(ANSA) – ROMA, 20 DIC – “La verita’ non e’ un bene soltanto per i familiari che restano: e’ un bene comune di cui tutti abbiamo la responsabilita’. Cara Luciana, andremo avanti, per Ilaria, per Miran, per tutti gli altri e per noi stessi: per poter ancora credere in questa Repubblica’”. E’ quanto scrive Davide Mattiello, esponente Pd nella commissione Antimafia, alla madre di Ilaria Alpi che con una lettera chiede agli organizzatori di chiudere il premio dedicato alla figlia e a Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio nel 1994, e oggi, in una intervista al quotidiano La Stampa, spiega che “e arrivato il momento di dire basta” sottolineando che “la ricerca della verita’ non e’ stata ritenuta interessante”. “Provo un profondo rispetto per questa scelta – diceMattiello -. Credo che la mancanza di verita’ su quei fatti tragici che intrecciano interessi forti, spesso riconducibili a pezzi di Stato, sia la ferita piu’ profonda nel nostro Paese. La coscienza diffusa dell’impunita’ del potere e’ il veleno che uccide la legalita’ e la democrazia”. “Anni fa – ricorda Mattiello – sul litorale trapanese, nel punto esatto in cui una stele ricorda la morte di Barbara Rizzo e dei suoi due bambini Salvatore e Giuseppe Asta, spazzati via dal tritolo preparato per uccidere il giudice Carlo Palermo, promisi alla figlia sopravvissuta, Margherita, che noi avremmo continuato la ricerca della verita’ in ogni caso. Perche’ la verita’ e’ un bene comune di cui tutti abbiamo la responsabilita’”