E’ opportuno tenere Carminati a Parma?…

“E’ opportuno tenere Carminati a Parma? Il problema legato all’impianto di video sorveglianza e video registrazione nel carcere di massima sicurezza di Parma non e’ stato risolto”. Il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, lo stesso che il 30 dicembre scorso ando’ a trovare in carcere il presunto boss di Mafia Capitale Massimo Carminati, torna sul rischio black out nel penitenziario di Parma. “Il Provveditore regionale – afferma Mattiello – si e’ senz’altro fatto carico del problema adeguatamente segnalato dalla direzione dell’Istituto, ma non e’ dato sapere quanto tempo ci vorra’ perche’ cio’ avvenga. Non sono, a quanto pare, previste procedure d’urgenza, ne’ l’intervento diretto da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: come io mi sarei aspettato, vista la delicatezza della situazione. A quanto mi risulta verra’ applicata la normale procedura d’appalto”. Il rischio di black out del sistema, fa notare l’esponente del Pd, “aumenta prima di tutto lo stress del personale penitenziario, nello specifico il GOM, che deve essere pronto in ogni momento a sopperire con il controllo a vista, l’eventuale spegnimento delle telecamere, per tutta la durata del black out stesso, ovviamente”. “Mi chiedo se a questo punto non sia piu’ opportuno spostare in altra struttura, di pari categoria, soggetti come Carminati. Se il trasferimento da Tolmezzo a Parma ha avuto come motivazione il bisogno di assicurare una piu’ adeguata l’assistenza medica, credo che non sia un problema trovare un’altra struttura che possa assicurare la medesima condizione”, concludeMattiello. Massimo Carminati e’ stato trasferito dal carcere di Tolmezzo (Udine) a quello di Parma, sempre in regime di 41 bis, ovvero il carcere duro, il giorno di Natale. In quel penitenziario e’ detenuto anche Toto’ Riina.(ANSA)

Appello a Orlando: a Parma rischio black out..

(ANSA) – ROMA, 2 GEN – Un appello al ministro della Giustizia Andrea Orlando perche’ disponga al piu’ presto un intervento al supercarcere di Parma dove il sistema di videosorveglianza e videoregistrazione e’ costantemente a rischio black out, e’ arrivato dal deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. Mattiello, il 30 dicembre scorso, aveva incontrato nel carcere di Parma, dove sono detenuti mafiosi di calibro, il presunto capo del sodalizio Roma Capitale Massimo Carminati detenuto in regime di 41/bis, il carcere duro. In quell’occasione era emerso come il sistema elettrico del carcere non sia adeguato a reggere il carico di tensione del sistema. “La direzione del carcere – spiega oggi Mattiello – ha fatto richiesta per avere otto gruppi di continuita’ che garantiscano il funzionamento del sistema ma non ha ricevuto risposta. Sono passati tre giorni e non e’ successo nulla. Questa condizione rende ancora piu’ stressante il lavoro degli operatori di polizia penitenziaria: il sistema puo’ andare in tilt da un momento all’altro ma non si sa mai quando e per quanto tempo. Quando il sistema va in black out – conclude il parlamentare – l’unica modalita’ per garantire la sicurezza e’ il controllo a vista da parte degli agenti e in particolare del Gom per quanto riguarda il 41/bis”. Di qui l’appello al ministro Orlando perche’ disponga al piu’ presto l’intervento. “Da parte mia continuero’ a seguire la situazione”, assicura l’esponente del Pd. (ANSA)

Sono andato a Parma a trovare Carminati..

(ANSA) – ROMA, 30 DIC – “Ho appena concluso la visita al carcere di Parma: ho incontrato Carminati, che sta bene, ma e’ a rischio il sistema di video sorveglianza del carcere. I sistemi di video sorveglianza e di videoregistrazione del super carcere di Parma sono a rischio continuo di collasso perche’ l’impianto elettrico non e’ adeguato e servono urgentemente almeno 8 gruppi di continuita’”. A raccontarlo all’ANSA e’ il deputato Pd e componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, Davide Mattiello, che per primo lo ha incontrato nel carcere di Parma. “Questa – spiega Mattiello – e’ l’esigenza principale emersa dall’incontro con la dirigente della struttura, dott.ssa Monastero, dai funzionari di Polizia Penitenziaria e del GOM, che mi hanno accolto con grande disponibilita’. Noi dobbiamo preoccuparci tanto che il 41 bis funzioni verso l’esterno, impedendo le comunicazioni dei boss con le organizzazioni criminali, quanto che che il 41 bis funzioni all’interno, garantendo il massimo della sicurezza ai detenuti stessi. Questo non soltanto per rispettare lo spirito della Costituzione e la dignita’ della persona, ma anche per creare quelle condizioni che possono far maturare nei boss detenuti la decisione di collaborare con la giustizia”. “Auspico che Massimo Carminati, che ho incontrato nella sua attuale condizioni di isolamento giudiziario – conclude Mattiello – possa proprio decidersi in questo senso: ha tante cose da raccontare, che ci aiuterebbero a spezzare molti legami ancora in essere tra criminalita’ e politica. Tornero’ nel carcere di Parma e spero di trovarvi risolti i problemi che oggi ho riscontrato”.

Massimo Carminati, vestito con un maglione e pantaloni di colore scuro, e’ apparso in buone condizioni al deputato Pd che e’ andato a trovarlo. “Abbiamo scambiato poche battute – ha detto Mattiello – tornero’ presto nel carcere di Parma”. Il 13 dicembre scorso Carminati fu spostato dal carcere romano di Rebibbia a quello di Tolmezzo (Udine) per “incompatibilita’ ambientale”. Il 23 dicembre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha disposto per lui, considerato al vertice di “mafia capitale”, il 41 bis, ovvero il carcere duro. Il giorno di Natale Carminati e’ stato trasferito dal carcere di Tolmezzo (Udine) a quello di Parma, sempre in regime di 41 bis previsto per i mafiosi. A Parma sono detenuti diversi boss mafiosi di grosso calibro. Da aprile di quest’anno anche Riina, che prima era nella prigione milanese di Opera. Prima dell’arrivo di ‘U curtu’ a Parma si trovava anche l’altro superboss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, ad aprile portato a Milano per motivi di salute. “Avranno voluto mettere insieme a Parma un vecchio boss mafioso e uno nuovo”, ha ironizzato giorni fa il legale di Carminati, Giosue’ Naso.

Matacena e quel filo con Carminati..

(ANSA) – ROMA, 27 DIC – “C’è un filo che lega Carminati a Matacena: porta nello studio Mgim di Milano. Bisogna partire dall’operazione "Breakfast” che illuminò gli affari tra ‘ndrangheta e l’ex tesoriere della Lega Belsito: perché è proprio ascoltando le telefonate tra i sodali ‘ndrangheto-padani, che gli inquirenti si imbattono in Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno e nell’interessamento di Scajola". A sostenerlo è il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, che da tempo chiede di riportare in Italia Amedeo Matacena, latitante a Dubai.

“Tra gli attivissimi sodali di via Durini, sede dello studio Mgim di Milano – sottolinea Mattiello – c’è anche Pasquale Guaglione, già appartenente ai NAR, proprio quando Carminati ne era un leader indiscusso. Credo che in tanti oggi abbiano paura di ciò che potrebbero dire Carminati e Matacena se decidessero di collaborare con la giustizia. Forse è anche per questo che risulta così difficile far estradare Matacena da Dubai? Forse anche per questo si è prudentemente preferito mettere al 41 bis Carminati, lontano da Rebibbia?”. Massimo Carminati è attualmente detenuto in regime di carcere duro nel penitenziario di Tolmezzo.