Questa volta la ‘ndrangheta ha perso la partita. E sì, perché a soli quindici giorni dall’ultimo atto intimidatorio, per Tiberio Bentivoglio, imprenditore reggino, emblema di eroismo e legalità, comincia una seconda vita. Con gli aiuti, soprattutto, di “chi meno aveva e meno poteva”, di Libera contro le mafie e del Comitato “Un seme per Enza e Tiberio”, la famiglia Bentivoglio riapre le porte della Sanitaria Sant’Elia, riconsegnando il negozio, locato all’interno di un bene confiscato, nelle mani dei reggini onesti.
Solidarietà a Tiberio Bentivoglio
(ANSA) – ROMA, 29 FEB – “La solidarieta’ a Bentivoglio e alla sua famiglia non basta, ma intanto e’ doveroso esprimerla. Conosco Tiberio da tanti anni: e’ sempre stato un testimone di determinazione e compostezza che non ha mai fatto passi indietro in un contesto difficile che spesso lo ha fatto sentire solo”. Ad affermalo il deputato Pd, Davide Mattiello, che in Antimafia coordina il gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia. “Perche’ colpire di nuovo Tiberio Bentivoglio? Forse perche’ ce la stava nuovamente facendo, nonostante tutto, a rimettersi in piedi, grazie alla prossima apertura di un locale in un altro quartiere. Un’apertura resa possibile anche dal coinvolgimento dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, oltre che dalla vicinanza di una parte di societa’ civile”, prosegue il deputato. “La ‘ndrangheta non dimentica e nel reggino ultimamente i segnali intimidatori si sono moltiplicati ad ogni livello, un modo per ribadire presa e presenza. Colpisce che l’incendio sia stato appiccato due giorni dopo il convegno a Reggio Calabria "Legalita’ e lavoro il futuro per i giovani: reagiamo uniti contro l’offensiva della ‘ndrangheta”, a cui avevano partecipato, tra gli altri, il sottosegretario Marco Minniti e la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, che dal palco avevano rinnovato la vicinanza a Tiberio. Forse la ‘ndrangheta, colpendo Bentivoglio, ha voluto mandare un segnale anche a Roma. Roma dovrebbe capirlo e farsene carico", conclude Mattiello.
Lo Stato aiuti Tiberio Bentivoglio!
(ANSA) – ROMA, 30 SET – “Tiberio Bentivoglio sta sprofondando nelle sabbie mobili del ‘vorrei ma non posso’: da oltre 20 anni Bentivoglio a Reggio Calabria resiste alla ‘ndrangheta, ha subito diversi attentati dinamitardi, almeno un tentato omicidio”, ma lo Stato non si muove. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, esponente della Commissione Antimafia, a proposito della situazione del commerciante calabrese, testimone di giustizia. “L’ultimo atto intimidatorio – sottolinea Mattiello – nel giorno del Giovedi’ Santo della Pasqua appena trascorsa. Negli anni, soldi dall’Antiracket ne ha ricevuti, ma a singhiozzo e in una situazione ambientale cosi’ ostile da vanificare ogni tentativo di ripresa. I debiti si sono accumulati e oggi Bentivoglio rischia di perdere tutto, mangiato dalle procedure esecutive. Non e’ l’unico per altro. Eppure questa somma di circostanze che segnalano un rischio concreto e attuale di morte indotta, tramite soffocamento sociale progressivo, pare non basti a smuovere l’intervento dello Stato. Pare che non ci siano le condizioni per inserire urgentemente Bentivoglio nel programma speciale di protezione, pare non ci siano le condizioni per ottenere l’intervento urgente della Commissione Centrale e della Prefettura di Reggio Calabria affinche’ vengano sospese le procedure esecutive. Ma e’ un errore. La mafia – prosegue il deputato Pd – minaccia e uccide in molti modi, e’ gravemente miope non accorgersi che il calvario di Bentivoglio e’ il prodotto diretto della volonta’ mafiosa di fargliela pagare. Mi rivolgo al Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho e al vice Ministro Bubbico: quando Tiberio Bentivoglio sara’ morto a nulla servira’ fare l’elenco di cio’ che si sarebbe voluto fare e non si e’ potuto fare. Una legge che non fa giustizia e’ semplicemente una legge sbagliata”
Bisogna assolutamente fare di più per i testimoni di Giustizia
“L’Italia è un riferimento mondiale nei sistemi di tutela dei testimoni ma dobbiamo fare di più. Il convegno tenuto a Roma oggi e ieri, promosso da Europol, ha visto la partecipazione di 52 delegazioni da tutto il Mondo, per questo condivido le parole di apprezzamento avute dal Capo della Polizia Alessandro Pansa, cui aggiungo la mia personale gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine che garantiscono il servizio, non sempre potendo disporre delle risorse necessarie. Ma abbiamo coscienza che molto può essere migliorato: troppo spesso i testimoni e le loro famiglie faticano a ritrovare una vita normale dopo i processi. Ce ne siamo fatti carico anche attraverso il V Comitato della Commissione Antimafia, impegnato in un ciclo di audizioni, nell’ambito del quale presto vorremmo sentire anche i responsabili di Commissione e Servizio centrale”. Così Davide Mattiello, deputato Pd che ha rappresentato la commissione parlamentare Antimafia al convegno di Europol.