(ANSA) – ROMA, 24 MAR – La Commissione Antimafia ha scritto al Viminale per acquisire le carte che riguardano il caso Cutro’, l’imprenditore edile siciliano, testimone di giustizia, oggetto di minacce per aver detto “no” al racket e costretto a chiudere la propria azienda nel gennaio 2015. Le perizie prodotte nel 2011, su incarico del Viminale – secondo quanto emerso in questi giorni – non soltanto certificarono il danno subito dall’azienda di Cutro’, ma stabilirono il nesso di causa effetto tra il danno e le denunce fatte dallo stesso Cutro’. “Quindi – spiega il deputato Pd DavideMattiello, che in Antimafia coordina il gruppo sui testimoni di giustizia i collaboratori e le vittime di mafia – riteniamo che sia giusto che il Ministro dell’Interno si faccia carico della situazione debitoria incolpevole, che rischia di schiacciare Ignazio Cutro’ e la sua famiglia”. Ma il deputato chiede che “anche le banche facciano la loro parte: e’ altrettanto giusto chiedere a Unicredit e Banca Sant’Angelo se si rendano conto di cosa stiano facendo. Perche’ pure le banche dovrebbero mostrare maggiore sensibilita’ verso questa situazione. A normativa vigente sono purtroppo pochi gli strumenti a disposizione del Viminale per intervenire in una situazione che ha caratteristiche molto particolari sul piano giuridico, forse soltanto quello del contributo straordinario e di questa circostanza il Parlamento deve farsi carico”. “Di questo abbiamo piu’ volte discusso con il viceministro all’Interno Bubbico, che ha dimostrato di apprezzare la proposta di legge di riforma che la Commissione Antimafia ha depositato alle Camere, a prima firma Bindi, sottoscritta da tutti i gruppi politici. L’unica road map possibile – conclude Mattiello – e’ quella di intervenire subito con gli strumenti che ci sono per evitare ulteriori drammi, per poi impegnarci tutti insieme per approvare la legge. I testimoni di giustizia sono cittadini onesti che aiutano lo Stato a fare giustizia, sostenerli e’ semplicemente un dovere”. Anche l’Associazione nazionale testimoni di giustizia fa notare che le perizie “redatte cinque anni fa e che solo adesso vengono fuori, proprio mentre Ignazio Cutro’ si trova "alla canna del gas”, non possono che causare sconcerto e amarezza. Chi ha colpevolmente taciuto, sia obbligato a rendere spiegazioni e sia chiamato a rendere giustizia per l’affronto subito dalla famiglia Cutro’. Il ministro Alfano sia chiamato in Parlamento a rispondere sull’intera vicenda che getta ombre e rivela le ingiustizie subite da chi si e’ sempre schierato dalla parte dello Stato, cioe’ i testimoni di giustizia"