Domani a Torino per ribadire il NO alla ‘ndrangheta

(ANSA) – Mattiello: “Domani a Torino per ribadire il no alla ‘ndrangheta. Ad una settimana dagli arresti la Città reagisce come è giusto fare per manifestare apprezzamento e sostegno a forze dell’ordine e magistratura, che dimostrano attenzione costante e tempestività; per incoraggiare i cittadini a denunciare sapendo che Istituzioni e associazioni sono al loro fianco: Torino su questo punto ha una forte esperienza di collaborazione e partecipazione. Ma anche per  richiamare l’attenzioni di tutti noi su alcune preoccupazioni: la linea di confine tra vittima di racket e complice talvolta è labile. La vittima che per paura non denuncia, può rivelarsi persona che consapevolmente ha accettato una certa convivenza per trarne una convenienza. La capacità dei boss di organizzare i propri traffici anche dal carcere, come pare sia in pare accaduto, va stroncata. Lo strumento c’è: si chiama 41 bis. Ai più giovani implicati nell’organizzazione lo Stato deve saper tendente una mano: la sconfitta delle mafie, dipende anche dalla conversione delle nuove leve. Grande responsabilità ha infine la politica, a pochi mesi dalle amministrative, nel fare scelte oculate nella composizione delle liste: non basta che non ci siano pregiudicati o imputati, bisogna che siano persone lontane da certe relazioni e da certi bacini di voti”

Omicidio Bruno Caccia: l’arresto di Schirripa riapre la partita

(ANSA) – ROMA, 22 DIC – “L’arresto di Schirripa e’ un segnale atteso da molto tempo: la partita non e’ chiusa, grazie ai magistrati e agli investigatori che hanno dissepolto il caso, come la famiglia chiedeva da anni”. A dirlo e’ il deputato piemontese del Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, dopo le novita’ emerse oggi sull’omicidio del procuratore capo del capoluogo piemontese Bruno Caccia. “Ho una speranza – prosegue – che la partita riaperta non si richiuda certificando soltanto il perimetro di responsabilita’ riconducibile agli ‘ndranghetisti che avrebbero voluto e realizzato l’omicidio al piu’ intendendosi con i catanesi di Nitto Santapaola. Spero che la partita riaperta permetta di fare luce sugli interessi piu’ ampi, sulle coperture, sul perche’ certe piste furono abbandonate, sull’eventuale ruolo del pregiudicato mafioso e avvocato Pio Cattafi, rimesso recentemente in liberta’ e sul rapporto tra l’omicidio Caccia e il tentativo di uccidere il pretore Selis ad Aosta nel 1982”. Il deputato ricorda che alcune di queste questioni le aveva poste gia’ nel maggio 2014 quando la commissione Antimafia ando’ in missione a Torino, “ma allora mi sembro’ che non suscitassero interesse, come se non ci fosse piu’ niente da scoprire. Oggi sappiamo che non e’ cosi’”, conclude.

Minotauro non è morto

(ANSA) – ROMA, 21 OTT – “L’eccellente lavoro della Squadra Mobile di Torino dimostra che non bisogna abbassare la guardia. L’operazione frutto del lavoro di magistratura e forze dell’ordine ci dice che la ‘ndrangheta continua a gestire traffici importanti sul territorio torinese: il Minotauro non e’ morto”. Cosi’ il deputato Pd DavideMattiello, torinese, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Importante quindi – aggiunge – non disarmare sia sul piano giudiziario, dove e’ bene consolidare i nuclei dedicati alle misure di prevenzione patrimoniali tanto in Procura quanto in Tribunale, organizzati ai tempi di Minotauro. Per altro la riforma sulla quale stiamo lavorando in Parlamento normalizzera’ le sezioni distrettuali specializzate presso i Tribunali. Sia sul piano politico, dove e’ bene consolidare le Commissioni dedicate, istituite tanto a livello metropolitano quanto a livello regionale, utili a mantenere una lettura aggiornata e profonda del fenomeno”. “Nessuno – concludeMattiello – puo’ piu’ sorprendersi e soprattutto chi fa politica ha il dovere dotarsi di adeguati anticorpi, chi non lo fa o e’ inadeguato o e’ in malafede”

Giusto pretendere un chiarimento sulla ‘revoca’ della revoca della scorta a Pino Masciari

(ANSA) – ROMA, 8 APR – “Sulla revoca della revoca della scorta al testimone di giustizia Pino Masciari e’ giusto pretendere un chiarimento”. A chiederlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia e coordinatore del gruppo di lavoro dell’Antimafia che si occupa dei testimoni e dei collaboratori. “Ero rimasto sconcertato – spiega Mattiello – alla notizia della revoca della scorta a Masciari la scorsa settimana, una decisione che mi era sembrata illogica dal momento che contemporaneamente si confermava il terzo livello, cioe’ scorta e accompagnamento su auto specializzata, in Calabria, quindi un rischio attuale e concreto. Chi puo’ ancora pensare che la ‘ndrangheta che decida di colpire, colpisca soltanto in Calabria? Chi puo’ ignorare le evidenze giudiziarie degli ultimi anni, che hanno fotografato la penetrazione della ‘ndrangheta in Piemonte e segnatamente a Torino?” Mattiello aggiunge che in questi giorni pare essere maturata la volonta’ di revocare il provvedimento di revoca da parte del ministero dell’Interno. “Bene – dice – ma non prima di aver chiarito il perche’ della precedente revoca e le sue modalita’, oggettivamente anomale. Infatti la notifica della revoca era arrivata dal Comando provinciale dei Carabinieri e non dalla Prefettura, e non faceva riferimento alle valutazioni dell’Ufficio centrale scorte, che in casi come questi sono necessarie”. “I testimoni di giustizia dentro e fuori le misure speciali di protezione – conclude Mattiello – vogliono certezze e non favori, vogliono essere trattati con quel rispetto che e’ dovuto a chi ha scelto la denuncia e non il silenzio, ha scelto la legge e non l’arbitrio, ha scelto lo Stato e non la mafia. E’ un errore trattare queste persone come fossero un peso o peggio un imbarazzo rispetto a certe relazioni da compiacere”

Sulla pericolosità dei Grande Aracri

(ANSA) – ROMA, 17 MAR – “Le minacce al Sindaco Gianni Speranza” di Lamezia “sono un monito per tutti noi sulla pericolosita’ dei Grande Aracri. Conosco il Sindaco Speranza da molti anni, ne conosco la dedizione e la passione per la sua comunita’ e quindi non mi stupiscono le gravi minacce provenienti dal clan Grande Aracri di Cutro, recentemente balzato al disonore delle cronache per l’operazione Aemilia”. Lo afferma in una nota Davide Mattiello (Pd), membro delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Questo episodio mette in evidenza la pervasivita’ del clan Grande Aracri ben oltre il crotonese – sottolinea ancora l’esponente dem – per questo l’attenzione va tenuta alta a tutti i livelli, adoperando ogni strumento per disarticolare la forza del clan. Anche sostenendo adeguatamente quegli imprenditori che si sono trovati ad opporsi proprio agli interessi del clan Grande Aracri; bene ha fatto in tal senso il Commissario straordinario del Governo per le vittime di usura e racket, prefetto Giuffre’, a insistere sulla rilevanza dell’intimidazione ambientale, come modalita’ normale attraverso cui – conclude Mattiello – si manifesta il potere di questi delinquenti”

Inaccettabili le dichiarazioni intimidatorie di Matacena

Capogruppo Pd commissione Antimafia Senato difende il collega (ANSA) – ROMA, 12 MAR – “Le dichiarazioni di Matacena e dei suoi legali sul deputato del Pd Davide Mattiello sono inaccettabili. Anziche’ proseguire con un atteggiamento intimidatorio nei confronti di Mattiello, Matacena e i suoi legali dovrebbero rispondere alle legittime domande che gli sono state poste da un parlamentare della Repubblica nello svolgimento del proprio mandato. E’ indecente che una persona condannata al 416 bis si permetta, dalla latitanza, di lamentarsi, lanciare strali e denunce. Matacena torni in Italia, si consegni alla giustizia e spieghi le sue verita’”. Lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia. (ANSA)