Non spacchettare il DDL Orlando!

“Il ddl Orlando sulla criminalita’ organizzata non venga spacchettato: la complessita’ aumenterebbe e rischieremmo di sprecare una grande opportunita’”. La richiesta arriva da Davide Mattiello, Pd, componente della Commissione parlamentare Antimafia e relatore per la maggioranza della proposta di legge di riforma delle misure di prevenzione patrimoniale e gestione dei beni sequestrati e confiscati. “Alla fine il ddl Orlando e’ arrivato in Parlamento, imboccando la strada del Senato – osserva il deputato – avrei preferito che imboccasse quella della Camera perche’ la Commissione Giustizia ha fatto in questi mesi un tratto di lavoro importante per incardinare, coordinare e ampliare le proposte di legge di riforma delle misure di prevenzione patrimoniale e di gestione delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. Alla Camera avremmo potuto raccogliere e abbinare oltre il ddl Orlando, anche quello Bindi, frutto del lavoro della Commissione Antimafia. Cosi’ non e’ stato”. “Almeno – chiede Mattiello – si eviti di spacchettare il ddl Orlando in Senato: il testo resti affidato in congiunta alle I e alla II Commissione. Diversamente il livello di complessita’ rischia di diventare indistricabile, anche in considerazione della ormai prossima presentazione della relazione Gratteri, che a sua volta annuncia un ampio articolato di riforma del codice antimafia. Di certo c’e’ che stiamo dando grande, quanto doverosa, attenzione alla materia, mi auguro che non prevalga l’imbarazzo della scelta”

La relazione sui Testimoni di Giustizia. Approvata!

Coloro che assumono, rispetto al fatto o ai fatti delittuosi in ordine ai quali rendono le dichiarazioni, esclusivamente la qualità di persona offesa dal reato, ovvero di persona informata sui fatti o di testimone, purché nei loro confronti non sia stata disposta una misura di prevenzione, ovvero non sia in corso un procedimento di applicazione della stessa“.

Questa la definizione di ‘Testimone di Giustizia’.

Qui di seguito un passaggio della relazione che POTETE SCARICARE QUInella sua interezza.

L’attuale impostazione del sistema non considera che il testimone, rimanendo in loco, spesso subisce – a differenza del collaboratore, i cui proventi avevano spesso origine illecita – una notevole riduzione della capacità economica a causa della testimonianza. La particolare pervasività, in alcuni contesti, delle associazioni mafiose o la subcultura che caratterizza determinate realtà ambientali, fanno sì che la denuncia possa essere foriera della perdita di commesse, della riduzione della clientela, dell’interruzione di rapporti di fornitura.

L’impresa di chi denuncia, che sempre più assottiglia le sue potenzialità, è destinata quindi al fallimento. Fallimento che, peraltro, sancisce la supremazia del consorzio mafioso o « mafiosizzato » e fa da monito deterrente per coloro che vorrebbero ribellarsi. Proprio per questo, come si è già evidenziato, in molti casi sono gli stessi testimoni a scegliere il programma di protezione in località protetta che, quantomeno, assicura il sostentamento e risparmia dalla gogna. E, proprio per questo, si è consolidata dalla parte delle stesse istituzioni la tendenza a tralasciare le speciali misure che, a priori, impediscono il risultato prestabilito dell’assenza di perdite per colui che adempie al dovere di testimoniare.

Dal M5s attacchi diffamatori

Gli attacchi diffamatori dei 5S contro di me non hanno nulla a che fare con lo scontro politico: sono ‘spazzatura’, rientrano nella categoria ‘metodi mafiosi’“. Cosi’ Davide Mattiello, relatore alla Camera della riforma del voto di scambio replica alle note dei senatori grillini che chiedono le sue dimissioni. "In questo travagliato iter della riscrittura del 416/ter ho cercato sempre di fare salvi alcuni punti: l’introduzione di ‘altre utilita” e la consumazione del reato nel momento dell’accordo tra le parti. Cercando altresi’ di evitare rischi di incostituzionalita’ del testo. Mi sarei dimesso da relatore di maggioranza se l’iter fosse stato interrotto o nuovamente rinviato alla Camera. Do atto al Governo e alla maggioranza di essersi impegnati a fondo per rispettare l’obiettivo di approvare definitivamente la norma entro l’inizio di questa campagna elettorale. Si tratta di una legge ragionevole, ancorche’ perfettibile. Questa e’ la verita’ che tutte le associazioni, e perfino i grillini impegnati ora nella loro demagogica campagna elettorale, sanno bene.

La priorità è la tutela dei lavoratori dopo i sequestri delle aziende.

La Presidente Bindi ha ribadito oggi a Bari, nel corso della missione che stiamo facendo come Commissione Antimafia, che la priorità dopo i sequestri delle aziende alle mafie è la tutela dei lavoratori, e ha rilanciato la centralità della gestione delle aziende confiscate: bisogna fare in modo che il sequestro diventi una buona notizia. Auspico che al più presto possa cominciare l’esame in Parlamento della PDL 1138 che punta a migliorare il sistema della gestione delle aziende. E’ la proposta fortemente voluta dalla Cgil, da Libera, da Avviso Pubblico.

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Le parole di Franco Roberti sul 416 ter

Elezioni: Roberti, rischio infiltrazioni mafia c’e’ sempreNuova legge su voto scambio coniuga efficienza e garanzie (ANSA) – ROMA, 9 APR – “Il rischio di infiltrazioni delle cosche nelle liste c’e’ sempre. E si tratta di infiltrazioni senza confini, perche’ le mafie hanno colonizzato il centro – nord, e’ difficile individuare le aree non a rischio”. Lo ha detto a Radio Capital il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che ha aggiunto:“tra poco il Parlamento approvera’ in via definitiva la nuova legge sul voto di scambio e sara’ pienamente utilizzabile mentre la vecchia norma, del ‘92, non e’ mai stata utilizzata pienamente”. “Con la nuova legge – ha aggiunto – si trova un punto di equilibrio tra efficienza e garanzie. L’abbassamento delle pene e’ dovuto a una scelta del legislatore che ha voluto distinguere la condotta del voto di scambio da quella della partecipazione all’associazione mafiosa. Si tratta di una scelta politica, a noi interessava che la norma fosse pienamente utilizzabile e cosi’ e’”. Roberti inoltre ha commentato il fatto che Renzi non ha finora posto l’accento sulla lotta alla criminalita’ organizzata: “il Presidente del Consiglio fa bene a dire che di lotta alla mafia si e’ parlato troppo e fatto poco. Ora servono i fatti”. “La forza delle mafie resta sempre nei rapporti con la politica, le istituzioni e l’economia. Questi legami vanno recisi”, ha concluso. (ANSA).

Ancora confusione sul 416 ter da parte del m5s

Avevamo gia’ spiegato che il Movimento 5 Stelle in merito alla riforma del voto di scambio ha preso una sonora ‘cantonata’, scegliendo di votare contro una norma avanzata e condivisa da chi la mafia la combatte in prima linea. L’ultima accusa sarebbe quella di aver scontato le pene anche al mafioso. E’ vero il contrario: il nuovo 416 ter prevede, come assoluta novita’ il comma 2, che colpisce come ‘reato fine’ il comportamento del mafioso che si accorda col politico. La pena prevista (4-10 anni) si va ad accumulare alla pena comminata al mafioso, in quanto mafioso, e resta di 7-12 anni, secondo il dettato del 416 bis.

Da m5s ‘cantonata’ sul 416 ter

(ANSA) – ROMA, 7 APR – “In merito alla riforma del voto di scambio approvata dalla Camera, si puo’ ben dire che Beppe Grillo e tutto il Movimento 5 Stelle hanno preso una vera e propria ‘cantonata”’ cosi’ Davide Mattiello, deputato Pd e relatore del provvedimento alla Camera. “Il loro voto contrario e la propaganda che continuano a fare dal sito non hanno alcun fondamento. La loro maggiore responsabilita’ sta nel non riconoscere che le modifiche sono state proposte dalla magistratura e dalla dottrina per evitare rischi di incostituzionalita’ che avrebbero minato il funzionamento della norma. Correggerla per evitare questi rischi, pur sapendo di dover subire il fuoco delle polemiche – prosegue – e’ stato un atto di coraggio politico da parte di tutti noi che abbiamo voluto e lavorato per scrivere una norma non soltanto buona come slogan ma davvero efficace. Adesso il Senato, che ha contribuito in modo significativo al miglioramento della norma, chiuda la partita votando entro la settimana la legge (che entrera’ in vigore appena pubblicata in G.U: grazie ad un nostro emendamento”. 

Le parole di Cantone sono la migliore risposta ai grilli parlanti

Le parole di Raffaele Cantone sono molto importanti perche’ dimostrano l’impegno, il travaglio e l’equilibrio con cui abbiamo lavorato alla Camera per scrivere una norma in grado di recepire le criticita’ indicate dai magistrati, sintetizzate in una intervista dal presidente dell’Anm Sabelli, e le esigenze politiche di tener conto della complessita’ della materia". Cosi’ Davide Mattiello, deputato Pd e relatore del provvedimento di riforma del 416/ter. “Senz’altro questo testo, per quanto tutto sia perfettibile, e’ oggi in grado di punire duramente il politico che si vende alla mafia e, come rileva anche Cantone, tiene conto del principio della proporzionalita’ della pena stabilendo il carcere da 4 a 10 anni. Percio’ i toni sferzanti di alcuni polemisti, che danno sponda allo spettacolo mediato sollevato dai 5 Stelle insieme alla Lega, sono davvero insopportabili e privi di alcun fondamento e le parole del presidente dell’Autorita’ nazionale anticorruzione, come quelle arrivate subito dopo il voto della Camera di Franco Roberti, sono la miglior risposta a tutti i grilli parlanti. Ora il Senato faccia presto, voti la prossima settima la legge.

 

Subito la delega per i Testimoni di Giustizia

L’Antimafia insedia il V Comitato permanente sui collaboratori e testimoni di giustizia e subito Pd, Lega e M5s lanciano un appello al Premier Renzi affinche’ sia assegnata la delega sulla sicurezza al Vice Ministro Bubbico in modo che possa presiedere la commissione centrale presso il ministero dell’Interno che gestisce i collaboratori e i testimoni di giustizia. Il Comitato, guidato da Davide Mattiello, ha deciso oggi di tenere una serie di audizioni sui testimoni di giustizia che spesso, dice il deputato del Pd, vedono travolta la loro vita senza che ci sia un adeguato intervento dello Stato. “Verificheremo come queste persone ‘entrano’ nell’ambito di protezione e in che condizioni ne escono”, spiega Mattiello. “Verificheremo cosa non funziona anche rispetto ai collaboratori di giustizia. Altra iniziativa e’ quella di sollecitare l’emanazione del decreto di attuazione delle norme sulla Pubblica amministrazione che prevede che i testimoni di giustizia possano essere assunti nella Pubblica amministrazione. E’ un ritardo che crea molti guai a chi si e’ speso nell’aiutare la giustizia