Se nel nome di Regeni si compisse una rivoluzione?

(ANSA) – ROMA, 5 APR – “Se nel nome di Giulio si compisse una rivoluzione? Il Ministro Gentiloni ha appena terminato l’intervento in Aula sul rapimento e l’assassino di Giulio Regeni e ha ribaltato la prospettiva della ragion di stato, brandita da qualcuno per giustificare la sordina sulla vicenda. Gentiloni ha detto senza incertezze che l’unica ragion di Stato e’ trovare la verita’ per Giulio. La ragion di Stato sta nella verita’ e quindi nella dignita’ della persona, nei confronti di chiunque. Parole da non dimenticare, parole che valgono una rivoluzione, se fatte storia: di questa ragion di Stato questo nostro Stato ha ancora tanto, tanto bisogno… Basta depistaggi, approviamo la legge!”. A scriverlo su Fb e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, dopo l’informativa del ministro degli Esteri Gentiloni sulla vicenda Regeni.

Nel nome di Giulio Regeni: BASTA a tutti i depistaggi

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(ANSA) – ROMA, 29 MAR – “Nel nome di Giulio, basta a tutti i depistaggi”. A chiederlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Ho  ascoltato con commozione e gratitudine le parole della mamma di Giulio Regeni: ancora una volta una mamma a chiedere verita’ e giustizia, ancora una volta – dice il deputato – con la necessita’ di denunciare gli evidenti depistaggi nelle indagini in corso. Vorrei che i genitori di Giulio incontrassero i tanti familiari delle vittime innocenti delle mafie o del terrorismo italiane, troverebbero la stessa dignita’, il medesimo bisogno di verita’ e in molti casi, la medesima denuncia dei depistaggi. Denuncia che, in vero, il Governo italiano ha fatto propria in maniera netta nel caso Regeni”. “Bene ha fatto il Governo e altrettanto bene farebbe nel prendere uguale, netta posizione nei confronti dei troppi depistaggi che ancora avvelenano la democrazia in Italia. I piu’ clamorosi dei quali riguardano i fatti compresi tra il 1989 e il 1994. Nel nome di Giulio Regeni e di tutte queste altre vittime potremmo approvare definitivamente la legge che punisce proprio il depistaggio, licenziata dalla Camera e ferma in Senato, almeno da agosto 2015. Da quando si commemoro’, ancora una volta, la strage di Bologna!”, conclude Mattiello.