Mattiello – mette in evidenza quanto possano e sappiano fare la magistratura italiana coadiuvata da forze dell’ordine e servizi di informazione a patto che ci siano norme adeguate a sostenere la cooperazione investigativa e giudiziaria tra Stati. E’ lecito trarne una conseguenza: quando le norme mancano, e’ soltanto perche’ non c’e’ la volonta’ politica per farle. E il cerchio si chiude. Il trattato che non c’e’ tra Italia ed Emirati e’ una ferita aperta, che sta dando un vantaggio vergognoso alla criminalita’ italiana"

Giustizia – Mattiello: ‘Il Governo raccolga le parole del Procuratore De Raho’

Mattiello: ‘Il Governo raccolga le parole del Procuratore De Raho: il Trattato tra Italia ed Emirati è una responsabilità della politica. La Provincia di Reggio Calabria è il cuore mondiale di una delle più potenti organizzazioni criminali esistenti la ‘ndrangheta, primo dovere della politica è mettere magistrati e investigatori nelle migliori condizioni per operare. Ecco perché il Trattato, così come la riforma delle misure di prevenzione patrimoniali, devono essere priorità’

‘Ndrangheta – Mattiello: relazione inchieste-Trattato Emirati?

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(ANSA) ROMA, 12 MAG – “Vorrei conoscere la valutazione della DNAA sulle ultime inchieste: Vibo Valentia, Messina, Reggio Calabria”. A chiederlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Magistrati e investigatori hanno concluso ultimamente operazioni importanti cui va dato loro merito, da "Fata Morgana”, fino agli arresti ordinati dalla Procura di Vibo per il lavori sulla Salerno-Reggio Calabria e da quelli odierni ordinati dalla Procura di Messina per voto di scambio, senza dimenticare “Dama Nera” e “Breakfast”, i processi che si apriranno stabiliranno le responsabilita’ penali di ciascun indagato e quindi su questo piano non resta che attendere rispettosamente. Ma in una fase storica nella quale le organizzazioni mafiose sparano di meno e  corrompono di piu’, nella quale la struttura stessa delle organizzazioni mafiose e’ mutata e sta mutando inglobando sempre di piu’ imprenditori, politici, massoni e anche magistrati, tanto che ci si interroga sulla sopravvivenza dello schema del concorso esterno, in una fase in cui i soldi si fanno sempre di piu’ dirottando finanziamenti pubblici, anche europei, e realizzando “cartelli” in grado di intercettare e controllare pezzi importanti di economia in posizioni di mercato monopolistiche, sarebbe utile esplorare insieme alla DNAA perimetri e portata delle relazioni coinvolte", ragiona il deputato. “A Dnaa e Dia compete senz’altro un compito di prevenzione e pure noi della Commissione Antimafia abbiamo la responsabilita’ di aggiornare continuamente l’analisi del fenomeno. Io continuo a chiedermi se esista un rapporto tra queste relazioni pesanti e le difficolta’, finora insormontabili, che incontra l’approvazione del Trattato di cooperazione Giudiziaria tra Italia e Emirati Arabi Uniti”, conclude il deputato.

Ma gli Emirati sono un paese civile oppure no?

(Ansa) Mattiello: “Ma se gli EAU sono un Paese così "incivile” perché ci facciamo tanti affari? Le ragioni per le quali è stata negata l’estradizione sono legittime, mi colpisce però che manchi la ragione principe: l’assenza del trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione tra Italia ed Emirati. Non credo che la magistratura valuti caso per caso a prescindere da un quadro normativo di riferimento e qui questo quadro manca e questa è la cosa più grave. La comprensibile decisione dei giudici milanesi mette ancora più in evidenza le contraddizioni insite in questa situazioni. Delle due l’una: o gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese “incivile” che nega le libertà fondamentali e allora dovremmo riflettere sulla opportunità di farne uno dei nostri principali partner economici al Mondo – ricordo che gli EAU sono il primo importatore di armi italiane – oppure gli EAU sono un Paese differente dal nostro ma con il quale si possono avere relazioni e allora le relazioni non possono essere a corrente alternata. I soldi passano, la legge si ferma. Tanto poi se si litiga sui soldi, ci si affida agli arbitrati internazionali pagati caro dalle parti. Questa contraddizione consente ai latitanti italiani di stare tranquilli negli Emirati, come accade dall’agosto del 2013 ad Amedeo Matacena e consente ai riciclatori internazionali di usare gli EAU come porto franco, come dimostrano alcune delle più recenti inchieste della DDA napoletana. Il Governo da mesi tiene fermo il trattato di cooperazione giudiziaria firmato dai ministri della Giustizia dei due Paesi nel Settembre del 2015: un insopportabile vantaggio per i delinquenti"

Compagnia delle Isole: gravissimo danno erariale [e #MatacenaNONtorna]

(ANSA) – ROMA, 21 APR – Configura un “gravissimo danno erariale” la cessione, da parte della Compagnia delle Isole spa (CDI), del ramo d’azienda preposto all’erogazione dei servizi di collegamento marittimo (ex Siremar) alla Società di Navigazione Siciliana spa la quale, grazie alla transazione, vedrà entrare nelle proprie casse in 9 anni circa 560 milioni di contributi, 50 milioni di sgravi fiscali, 300 milioni di incassi da vendite dirette. E’ quanto scrive in una interrogazione presentata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dello Sviluppo Economico, il deputato Pd Davide Mattiello, che l’ha inviata anche alla presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi. Nel documento il deputato chiede quali siano le motivazioni per le quali non si è atteso il parere della Corte dei conti, e perché, “alla luce della macroscopica posizione di dominanza (circa il 100%) non ci si sia rivolti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, consegnando con i fondi pubblici tutto il trasporto siciliano ad un solo soggetto economico”.

Ma soprattutto, il deputato evidenzia che la Società di Navigazione Siciliana è una nuova compagine societaria di cui fa parte la “Caronte&Tourist” al 50% mentre l’altra metà è della “Ustica Lines”. Dai certificati camerali delle società Ustica Lines S.p.a., Navigazione generale italiana S.p.a., Caronte & Tourist S.p.a., Società Navigazione Siciliana risulta che si tratta di una “identità economica commerciale finanziaria” unica riconducibile totalmente alle famiglie Franza, Morace, Matacena, La Cava, Genovese di Francantonio. “E’ noto che il signor.

Amedeo Matacena, non direttamente coinvolto in questo affare, e per il quale viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ed il signor Genovese (per lui la procura messinese ha ipotizzato anche i reati di concussione e riciclaggio) hanno una posizione pesante dal punto di vista giudiziario”. L’interrogante evidenzia quindi come, “considerati gli svariati milioni che la Società di Navigazione Siciliana incasserà e alla luce dei diversi precedenti in linea giudiziaria dei soggetti e delle società riconducibili al gruppo, sarebbe stato quanto meno prudente verificare meglio la posizione dei soci e delle società”.(ANSA).

Porre fine alla latitanza di Matacena

(ANSA) – ROMA, 13 APR – “Si e’ conclusa a Reggio Calabria l’udienza del processo ‘Scajola-Rizzo’ nella quale avrebbe dovuto deporre il colonnello Omar Pace, che purtroppo si e’ tolto la vita lunedi’ mattina. Il frutto del suo lavoro per il processo e’ salvo, ma grande e’ il vuoto che lascia oltre che nella sua famiglia, nella DIA, dove le sue qualita’ professionali erano molto apprezzate cosi’ come lo erano dalla magistratura. Aumenta la nostra responsabilita’ nel contribuire al miglior successo della legalita’, a cominciare dall’approvazione del Trattato Italia-Emirati, la cui ormai ingiustificabile assenza e’ uno dei motivi che permettono ad un pregiudicato come Amedeo Matacena di continuare la sua latitanza”. Lo scrive il deputato Pd Davide Mattiello, che insiste affinche’ il prossimo Consiglio dei ministri, previsto per domani, approvi il Trattato di cooperazione giudiziaria che permetterebbe l’estradizione dei latitanti italiani fuggiti negli Emirati.