L’intervista a Gian Carlo Caselli

Sui temi di cui lei si occupa, come reputa il mandato del Parlamento degli ultimi cinque anni?

L’attività del Parlamento nel corso della Legislatura appena conclusa mi sembra a macchia di leopardo: cose buone, cose mediocri, cose sbagliate, occasioni mancate. Francamente difficile, almeno per me, dire quali prevalgano. Il bilancio complessivo, alla fine, mi sembra di sostanziale equilibrio fra luci e ombre

Quale pensa che sia la norma più importante approvata in questi anni?

Sul versante dei diritti in generale, cito la legge sulle unioni civili e quella sul biotestamento;- per quanto riguarda i settori maggiormente interessati dalla mia attività professionale di ieri (magistrato) e di oggi (Osservatorio sulle agromafie), cito il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, la legge sul caporalato e la legge sui reati ambientali.

Quale la norma da approvare nei prossimi cinque?

 Sul piano generale io vorrei che fossero approvate una riforma della Costituzione condivisa – non divisiva – e una legge elettorale che garantisca al cittadino una maggiore, effettiva partecipazione. Nello specifico, occorrono norme davvero incisive contro la corruzione e l’evasione fiscale. Infine, mi aspetto una riforma dei reati in materia agroalimentare che tuteli la sicurezza dei cittadini e il regolare funzionamento dell’economia. Sono poche ma fondamentali cose, lasciando il libro dei sogni o delle illusioni agli imbonitori di professione (se ne trovano in abbondanza dappertutto) che ne hanno l’esclusiva.

Davide Mattiello per la prima volta è stato eletto alla Camera dei Deputati. Come valuta il suo operato?

 Da sempre (l’esperienza parlamentare rappresenta uno sviluppo e al tempo stesso una conferma del percorso precedente) di Davide Mattiello apprezzo la passione sincera che mette nelle cose che fa, la coerenza con cui si muove, il coraggio che dimostra nel sostenere anche battaglie tutt’altro che facili, la costante capacità di impegnarsi per mettere nel motore della Costituzione la benzina necessaria perché i valori scritti nella Carta diventino realtà viva. E poi l’intelligenza e la tenacia con cui persegue i suoi obiettivi che collimano perfettamente con gli interessi generali. Non è un caso che alcune delle leggi che rientrano nel bilancio positivo delle Legislatura ( in particolare Codice antimafia e caporalato) lo ha hanno visto fra i principali protagonisti.

Processo penale: sia messa la Fiducia

C’è un solo modo per essere certi di chiudere la partita sul processo penale: mettere la fiducia alla Camera come è stato fatto al Senato. Condivido le parole della Sottosegretaria alla Giustizia Chiavaroli, perché sulle intercettazioni bisogna sempre partire dalla premessa contenuta nella Costituzione che sancisce la sacralità della privacy nelle comunicazioni tra privati. Diversamente saremmo in uno Stato di Polizia e invece la nostra è una Repubblica fondata su una Costituzione antifascista. Ciò posto. le intercettazioni sono uno strumento investigativo altrettanto importante e la legge, che si perfeziona attraverso il testo di riforma del processo penale che dobbiamo votare la prossima settimana, disciplina l’equilibrio che deve esserci tra esigenze di giustizia ed libertà fondamentali. Per altro la nostra linea è in sintonia con quanto alcune delle principali Procure italiane hanno già stabilito autonomamente rispetto alla gestione di ciò che dopo essere stato intercettato risulti irrilevante ai fini della indagine per cui si procede

Sulla corruzione un buon segnale dal Governo, ma..

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(ANSA) – ROMA, 13 DIC – “Contro la corruzione e’ arrivato dal governo un segnale atteso da venti anni ma ho alcune preoccupazioni”. Lo afferma il deputato Pd, Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. Il segnale piu’ positivo, secondo il deputato dem, e’ quello della confisca allargata per i patrimoni dei corrotti, sul modello di cio’ che avviene per i mafiosi: era la richiesta che anche Libera aveva fatto fin dal 1995, quando, raccogliendo un milione di firme, proposi il riutilizzo sociale per i beni confiscati ai mafiosi e ai corrotti. Questa seconda parte cadde quando venne approvata la legge 109 nel 1996. Secondo Mattiello, tuttavia, “bisogna incentivare la collaborazione del corruttore: diversamente, il sodalizio tra corrotto e corruttore resta difficilmente spezzabile e il reato difficile da provare”. Bisogna poi approvare definitivamente il reato di depistaggio e inquinamento processuale, gia’ votato alla Camera, “che della corruzione rappresenta una declinazione particolarmente odiosa”. Bisogna infine approvare la riforma del trattamento dei testimoni di giustizia, “che rappresentano quella parte, ancora esigua, di cittadini che si ribellano alla criminalita’, facendo nomi e cognomi, a rischio della vita”. “Come ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi – ha concluso il deputato – la lotta alla corruzione dipende da un impegno culturale vasto e impegnativo che passa anche dalla capacita’ dello Stato di sostenere adeguatamente chi denuncia, anziche’ farsi i fatti propri. Sono tutte cose possibili, la politica non avra’ scuse”