Placido Rizzotto: oggi che lo ricordiamo faccio appello per la riforma del Codice Antimafia

Nel giorno in cui ricordiamo l’assassinio di Placido Rizzotto faccio appello al Presidente del Senato, Grasso, perché si sblocchi il lavoro sulla riforma del Codice Antimafia. Il tema è uno e vale ieri come oggi: liberare il lavoro dalla mafia. Cioè da tutti coloro che sfruttano i lavoratori approfittando di condizioni di bisogno: che siano caporali, imprenditori mafiosi, colletti bianchi che dirottano denaro pubblico e seppelliscono la vita di innocenti con lavori fatti male o mai fatti, poco cambia. Dal novembre del 2015 sta in Senato la riforma del Codice Antimafia: come è possibile tenerla ancora ferma o pensare di stravolgerla? Il testo approvato dalla Camera riflette in gran parte quello proposto all’unanimità dalla Com parlamentare antimafia che è bicamerale, quindi ci stanno anche i Senatori. Chi ha cambiato idea?

Riforma del Codice Antimafia: il Senato si assuma le sue responsabilità

Il Senato si assuma le sue responsabilità: ingiustificabile il blocco della riforma che nasce dal lavoro della Commissione Antimafia che è Commissione bicamerale. La riforma del Codice Antimafia che potenzia il sistema dei sequestri patrimoniali e della destinazione dei beni confiscati nasce dal lavoro di inchiesta e di proposta che la Commissione Antimafia ha fatto tra il 2013 e il 2014: in Commissione ci stanno tutti i gruppi politici e tanti deputati quanti senatori. Il testo approvato alla Camera l’11 Novembre del 2015 rispecchia quel lavoro, arricchito dalle proposte di importanti organizzazioni sociali come CGIL Libera Avviso Pubblico: come è possibile giustificare che quegli stessi Senatori che hanno condiviso il lavoro in Antimafia oggi non riescano a trovare il modo per portare al voto il testo? Qualcuno c’ha ripensato? Esca allo scoperto e si assuma le proprie responsabilità non solo davanti al Parlamento ma davanti al Paese, visto che per ogni azienda sequestra che fallisce a causa della inadeguatezza del sistema, la mafia festeggia perché lo Stato viene umiliato. La situazione che si sta vivendo nel foggiano in questo periodo dovrebbe essere un ulteriore sprone a fare tutti e fino in fondo il proprio dovere

Codice antimafia: dalla Corte dei Conti sprone autrevole

(ANSA) – ROMA, 14 LUG – “Dalla Corte dei Conti un ulteriore autorevole sprone a portare a termine la riforma del Codice Antimafia: basta rinvii, il Presidente Grasso e il Governo si facciano garanti di un iter certo e rapido”. Lo chiede Davide Mattiello (Pd), membro della Commissione Antimafia e relatore della riforma del Codice Antimafia, il cui testo ora è all’esame del Senato. “La relazione della Corte dei Conti mette in evidenza diverse criticità che sono state oggetto del lavoro fatto dalla Commissione Antimafia, iniziato nel Dicembre 2013 e conclusosi nell’ottobre del 2014 con una articolata proposta di riforma avente particolare riguardo proprio ai tempi della procedura che porta dal sequestro alla confisca definitiva e alla successiva destinazione”, rilevaMattiello. “Il cuore della riforma proposta dalla Commissione Antimafia, che grazie al lavoro della Commissione Giustizia Camera ha amalgamato anche la proposta di legge di iniziativa popolare – voluta da Cgil, Libera, Avviso Pubblico, Acli e altri – e il disegno di legge di iniziativa governativa, sta proprio nella distrettualizzazione della gestione delle misure di prevenzione. Il testo approvato in prima lettura alla Camera l’11 Novembre del 2015 – ricorda l’esponente dem – ha previsto anche un Fondo di rotazione a favore delle aziende sequestrate che abbiano dimostrato reale capacità economica e il potenziamento della Agenzia Nazionale, con un ruolo di diretta gestione concentrato tra la confisca di secondo grado e la definitiva destinazione, e con un rafforzato ruolo di coadiuzione dell’autorità giudiziaria e di controllo e sostegno in fase di assegnazione”. Ora la riforma, prosegue Mattiello, “è in Commissione Giustizia del Senato, il testo è senz’altro perfezionabile e ben vengano quindi emendamenti migliorativi. Due cose però non possono accadere: che venga stravolta la riforma o che la riforma venga insabbiata. Approvarla – conclude – è un modo serio per onorare la memoria di chi non c’è più: il 19 luglio è il prossimo giro di boa per la credibilità della commemorazione”

Dal Procuratore Franco Roberti forti stimoli alla politica

(ANSA) – ROMA, 2 MAR – “Dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti sono arrivati forti stimoli alla politica perche’ migliori gli strumenti a disposizione di chi fa le indagini. Io ne sottolineo due: la cooperazione giudiziaria internazionale e il nuovo Codice Antimafia per potenziare le misure di prevenzione patrimoniali”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare antimafia, sulla relazione annuale della Dna presentato oggi. “Penso al trattato tra Italia ed Emirati che spero venga licenziato dal Consiglio dei Ministri al piu’ presto. Penso alla riforma del Codice Antimafia che la Camera ha licenziato l’11 novembre 2015 e che il Senato dovrebbe cominciare ad analizzare la prossima settimana. La sintonia tra Parlamento, Governo e DNA ci rende sicuramente piu’ forti”, conclude il deputato.

Riforma Codice Antimafia: auspico Senato confermi le scelte

(ANSA) – ROMA, 17 FEB – “Sono importanti le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla riforma del Codice Antimafia: auspico che il Senato confermi tutte le scelte strategiche fatte nella riforma votata dalla Camera l’11 Novembre”. A dirlo e’ il relatore alla Camera della Riforma, il Pd Davide Mattiello. “A cominciare dalla gestione delle aziende dal momento del sequestro, fino alla eventuale confisca definitiva: noi – precisa Mattiello – abbiamo previsto misure concrete di tutela per i lavoratori, in modo che il procedimento patrimoniale non faccia piu’ rima con fallimento dell’azienda. Ma e’ falso, come invece sento ripetere in questi giorni anche da autorevoli operatori, che la riforma non preveda mai la vendita:  e’ vero il contrario, qualora l’azienda sequestrata si riveli essere una lavatrice di denaro sporco o qualora il bene immobile risulti non valorizzabile diversamente, essi potranno e dovranno essere venduti, evitando ogni spreco di denaro pubblico”. “Cosi’ come e’ falso che la riforma sminuisca il ruolo dell’Agenzia che al contrario abbiamo inteso rafforzare, facendola diventare l’attore principale della gestione provvisoria dei beni immobili e aziendali fin dal momento del sequestro, e l’attore principale della gestione e destinazione di quelli confiscati dal secondo grado. Saranno i decreti del Governo a stabilire come concretamente dare piu’ forza, in termini di personale qualificato, all’Agenzia medesima”, conclude il deputato.

A chi fa paura la Riforma del Codice Antimafia?

(ANSA) – ROMA, 14 GEN – “A chi fa paura la riforma del Codice Antimafia?”: a chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, relatore alla Camera della riforma del Codice che disciplina, tra l’altro, il settore dei beni sequestrati e confiscati alle mafie e che ora deve passare al vaglio del Senato. “Pongo la domanda – scrive Mattiello – perche’ costato da un lato che i lavori in Senato sono fermi, dall’altro che vengono espressi giudizi e date informazioni fuorvianti, imprecisi, polemici. Il testo approvato l’11 Novembre alla Camera prevede, per esempio, che le aziende sequestrate che si rivelino essere delle lavatrici di denaro sporco vengano vendute, senza che lo Stato ci rimetta un solo euro. Al contrario quando ad essere sequestrata e’ una azienda capace di stare sul mercato, la riforma prevede che venga sostenuta dallo Stato per tutta la durata del procedimento, fino alla sua definizione e questo proprio a tutela del diritto di difesa del soggetto che subisce la misura, che se innocente deve ritorna del suo senza subire danni e a tutela di lavoratori e lavoratrici estranei agli interessi criminali”. Per Mattiello la riforma “valorizza il ruolo fondamentale dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati, affiancandola fin dal primo momento all’autorita’ giudiziaria, in ragione della propria specifica competenza e che rimanda il suo rafforzamento al decreto ministeriale successivo. L’Agenzia ha dimostrato che, quando funziona, riesce a tutelare tanto il principio di efficienza economica, quanto quello di utilita’ sociale. Auspico che il presidente Grasso sblocchi la situazione al piu’ presto”. E’ di ieri una forte polemica tra il presidente di Libera don Ciotti e il pm antimafia napoletano Catello Maresca che parlato di presunti interessi economici di Libera nella gestione dei beni confiscati.

Fondazione Polis: la presentazione della Riforma del Codice antimafia

Com’è noto, pochi giorni fa la Camera dei Deputati ha approvato il nuovo Codice Antimafia, che ridisegna le misure di prevenzione e le regole sulle confische dei beni e che ora passa alla discussione del Senato.

La Fondazione Polis della Regione Campania ha promosso ieri 23 novembre un incontro seminariale sull’argomento, svoltosi presso la sede della stessa Fondazione (Napoli, via Raffaele De Cesare, 28).

Il dibattito è stato promosso dal Comitato Scientifico della Fondazione Polis e ha ospitato come relatore l’on.Davide Mattiello, deputato della Commissione parlamentare antimafia, relatore di maggioranza per la riforma del Codice Antimafia.

Presenti anche il prefetto Umberto Postiglione, Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, il magistrato Bruno D’Urso, presidente aggiunto della sezione G.I.P. presso la Corte d’Appello del Tribunale di Napoli, il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Polis Geppino Fiorenza.

In 30 articoli il testo di riforma ridisegna tutta la complessa materia delle misure di prevenzione. Il provvedimento deriva dalla proposta di legge di iniziativa popolare, per la quale grandi organizzazioni sociali come la Cgil, Avviso Pubblico, Arci, Libera, Acli, Lega Coop, Sos Impresa, Centro studi Pio La Torre raccolsero, due anni e mezzo fa, centinaia di migliaia di firme e integrata dal lavoro fatto nel frattempo dalla Commissione parlamentare antimafia.

Con la riforma l’ Agenzia per i beni sequestrati ne esce rafforzata, con sede centrale a Roma e un direttore (non per forza un prefetto) che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Norme stringenti sono  previste per gli amministratori giudiziari, che non potranno avere più di 3 incarichi e non potranno essere parenti fino al quarto grado, ma neppure conviventi o “commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. Sequestri e confische sono previsti anche a chi favorisce i latitanti, commette reati contro la Pa o si macchi del delitto di caporalato, mentre si istituisce un Fondo di garanzia per sostenere le aziende sequestrate.

Riforma del Codice Antimafia: il testo in aula il 9 Novembre.

(ANSA) – ROMA, 29 OTT – La Commissione Giustizia della Camera ha terminato l’esame della riforma del Codice Antimafia: il testo e’ pronto per l’Aula, dove il provvedimento e’ previsto in discussione generale il 9 novembre. Il relatore per la maggioranza, il Pd DavideMattiello, spiega le novita’: la procedura che porta dal sequestro alla confisca definitiva sara’ piu’ rapida, efficace e tutelante. Gli amministratori giudiziari saranno sottoposti ad un regime piu’ rigoroso, che prevede un elenco puntuale di incompatibilita’ per garantire il massimo della trasparenza. Le aziende sequestrate disporranno di un fondo di garanzia per far fronte a debiti e investimenti a salvaguardia della occupazione, a patto di essere imprese capaci di stare sul mercato. Il ruolo dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati esce rafforzato e sara’ sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio. Il testo e’ il frutto del lavoro di raccordo tra la proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Cgil, Libera, Avviso Pubblico, oltre 500 mila le firme raccolte, la proposta della Commissione Antimafia che a questa questione dedico’ la prima inchiesta, appena costituita, e la proposta del Governo, che venne presentata nell’Agosto del 2014 dal Ministro Orlando. “Insomma: questa riforma ha radici profonde, e sono convinto portera’ buoni frutti”, conclude Mattiello.