Antimafia acquisisca atti periodo stragi

(ANSA) – ROMA, 9 AGO – “Rinnovo la proposta che ho avanzato alla Presidente Bindi della Commissione parlamentare antimafia alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, di acquisire gli atti di impulso fatti dalla Direzione nazionale antimafia tra il 2008 e il 2013”. Lo chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, dopo un articolo pubblicato oggi dal quotidiano Il Fatto quotidiano nel quale, secondo le dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice, sarebbe stato il poliziotto Giovanni Aiello a far saltare in aria Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.
“Ci sono magistrati e investigatori che con grande rigore e caparbietà stanno cercando di fare luce, consapevoli dei prezzi che pagano e pagheranno per questo, a loro la nostra stima e il nostro sostegno”, prosegue il deputato. “Walter Molino – commenta Mattiello – si conferma giornalista ben documentato e preciso, il suo pezzo aiuta a capire cosa stia succedendo. Su quanto Lo Giudice ha detto ai magistrati di Catanzaro e Reggio Calabria, che in gran parte coincide con quanto detto, per esempio, da Villani, Di Giacomo e Lo Forte, resta il problema dei riscontri ma ci sono anche altre domande che pesano. Ormai pare assodato che Lo Giudice nel 2013 venne indotto a infamare Donadio, oltre a Pignatone e Prestipino: chi ha avuto interesse a farlo? A partire dal processo aperto a Catanzaro nel quale Lo Giudice risponde di calunnia, è iniziata una indagine sui mandanti del depistaggio? Questo fatto, c’entra con la fuga di notizie sul lavoro di Donadio dell’estate del 2013, che contribuì alla decisione di Roberti, neo procuratore nazionale, di sollevare Donadio dall’incarico di coordinamento sulle indagini relative alle stragi? La stessa attività di impulso realizzata tra il 2008 e il 2013 da Donadio su mandato di Grasso, allora Procuratore nazionale antimafia, è stata oggetto di un ricorso al PG di Cassazione, firmato da Lari e Salvi, che ad oggi risulta ancora pendente: non sarebbe opportuno definire anche questa vicenda tempestivamente?”

Mafia: Antimafia si occupi del periodo stragi. Memoria Chinnici ci impone di fare di più

(ANSA) – ROMA, 29 LUG – “La memoria di Rocco Chinnici impone a tutti di fare di più, per questo proporrò alla Presidente della Commissione parlamentare antimafia di acquisire gli atti di impulso che la Dna predispose tra il 2009 e il 2013 sulle stragi di mafia e su alcuni omicidi come quello di Nino Agostino e di sua moglie Ida”. Così il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni giustizia e antimafia. “A quegli atti di impulso ha ancora recentemente fatto riferimento il pg di Caltanissetta, dott. Lari, liquidandoli come infondati. Quegli atti di impulso sono per altro oggetto di un procedimento disciplinare davanti al CSM, a carico del dott. Donadio, iniziato ormai 3 anni fa e del quale non è dato sapere nulla. Credo che sarebbe legittimo per la Commissione Antimafia vederci chiaro tanto sugli atti di impulso, quanto sul procedimento disciplinare. Infatti, come ha recentemente più volte ribadito la Presidente Bindi, la Commissione Antimafia non può attendere la conclusione di tutti i processi relativi alle stragi di mafia per occuparsi di quel periodo così tragico. Anche perché il lavoro giudiziario portato avanti con determinazione ed efficacia continua a produrre sia risultati importanti, come la recente sentenza di condanna di primo grado del Capaci bis, che vanno analizzati, sia la promessa di ulteriori sviluppi, per esempio un Capaci ter incentrato sulle "cointeressenze” tre soggetti esterni a Cosa Nostra e Cosa Nostra, che vanno compresi", prosegue il deputato dem. “E’ tanto più pertinente richiamare oggi questo bisogno perché, come chiarito dalla sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta nel 2002, la strage del 29 Luglio 1983, con tanto di autobomba e telecomando, maturò in quel segmento di mafia che oggi definiremmo di "masso-mafia” come propone Scarpinato, quel segmento di mafia che è da sempre politica-istituzioni-economia, tanto che come mandanti della strage furono indicati gli “esattori” Nino e Ignazio Salvo. La memoria del giudice Chinnici impone a tutti di tenere lo sguardo ficcato nelle articolazioni altolocate della mafia, dove si tracciano convergenze e indicibili accordi. In Procura a Caltanissetta, nella metà degli anni ‘90, ad occuparsi dell’omicidio Chinnici, c’era anche il dott. Nino Di Matteo, uno che questa mafia altolocata non l’ha più persa di vista", conclude Mattiello. 

Sequestro porto Ostia: a chi giova blocco riforma?

(ANSA) – ROMA, 27 LUG – “A Ostia sequestri di prevenzione per 450 milioni di euro, in Senato la riforma è bloccata. A chi giova? L’operazione in corso a Ostia conferma ancora una volta l’importanza delle misure di prevenzione patrimoniali, disposte dalla Sezione a ciò dedicata del Tribunale di Roma, verosimilmente su proposta della Procura di Roma”. Lo afferma Davide Mattiello, componente delle Commissioni parlamentari Antimafia e Giustizia. “Leggere che sono stati sequestrati beni per oltre 450 milioni, sapendo che molto di questo valore riguarda beni aziendali, significa – spiega il parlamentare – l’inizio di una procedura molto complessa e delicata: il tribunale, individuerà un giudice delegato, il quale a sua volta nominerà uno o più amministratori giudiziari (normalmente avvocati, commercialisti..), che avranno il compito di gestire al meglio il patrimonio sequestrato, per tutto il tempo necessario. Entrerà in scena anche l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Qualora il sequestro dovesse trasformarsi in confisca definitiva, allora lo Stato si ritroverebbe a incamerare un bel tesoro, che l’Agenzia dovrà preoccuparsi di destinare ai migliori utilizzi, sociali e istituzionali… 450 milioni di euro!!! E’ evidente quanto sia importante un’operazione del genere e al contempo quanto sia delicata, quanta ‘acquolina’ in bocca possa far venire: ecco perché abbiamo lavorato a una riforma profonda di tutta la materia. Il testo approvato dalla Camera l’11 Novembre del 2015, del quale sono stato relatore per la maggioranza, è un testo che aumenta il rigore, la celerità della procedura, la tutela dei terzi di buona fede e dello stesso proposto, la trasparenza degli incarichi, l’efficacia del lavoro dell’Agenzia, gli strumenti a sostegno del lavoro vero. Ieri purtroppo il Senato ha deciso di spostare nuovamente il termine per gli emendamenti al 4 di Agosto, vuol dire di fatto rimandare tutto a Settembre: perché? A chi conviene- chiede Mattiello – che la riforma non vada in porto? A chi conviene che le cose restino come sono? Intanto il procedimento penale apparecchiato dalla Procura di Caltanisetta e che vede, tra gli altri, imputata la dott.ssa Saguto, già presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, va avanti, e credo sarà importante per tutti non perderlo di vista”

L’antimafia è tutt’altro che fallita

(ANSA) – ROMA, 24 FEB – “La presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi ha colto nuovamente l’occasione per valorizzare le esperienze positive di riutilizzo sociale dei beni confiscati, durante la conferenza stampa finale della missione di tre giorni in Puglia della Commissione, facendo riferimento al lavoro delle cooperative che gestiscono i terreni tra Mesagne e Torchiarolo”. Ad affermarlo e’ il deputato del Pd Davide Mattiello relatore alla Camera della riforma del Codice antimafia che riguarda anche la gestione dei beni sequestrati e confiscati. “Purtroppo notizie come quelle che sono arrivate ieri, relative alla Tecnis e alle ipotesi di accusa che riguardano chi per anni avrebbe sbandierato la legalita’ per coprire altri giochi – prosegue il deputato – confermano quanto bisogno ci sia di distinguere con rigore tra esperienze ed esperienze, per evitare il rischio di delegittimare un intero movimento fatto di attori istituzionali e non. Noi faremo di tutto per evitarlo, continuando a far parlare le azioni concrete, chi generalizza e rappresenta un’Antimafia arresa e fallita, sta solo facendo l’interesse delle mafie”.

Tutelare Giovanni Aiello per proteggere la verità

(ANSA) – ROMA, 21 GEN – “Ora bisogna tutelare Giovanni Aiello per proteggere la verita’”. A chiederlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, dopo le novita’ che stanno emergendo relativamente all’uccisione di Nino Agostino, trucidato assieme alla moglie Ida Castelluccio, a Palermo, il 5 agosto 1989. “Non e’ la prima volta che Giovanni Aiello viene indagato, ma non ne e’ sembrato fino a qui molto preoccupato: non risulta che abbia cercato di sottrarsi mai ai procedimenti o di confondere le carte, anzi”, osserva Mattiello, relativamente all’ex poliziotto, detto “faccia di mostro”, ritenuto vicino ad ambienti dei Servizi. “Dimostrando – prosegue il deputato – la sicurezza che e’ propria dell’innocente o di chi sia sicuro di avere formidabili protezioni. I fatti fino a qui gli hanno dato ragione: la sua posizione in passato e’ stata archiviata. Ora la situazione per molti motivi e’ differente: la convergenza di piu’ testimonianze credibili e’ senz’altro una novita’. Non dubito dell’attenzione con la quale magistratura e forze dell’ordine valuteranno il da farsi per garantire l’incolumita’ di Aiello e la sua partecipazione ai prossimi appuntamenti con la giustizia”.

Straordinaria la relazione annuale della DIA

(ANSA) – ROMA, 15 DIC – “La relazione annuale della DIA presentata oggi rappresenta uno straordinario contributo al contrasto delle mafie nel nostro Paese, fatto di professionalita’, efficienza e costanza nel tempo”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “La struttura comandata dal dott. Ferla si conferma fondamentale sia sul versante della prevenzione, sia sul versante dei sequestri dei patrimoni mafiosi, sia sul versante delle indagini penali a vasto raggio. Specializzazione, centralizzazione e coordinamento che furono le intuizioni di Falcone maturate sull’esperienza dell’antiterrorismo italiano, sono state ben incarnate: non si puo’ e non si deve tornare indietro, come talvolta qualcuno auspica”, prosegue il deputato Pd. “Anzi – sollecita Mattiello – a noi servono piu’ DIA e piu’ DNA, cosi’ come ci serve piu’ Europa, con una Procura e delle forze di polizie davvero unificate: le mafie si sono globalizzate da tempo, cambiano pelle, preferendo corrompere piuttosto che uccidere, noi dobbiamo rispondere con maggiore organizzazione. Oltre che con la credibilita’ della classe dirigente, che in un Paese come il nostro resta il principale anticorpo contro la corruzione”.

Caporalato: importanti le parole di Roberti

(ANSA) – ROMA, 13 NOV – “Le parole di Roberti sono un incoraggiamento a chiudere al piu’ presto l’iter parlamentare. Parole che confermano autorevolmente che la riforma va nella direzione giusta di un rafforzamento del procedimento di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali, che garantisce maggiormente anche coloro che sono sottoposti al procedimento medesimo, perche’ la presunzione di innocenza e’ un valore costituzionale irrinunciabile per noi”: lo afferma in una nota Davode Mattiello (Pd), relatore della riforma sui beni sequestrati e confiscati alla mafia. “Le parole di Roberti dovrebbero far riflettere quanti hanno preferito votare contro il provvedimento, Forza Italia e 5 Stelle: hanno perso una occasione storica. Il predecessore di Roberti alla guida della Direzione nazionale Antimafia e’ stato Grasso, attuale presidente del Senato: non dubito che sapra’ il presidente Grasso a sua volta dare al provvedimento il miglior percorso nell’aula del Senato” conclude Mattiello.

Proseguiamo sulla strada della riforma delle misure di prevenzione

(ANSA) – ROMA, 13 APR – Tutti gli addetti ai lavori spronano a proseguire sulla strada della riforma delle misure di prevenzione tracciata in Commissione Giustizia della Camera attraverso l’abbinamento dei testo unico 1138 di iniziativa popolare e del 2737 a prima firma Bindi, originato dalla Commissione Antimafia. A renderlo noto e’ il relatore per la maggioranza ai testi di riforma delle misure di prevenzione del Codice Antimafia, Davide Mattiello (Pd), che oggi pomeriggio nella sala del Mappamondo, insieme alla presidente della Commissione Giustizia Donatella Ferranti e al correlatore Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, ha ascoltato i magistrati delle misure di Prevenzione La Malfa di Bari, Saguto di Palermo, Menditto di Lanciano, Balsamo di Caltanissetta, il Procuratore di Roma Pignatone, Monteleone Consigliere della Corte d’Appello di Roma, e i rappresentanti di Abi, Ance, commercialisti e amministratori Giudiziari. “Tutti concordi – spiega Mattiello – sul valore positivo dell’impianto normativo che tutela il valore pubblico delle confische di prevenzione e l’utilita’ sociale che ne deve derivare, rendendo piu’ efficiente la procedura e insieme tutela il lavoro la dove ve ne siano le condizioni e tutela i terzi creditori di buona fede. Ora la parola passa al Governo e al concerto necessario tra Camera e Senato”.