(ANSA) – ROMA, 9 LUG – “Ecco, appunto: mentre voci autorevoli si alzano per difendere il presunto diritto di Cuffaro a parlare nella sala ‘Mattarella’ dell’ARS, quali voci si alzano per porre la questione della legittima aspettativa di Di Matteo di sedere nella Dna? E, per favore, nessuno faccia di nuovo esercizio stucchevole di forme e procedure: sappiamo che le nomine fatte dal Csm rispondono anche a logiche di opportunità politica, nel bene e nel male(!)”. Lo afferma in una nota il deputato Pd componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, Davide Mattiello, sull’esclusione del sostituto procuratore di Palermo Antonino Di Matteo dalla Direzione Nazionale Antimafia, confermata dal Tar del Lazio. “Questo non deve scandalizzare di per sé: rientra nel principio costituzionalmente garantito di indipendenza della magistratura – osserva il deputato dem – che fa del Csm non una semplice ‘commissione esaminatrice’ ma un vero e proprio organo di autogoverno di rango costituzionale. Quindi le valutazioni politiche hanno piena legittimità e accompagnano da sempre quelle squisitamente professionali. Fu così anche ai tempi di Falcone. C’è da chiedersi quindi – conclude Mattiello – a parità di qualità professionali, se e quali siano le ragioni politiche che rendano Di Matteo incompatibile con la DNA. Con questa DNA?”
Donadio: auspico che si faccia chiarezza
(ANSA) – ROMA, 11 GEN – “Probabilmente non e’ opportuno interferire con il delicato lavoro del CSM, auspicando che la Commissione Antimafia senta i protagonisti di questa storia per capire cosa stia succedendo, tanto piu’ che il magistrato Gianfranco Donadio e’ attualmente un consulente parlamentare e quindi abbiamo una urgenza del tutto legittima a sapere come stiano effettivamente le cose. Ma e’ difficile restare impassibili di fronte ad un pezzo, quello di Bianconi di oggi, che sceglie un taglio preciso del tutto "appoggiato” sull’atto di accusa che provoca il procedimento disciplinare in corso". Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, sull’articolo “Le indagini parallele del pm antimafia” che riguarda le accuse al magistrato Gianfranco Donadio, gia’ sostituto procuratore nazionale antimafia e oggi consulente della Commissione d’inchiesta sul caso Moro, pubblicato oggi sul Corsera. “Non c’e’ un’ombra di dubbio – prosegue il deputato – nel pezzo firmato da Bianconi: sembra evocare (o invocare) una sentenza gia’ scritta (e non sarebbe la prima volta). Varrebbe la pena, per rispetto delle persone e della ricerca della verita’, quanto meno avvertire che i fatti potrebbero avere anche un altro significato. Tanto e’ vero che oggi un collaboratore come Lo Giudice risponde di calunnia verso Donadio e che ha ripreso a parlare e che un testimone come Vincenzo Agostino, dopo quasi 30 anni, grazie al presidente della Corte di Assise di Caltanisetta, Balsamo, riconosce al mille per mille Giovani Aiello come "faccia di mostro”. “Sarebbe prezioso domandarsi – osserva Mattiello – se Donadio non abbia cercato, d’intesa con l’allora Procuratore Nazionale Antimafia Grasso, di sollecitare la ricerca della verita’ in direzioni scomode, che riguardano quanto meno gli apparati di sicurezza dello Stato e gli ambienti di estrema destra. Appena un "gradino” sotto certe ipotesi investigative che riguardano e hanno riguardato, negli anni, politici di varia caratura. Resta questa la colpa in questo Paese? Un Paese nel quale ancora recentemente si rinuncia, per motivi formalmente ragionevoli, a processare i presunti protagonisti del piu’ evidente depistaggio della storia recente: via D’Amelio".
(ANSA) – ROMA, 15 SET – “La memoria di don Puglisi sia onorata facendo funzionare la Giustizia. Il 15 settembre del 1993 Cosa Nostra decideva di ammazzare don Puglisi, prete autentico che portava il Vangelo attraverso l’amore nel quartiere di Palermo in cui dominavano i Graviano. La memoria va onorata con l’impegno, ognuno per come puo’”. L’appello arriva dal deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare Antimafia. “Noi dobbiamo eleggere i giudici costituzionali e i membri del CSM senza indugio perche’ non e’ possibile che una Procura come quella di Palermo resti senza capo. C’e’ da nominare al piu’ presto il nuovo capo del DAP, perche’ le carceri hanno bisogno di grande attenzione”, prosegue Mattiello. “Rinnovo infine il mio appello alla presidente dell’Antimafia Bindi – conclude – perche’ dopo le minacce di Riina contro don Ciotti, paragonato proprio a don Puglisi, vengano auditi senza indugio in Commissione Anti mafia il ministro Alfano, il procuratore nazionale Roberti, il sottosegretario Minniti. Lo Stato non aspetti il prossimo morto per mobilitarsi”.
(ANSA) – PALERMO, 14 MAG – “Sono apprezzabili le rassicurazioni del Vice presidente del Csm Vietti in merito alle attivita’ del pool di Palermo, ma sarebbe utile che Vietti venisse in Commissione Antimafia a spiegarci il senso della circolare”. Cosi’ Davide Mattiello, deputato Pd della commissione parlamentare Antimafia. “Ho scritto per questo – aggiunge – una lettera a Vietti la scorsa settimana e attendo una risposta. Resta infatti la preoccupazione sulla titolarita’ delle nuove e delicate indagini cominciate nell’ambito del processo sulla Trattativa Stato-Mafia”