(ANSA) – Sconcertante sentenza di Appello nella vicenda dell’imprenditore Mauro Esposito. Il rispetto per la magistratura e le sue sentenze non mi impedisce di manifestare sconcerto e preoccupazione: sconcerto perché nel merito la sentenza non tiene in alcun conto ne’ l’intervento legislativo del ‘97, che aveva abrogato la legge del ’39, ne’ la norma recentemente approvata dalla Camera, che in via interpretativa allontana ogni dubbio sulla liceità delle associazioni tra ingegneri. Preoccupazione perché questo appello in sede civile è uno schiaffo al lavoro fatto in sede penale: infatti le evidenze raggiunte nel penale hanno chiarito come gli imputati, poi condannati, abbiamo scientemente agito in danno del dott. Esposito, montando contro di lui una vera e propria lite temeraria per punirlo, dal momento che Esposito aveva deciso di denunciare. Auspico che la Prefettura di Torino voglia intanto intervenire in via urgente, sospendendo gli effetti esecutivi della sentenza, applicando in maniera estensiva l’art. 20 della 44 del ’99: Mauro Esposito è la vittima di un sistema estorsivo e mafioso, una vittima che ha trovato la forza di denunciare, contribuendo in maniera significativa nelle indagini, lo Stato deve sostenerlo e non mortificarlo