Dell’Utri: sbagliato buttarla in caciara

Sbagliato buttarla in caciara: sulle cure massima attenzione, ma vale per Dell’Utri quello che abbiamo detto e fatto per Riina. Non esiste un generale principio di incompatibilità tra malattia e detenzione, bisogna valutare caso per caso, trattando tutti con la medesima misura. Nel caso di Riina, la Commissione Antimafia grazie alla tempestività della Presidente on. Bindi verificò in concreto che le condizioni della detenzione di Riina si realizzavano nel massimo del rispetto delle esigenze di cura, cioè fuori dal carcere, nella struttura ospedaliera di Parma.
Tutt’altro è il tema del reato per il quale Dell’Utri è stato condannato, lo stesso del latitante ex deputato di FI, Matacena per intenderci: il così detto ‘concorso esterno in associazione mafiosa’. Su questo punto ribadisco il dispiacere per come è stata gestita presso la CEDU la vicenda Contrada, perché credo sia stato un errore grave ritenere il reato di ‘concorso esterno’ un impossibile reato di origine giurisprudenziale definito soltanto a partire dal ’94. La condotta che integra il reato, altro non è che quella descritta dall’incontro degli articoli 110 e 416 bis del cp, che semmai la Cassazione con le sue sentenze ha contribuito a perimetrare come fa normalmente con tutti i reati. Sarebbe meglio per l’Italia che il dibattito si spostasse su un’altra domanda: perché Dell’Utri, come Matacena, come Cuffaro (condannato per favoreggiamento aggravato), non ha mai collaborato con i magistrati?

 

Dell’Utri: Confalonieri non si illuda.

(ANSA) – ROMA, 23 SET – “Confalonieri non si illuda e all’ amico Dell’Utri farebbe meglio a consigliare di raccontare la verita’”. Cosi’ il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, al presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che e’ stato a trovare Dell’Utri nel carcere di Parma, dove e’ detenuto e a cui ha rilasciato un’intervista su Corsera. “Confalonieri facendosi porta voce di Dell’Utri condannato a 7 anni per mafia – afferma Mattiello – auspica che quanto accaduto alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, per Contrada, possa toccare pure all’amico. Non si illuda: la sentenza della Cedu e’ frutto di una interpretazione delle norme superficiale, nella quale hanno una responsabilita’ gli agenti del Governo italiano presso la Cedu, che dipendono dal ministero degli Esteri. Bisogna smetterla di affermare che questo reato e’ un reato di genesi giurisprudenziale, definito soltanto a partire dal ‘94”. Il cosi’ detto “concorso esterno” e’ un reato come tutti gli altri, spiega il parlamentare, “frutto del combinato disposto di 110 e 416 bis del cp, semmai la giurisprudenza di Cassazione e’ intervenuta autorevolmente per fissare i perimetri della condotta, come succede sempre”. “All’amico Dell’Utri varrebbe piuttosto la pena consigliare di mettersi a raccontare la storia recente italiana, anziche’ studiare quella medioevale: c’e’ sempre tempo per un ravvedimento operoso che puo’ cambiare anche le condizioni della detenzione. Ma per chi e’ condannato per mafia, l’unico modo per ravvedersi e’ collaborare con lo Stato, vuotando il sacco. In tutti i sensi. Prospettiva questa complicata per chi considera un mafioso come Mangano un eroe”, conclude l’esponente del Pd.

Il Ministro Alfano chiarisca in aula sulla vicenda Dell’Utri

Alfano chiarisca in Aula la vicenda Dell’Utri. Ma, soprattutto, faccia la sua parte per assicurarlo alla custodia cautelare, come ordinato dalla Corte d’Appello di Palermo, su richiesta della Procura Generale. Il rischio che Dell’Utri potesse fuggire prima della sentenza definitiva della Cassazione, attesa per il 15 Aprile, era stato denunciato adeguatamente. Perche’ non sono stati presi provvedimenti coerenti?“: cosi’ gli esponenti democratici Pippo Civati, Davide Mattiello e Luca Pastorino in una nota congiunta. ’‘La credibilita’ dello Stato subirebbe un altro colpo grave se dovesse essere confermata la fuga di Dell’Utri. Nessuno – proseguono – potrebbe credere all’incidente, nessuno potrebbe invocare la fatalita’. Ci auguriamo che tutto possa essere risolto positivamente.