La IV edizione di Contromafie é una sferzata che non permette di rallentare il cammino fatto, ma nemmeno di dimenticare da dove arriviamo. Gian Carlo Caselli nel suo intervento ha ribadito la centralità del reato di concorso esterno in associazione mafiosa che ha permesso di colpire il sistema di relazioni altolocate che erano e sono la forza delle mafie. Dobbiamo vigilare perché dopo l’amnésia giudiziaria che ha permesso di cancellare le condanne a carico di Contrada, non ci siano altri passi indietro. Don Luigi Ciotti ha ricordato gli appunti scritti da don Puglisi poco prima di essere ucciso, appunti stesi in attesa di incontrare l’allora presidente della commissione antimafia, Violante: una scuola media, un consultorio, un asilo nido, una palestra. Dobbiamo fare più investimenti sugli strumenti che creano le condizioni per una vita libera e dignitosa a cominciare dalle scuole che devono essere oltre che sicure, belle. Abbiamo un lavoro da continuare
Libertà e dignità: parole che nei lavori odierni declineremo a partire dai Testimoni di Giustizia e dalle vittime di mafia. La relazione approvata all’unanimità in Commissione anti mafia sarà un ingrediente della discussione (via dei Greci 18). Una tessera del mosaico di CONTROMAFIE, un nodo che tiene la grande rete di chi oggi si manifesta per indicare l’orizzonte dell’uguaglianza e del lavoro. Forza!
Allarme per la vita di Don Ciotti
Subito in Antimafia audizioni Alfano, Minniti e Roberti Roma, 29 set. (AdnKronos) – “L’ultimo allarme per la vita di don Ciotti, lanciato da varie procure, ci inquieta”. E’ quanto afferma Davide Mattiello, deputato Pd e componente della commissione Antimafia, che in una nota spiega: “Ci sono cose precise e concrete che vanno fatte. Come avevamo già chiesto, ribadiamo con forza che l’Antimafia tenga al più presto l’audizione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per capire quali dispositivi per la sicurezza di don Ciotti e di chi gli è più vicino siano stati presi”. Il parlamentare Pd chiede che vengano sentiti in Antimafia anche il sottosegretario con delega all’intelligence, Marco Minniti, “sugli eventuali collegamenti tra mafiosi ed altri ambienti”, e il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, “per capire quali pezzi dell’organizzazione mafiosa si stiano muovendo”.