Si può morire in attesa che la giustizia faccia il suo corso

Per questo ribadisco l’invito al presidente Armani di ANAS: sulla vicenda Gallo ci vuole una assunzione di responsabilità. Oggi il TAR della Campania ha respinto la richiesta avanzata dai legali del sig. Gallo di immediata sospensione del provvedimento assunto da ANAS che di fatto impedisce al sig. Gallo di riprendere i lavori di allestimento dell’impianto di erogazione di carburanti. Certo il TAR si pronuncerà nel merito e il rigetto odierno lascia del tutto impregiudicato tale passaggio. Ma la vicenda, seguendo i ritmi della giustizia amministrativa, rischia di protrarsi troppo e arrivare a conclusione col ‘paziente ormai defunto’. Io comprendo l’importanza che ANAS attribuisce alla pronuncia del TAR, ma mi permetto di porre ancora una volta alcune domande: il sig. Gallo è stato o no riconosciuto come vittima di estorsione? L’estorsione denunciata dal sig. Gallo è o non è alla base della impossibilità di continuare i lavori a suo tempo approvati da ANAS? La denuncia fatta a suo tempo dal sig. Gallo ha o non ha una valenza generale per tutti coloro, ANAS compresa, che vogliono un mercato libero dalle ingerenze della criminalità organizzata, che genera sempre violenza e falsa economia? È vero o no che a causa del mancato nuovo accordo tra ANAS e Gallo, questi rischia di dover restituire allo Stato la somma che lo Stato ha riconosciuto a Gallo come vittima di estorsione? Se questa eventualità dovesse avverarsi e in fine il sig Gallo dovesse fallire, chi gioirà di questo esito? Il presidente Armani che si è trovato la corruzione in casa quando è diventato presidente, sa quanto certi segnali siano importanti dentro e fuori l’azienda: perché senza soluzione della vicenda Gallo, saranno ancora una volta le ‘Dame nere’ a ghignarsela

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