(ANSA) – ROMA, 14 GEN – “A chi fa paura la riforma del Codice Antimafia?”: a chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, relatore alla Camera della riforma del Codice che disciplina, tra l’altro, il settore dei beni sequestrati e confiscati alle mafie e che ora deve passare al vaglio del Senato. “Pongo la domanda – scrive Mattiello – perche’ costato da un lato che i lavori in Senato sono fermi, dall’altro che vengono espressi giudizi e date informazioni fuorvianti, imprecisi, polemici. Il testo approvato l’11 Novembre alla Camera prevede, per esempio, che le aziende sequestrate che si rivelino essere delle lavatrici di denaro sporco vengano vendute, senza che lo Stato ci rimetta un solo euro. Al contrario quando ad essere sequestrata e’ una azienda capace di stare sul mercato, la riforma prevede che venga sostenuta dallo Stato per tutta la durata del procedimento, fino alla sua definizione e questo proprio a tutela del diritto di difesa del soggetto che subisce la misura, che se innocente deve ritorna del suo senza subire danni e a tutela di lavoratori e lavoratrici estranei agli interessi criminali”. Per Mattiello la riforma “valorizza il ruolo fondamentale dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati, affiancandola fin dal primo momento all’autorita’ giudiziaria, in ragione della propria specifica competenza e che rimanda il suo rafforzamento al decreto ministeriale successivo. L’Agenzia ha dimostrato che, quando funziona, riesce a tutelare tanto il principio di efficienza economica, quanto quello di utilita’ sociale. Auspico che il presidente Grasso sblocchi la situazione al piu’ presto”. E’ di ieri una forte polemica tra il presidente di Libera don Ciotti e il pm antimafia napoletano Catello Maresca che parlato di presunti interessi economici di Libera nella gestione dei beni confiscati.