La latitanza di Matacena compie 4 anni (vergognosi)

(ANSA) – ROMA, 28 AGO – “Quattro anni fa cominciava la latitanza di Amedeo Matacena a Dubai. Quattro anni vergognosi: Presidente Gentiloni, bisogna risolvere questa situazione ingiusta e grottesca”. Lo chiede in una nota il parlamentare Pd e componente delle commissioni Antimafia e Giustizia Davide Mattiello. “Condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a causa della sua alleanza con la ‘ndrangheta reggina – ricorda Mattiello – scampato grazie alla prescrizione a una probabile ulteriore condanna per corruzione in atti giudiziari, imputato insieme al già ministro dell’Interno Scajola e a Chiara Rizzo nel processo ‘Breakfast’, oggetto di recenti sequestri di prevenzione, sverna serenamente in barba alla giustizia italiana, come quell’altro suo sodale, Vincenzo Speziali jr, che invece dovrebbe stare ancora a Beirut. Negli Emirati Arabi, lo sappiamo, sta in pessima compagnia, perché sono parecchi i latitanti italiani ricercati dalla legge che soggiornano in quella ‘zona franca’, tanto preziosa – sottolinea il parlamentare dem – per gli scambi commerciali bilaterali, gli Emirati restano infatti il primo importatore al Mondo di armamenti italiani, quanto impermeabile alla cooperazione giudiziaria. E francamente la questione della ‘pena di morte’ non regge più, tanto più scoprendo che la annunciata, dal ministro degli Esteri Alfano, Commissione diplomatica bilaterale non si è mai riunita”. “Non starò a ricapitolare gli ormai innumerevoli atti parlamentari di sindacato e di indirizzo che sono stati prodotti in questi anni, mi limito Presidente – afferma ancora Mattiello – ad attirare la sua attenzione su un dato che emerge dalla recentissima Ordinanza di Custodia Cautelare ”ndrangheta stragista’ ottenuta dalla DDA di Reggio Calabria, che sta meritoriamente lavorando su quel passato tragico, che in verità non vuole proprio passare, che sta tra il 1989 e il 1994″. “Ebbene a pagina 312 si riporta un passaggio delle dichiarazioni del collaboratore Pasquale Nucera, legato alla cosca Iamonte di Reggio Calabria, nel quale viene descritta una riunione svoltasi al santuario della Madonna di Polsi il 28 Settembre 1991, presenti rappresentanti delle mafie e anche di altre organizzazioni, dove si discusse della necessità di azzerare la classe politica italiana che non dava più affidamento”.

La verità sulla morte di Pace riguarda tutti

(ANSA) – ROMA, 11 MAR – “La verità sul ‘suicidio’ del colonnello Omar Pace riguarda tutti noi. Intanto mantenere vivo l’ interesse è necessario sia perché la famiglia non ha mai ritenuto plausibile spiegare il suicidio soltanto con un grave malessere personale, sia perché nulla sappiamo ancora del fascicolo aperto dalla Procura di Roma e sono passati ormai 11 mesi”. A sostenerlo è il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni giustizia e antimafia. “Ma poi perchè, fino a prova contraria, questa drammatica vicenda – prosegue il deputato – si inserirebbe perfettamente all’ interno di uno schema di gioco criminale che è da ritenersi lo schema più attuale e pericoloso per la Repubblica: quello delle associazioni segrete finalizzate alla sistematica corruzione del processo democratico, che per modalità organizzative stanno a cerniera tra quelle massoniche e quelle mafiose e che in particolare, di quelle mafiose, interpretano in maniera speciale il concetto di ‘forza intimidatrice’ declinandolo soprattutto nel senso del ricatto, che della violenza è una manifestazione sofisticata. Da ‘menti raffinatissime’ insomma. Anche per questo la vicenda Pace, oltre ad essere letta nel più ampio contesto dei processi che si stanno celebrando a Reggio Calabria, va letta insieme a ‘Labirinto’, processo in corso a Roma, e alla inchiesta sui fratelli Occhionero. Credo altresì che queste impalpabili ma pericolosissime organizzazioni dovrebbero diventare la priorità della nostra intelligence e della PNAA. Domani, 12 Marzo, sarà il 25esimo anniversario dell’assassinio di Salvo Lima, che siamo soliti considerare come l’inizio della guerra dei Corleonesi allo Stato, una guerra che sarebbe finita nel Gennaio del 1994 perché, come continuano a ripetere diversi collaboratori mai smentiti, si era trovato un accordo sul piano politico: alcuni dei protagonisti politici di quella stagione, sono ancora gli stessi di queste vicende”

Sei mesi son passati..

(ANSA) – ROMA, 11 OTT – “Sono passati sei mesi dalla morte del colonnello Omar Pace, ancora nessuna notizia dalle indagini aperte”. A sottolinearlo è il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, che si chiede: “Cosa sappiamo? Il finanziere, in forza alla DIA, lavorava per la DDA di Reggio Calabria ed era uno dei massimi esperti di informatica; aveva seguito il sequestro dei pc di Scajola ed era teste per il Pubblico Ministero; doveva testimoniare a Reggio Calabria nell’ambito del processo che vede imputati, tra gli altri, Scajola, Rizzo, Speziali, ma si è tolto la vita; aveva una moglie e due figli piccoli; aveva una crociera prenotata e la cresima del figlio di li a poco; aveva perso il padre, ma diversi anni prima e la sorella dopo una lunga malattia; era preoccupato perché temeva di essere pedinato; era amareggiato perché lo avevano cambiato di ruolo; era frustrato perché non lo avevano autorizzato più ad intervenire in pubblico come docente”. “Cosa non sappiamo: se la storia di Omar Pace sia la storia di un uomo cui ad un certo punto si è rotto qualcosa dentro o se sia la storia di un uomo cui abbiano rotto qualcosa dentro, per evitare che si rompesse qualcos’altro fuori. Non sappiamo a che punto siano le indagini in corso. Di certo non smetteremo di fare attenzione su tutto ciò che sta succedendo tra Reggio Calabria, Roma, Milano, Genova e Dubai”, conclude il deputato

‘Ndrangheta: si faccia chiarezza su morte Pace

(ANSA) – ROMA, 11 SEP – “Sono passati cinque mesi dalla morte del tenente colonnello della guardia di finanza Omar Pace: aspettiamo risposte”. A sostenerlo e’ il deputato pd della commissione Antimafia Davide Mattiello a proposito della morte, avvenuta a Roma, di Pace, trovato suicida nel suo ufficio. “Oggi il Mondo ricorda il terrorismo che ha abbattuto le Torri Gemelle a NY, noi ricordiamo il terrorismo quotidiano e domestico che troppo spesso dirotta la democrazia nel nostro Paese: quello prodotto dall’incontro tra mafia, potere politico ed economico. Il danno prodotto all’Italia da questi sistemi criminali e’ incalcolabile: generazioni intere mortificate nelle loro legittime aspettative di vivere libere e di lavorare onestamente o avvelenate da una perversa cultura del potere che fa del clientelismo violento il modo normale di stare al Mondo”, prosegue il deputato. “La morte di Omar Pace va chiarita, le Procure e gli investigatori che stanno lavorandoci devono sentire la vicinanza e l’incoraggiamento di tutti coloro che vogliono una Italia normale. Cosa c’e’ scritto nella lettera lasciata da Omar Pace? Davvero era pedinato nell’ultimo periodo? Chi e perche’ ne ha deciso il cambiamento di ruolo all’interno della DIA? Davvero gli era stato "consigliato” di non intervenire piu’ in pubblico? Esiste un legame tra la morte di Omar Pace e gli sviluppi dell’inchiesta Breakfast? La DDA di Reggio Calabria attraverso le inchieste Breakfast e Mammasantissima e quella di Roma con l’inchiesta Labirinto stanno illuminando un sistema di relazioni eversivo per la sua capacita’ di permeare le Istituzioni piegandole ai propri interessi: e’ nella forza di questo sistema che va cercato il motivo della morte di Omar Pace? Si rassegnino coloro che pensano che ci dimenticheremo presto di questa vicenda", conclude Mattiello.

Porre fine alla latitanza di Matacena

(ANSA) – ROMA, 13 APR – “Si e’ conclusa a Reggio Calabria l’udienza del processo ‘Scajola-Rizzo’ nella quale avrebbe dovuto deporre il colonnello Omar Pace, che purtroppo si e’ tolto la vita lunedi’ mattina. Il frutto del suo lavoro per il processo e’ salvo, ma grande e’ il vuoto che lascia oltre che nella sua famiglia, nella DIA, dove le sue qualita’ professionali erano molto apprezzate cosi’ come lo erano dalla magistratura. Aumenta la nostra responsabilita’ nel contribuire al miglior successo della legalita’, a cominciare dall’approvazione del Trattato Italia-Emirati, la cui ormai ingiustificabile assenza e’ uno dei motivi che permettono ad un pregiudicato come Amedeo Matacena di continuare la sua latitanza”. Lo scrive il deputato Pd Davide Mattiello, che insiste affinche’ il prossimo Consiglio dei ministri, previsto per domani, approvi il Trattato di cooperazione giudiziaria che permetterebbe l’estradizione dei latitanti italiani fuggiti negli Emirati.