Importante iniziativa del Commissario straordinario del Governo per le vittime di usura e racket, Prefetto Cuttaia, che oggi ha riunito il Comitato di Solidarietà a Reggio Calabria: un segnale di attenzione che incoraggerà le vittime a reagire. Auspico che questa scelta oltre ad avere un alto valore simbolico, concorra anche concretamente a risolvere alcune situazioni sospese da troppo tempo in un territorio nel quale il grande sforzo delle Istituzioni nel contrasto alla criminalità organizzata è evidente, basti pensare al processo Gotha, che ha riunito diversi filoni di inchiesta che riguardano in ipotesi il dirottamento sistematico della funzione pubblica, che poi è la più grave forma di estorsione. Mi impegno, come coordinatore del V comitato della Commissione Parlamentare anti mafia a raccogliere i suggerimenti che il Comitato intende avanzare per migliorare le norme a sostegno delle vittime di racket e usura. A cominciare da questo punto: non è possibile considerare come soggetti degni di tutela soltanto i soggetti economici e non, per esempio, i lavoratori che denuncino i caporali e i datori che li sfruttano. Sfruttare un lavoratore non equivale forse ad estorcergli il dovuto?
Processo San Michele: il Governo nomini un Commissario per le vittime di usura
Ora il Governo nomini subito il Commissario per le vittime di racket e usura. Le condanne arrivate oggi nel processo San Michele, pur non essendo definitive, costituiscono una tappa importante nel percorso di giustizia che le Forze dell’Ordine e la Magistratura del territorio torinese stanno portando avanti ormai da oltre un decennio se si considera il momento in cui Varacalli, affiliato alla ‘ndrangheta, ha cominciato a parlare. Il processo San Michele è importante in particolare perché dimostra la capacità del nostro sistema investigativo e giudiziario di reagire tempestivamente per fermare sul nascere le infiltrazioni mafiose anche negli appalti delle grandi opere. Ma in questo processo ha svolto un ruolo rilevante l’architetto Mauro Esposito che con le sue denunce ha permesso agli inquirenti di avere un quadro preciso della situazione. L’architetto Esposito ha pagato un prezzo molto alto per la sua scelta sia sul piano professionale che personale, un prezzo che lo Stato e gli altri Enti coinvolti, penso soprattutto ad Inarcassa, devono riconoscere e risarcire. Il Governo intanto potrebbe dare un segnale di attenzione atteso ormai da Luglio: nominare il nuovo Commissario per le vittime di Racket e usura, la sede è vacante da quando è andato in pensione il prefetto Giuffrè. Non è più possibile aspettare: senza Commissario, le pratiche relative ai risarcimenti per chi smette di subire e denuncia, sono ferme. Questo ritardo rischia di aumentare le sofferenze e anche il senso di precarietà in chi si affida allo Stato e questo è un regalo alla criminalità organizzata che non si giustifica nemmeno a Natale!
Solidarietà a Tiberio Bentivoglio
(ANSA) – ROMA, 29 FEB – “La solidarieta’ a Bentivoglio e alla sua famiglia non basta, ma intanto e’ doveroso esprimerla. Conosco Tiberio da tanti anni: e’ sempre stato un testimone di determinazione e compostezza che non ha mai fatto passi indietro in un contesto difficile che spesso lo ha fatto sentire solo”. Ad affermalo il deputato Pd, Davide Mattiello, che in Antimafia coordina il gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia. “Perche’ colpire di nuovo Tiberio Bentivoglio? Forse perche’ ce la stava nuovamente facendo, nonostante tutto, a rimettersi in piedi, grazie alla prossima apertura di un locale in un altro quartiere. Un’apertura resa possibile anche dal coinvolgimento dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, oltre che dalla vicinanza di una parte di societa’ civile”, prosegue il deputato. “La ‘ndrangheta non dimentica e nel reggino ultimamente i segnali intimidatori si sono moltiplicati ad ogni livello, un modo per ribadire presa e presenza. Colpisce che l’incendio sia stato appiccato due giorni dopo il convegno a Reggio Calabria "Legalita’ e lavoro il futuro per i giovani: reagiamo uniti contro l’offensiva della ‘ndrangheta”, a cui avevano partecipato, tra gli altri, il sottosegretario Marco Minniti e la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, che dal palco avevano rinnovato la vicinanza a Tiberio. Forse la ‘ndrangheta, colpendo Bentivoglio, ha voluto mandare un segnale anche a Roma. Roma dovrebbe capirlo e farsene carico", conclude Mattiello.
A Torino chi e’ vittima di racket o usura trovi la forza di parlare
(ANSA) – ROMA, 15 GEN – “Faccio mie le parole del colonnello Arturo Guarino: a Torino chi e’ vittima di racket o usura trovi la forza di parlare. Torino ha dimostrato in questi anni di saper reagire con tempestivita’ ed efficacia sia sul piano della repressione penale, sia sul piano della prevenzione patrimoniale, sia sul piano della coesione sociale”. Lo rileva in una nota il deputato Pd Davide Mattiello, componente della commissione parlamentare Antimafia. “Al lavoro serio di Forze dell’Ordine e della Magistratura si e’ affiancato quello degli Enti Locali”, sottolinea il parlamentare dem. “E sia il Comune di Torino che la Regione Piemonte hanno istituito commissioni dedicate allo studio e alla prevenzione del fenomeno, e quello delle associazioni con l’apertura di sportelli di ascolto come SOS Giustizia di Libera. L’arresto di Schirripa prima di Natale – afferma ancora Mattiello – fa capire che a Torino niente viene dimenticato, nessuna pista trascurata. Forza, allora: non siete soli! Aggiungo: ancora piu’ urgente diventa la riforma della normativa sui Testimoni di Giustizia gia’ presentata in entrambi i rami del Parlamento, perche’ il piu’ adeguati possibile siano gli strumenti a sostegno delle vittime che decidono di parlare. Spetta ai Presidenti di Camera e Senato e ai capi gruppo decidere l’iter. Per quanto riguarda il reato di 416 bis, cioe’ il reato di associazione mafiosa: il Parlamento, raccogliendo indicazioni come quelle riproposte dal dott. Caselli, ha aumentato proprio a maggio 2015 le pene base previste, portandole a 10-15 anni, che possono arrivare fino a 26 anni per i boss. Vorrei rivolgermi infine – conclude Mattiello – anche al giovane Crea, Luigi, perche’ ci ripensi, e’ ancora cosi’ giovane. Credeva di avere in mano Torino, invece e’ finito gia’ tutto: e’ stata una illusione imbevuta di violenza. Non e’ impossibile regolare i conti con la giustizia e cambiare vita: lo Stato deve saper tendere una mano”.(ANSA).
Perchè Bagheria non sia uno spot
(ANSA) – ROMA, 3 NOV – Perche’ Bagheria non sia uno spot, bisogna rivedere regole e prassi applicative della normativa antiracket e antiusura. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia che ha messo recentemente a punto una proposta di legge fatta su misura per i testimoni di giustizia, ovvero coloro che denunciano racket, pizzo, estorsioni, delitti e crimini in genere. “E’ giusto congratularsi con magistratura e forze dell’ordine e riconoscere il valore di quegli imprenditori che hanno spontaneamente deciso di denunciare – osserva il deputato – ed e’ altrettanto giusto invitare quanti ancora subiscono usura ed estorsione a denunciare. Ma bisogna fare i conti con la realta’ che spesso racconta di pratiche burocratiche complicate e lunghe e di imprenditori che nell’attesa di avere risposte certe dallo Stato, qualunque esse siano, sprofondano nel fallimento o sono costretti a pratiche critiche. Lo stesso Ufficio del Commissario straordinario per le vittime di usura e racket ha avanzato ragionevoli proposte di modifica”. Per Mattiello, “il segnale migliore e’ mettere in cantiere la riforma delle norme e delle prassi applicative della legge antiracket e l’occasione buona puo’ essere proprio la riforma del sistema tutorio dei testimoni di giustizia, la 45 del 2011, visto che spesso le figure delle vittime di racket e dei testimoni di giustizia coincidono”.