Il vitalizio per i Testimoni di Giustizia è la certificazione del fallimento

Fare un Disegno di Legge che preveda un vitalizio per i
Testimoni di Giustizia è la certificazione di un fallimento.

Il Viceministro all’Interno Filippo Bubbico dice che: “Vogliamo
mettere a punto un disegno di legge – salvo che non si riesca ad agire con
decreto ministeriale – per modificare il sistema degli aiuti”

Nel frattempo un gruppo di testimoni di giustizia –
cittadini che hanno scelto di denunciare intimidazioni, racket, estorsioni e
che spesso hanno dovuto abbandonare la propria casa e il proprio lavoro per
essere nascosti in località protette – mercoledì 4 febbraio sarà davanti a
Palazzo Chigi per un sit-in pacifico.

Chiedono al Governo la pubblicazione del decreto attuativo
che prevede che loro, al pari delle vittime del terrorismo e della criminalità
organizzata, possano accedere ad un programma di assunzione in tutte le
pubbliche amministrazioni, dello Stato e degli enti locali.

Riconosco al viceministro Bubbico l’onesta’
intellettuale: il vitalizio per alcuni testimoni, come alcuni di coloro
che hanno denunciato 15-20 anni fa
, puo’ essere l’unica soluzione,
ma e’ certamente la certificazione del fallimento. Lo Stato deve garantire a
chi denuncia la possibilita’ ad avere una vita normale, autonoma, libera, un
lavoro dignitoso
; questo e’ lo spirito della legge: il principio e’
fondamentale. Lo Stato deve garantire a chi denuncia che la sua vita non sara’
distrutta, il vitalizio e’ invece la certificazione del fallimento, una sorta
di pensione di Stato, un incubo da cui stare lontani. E se per alcune
situazioni questa puo’ essere l’unica soluzione, il vitalizio non puo’  essere paradigma per il futuro.

Sul decreto per il lavoro ai testimoni e’ preoccupante
l’ammissione che il decreto attuativo, quando sara’ pubblicato, risolvera’
poche situazioni: si e’ creata una grande aspettativa, ma certamente le
soluzioni concretamente risolte saranno poche e quindi e’ prevedibile una nuova
fase di scoramento tra i testimoni di giustizia.

Perlomeno, sul taglio di 25 milioni nella disponibilita’ del Servizio
Centrale di Protezione, e’ di conforto che Bubbico dica che il taglio non incide sui
flussi di risorse ma rimane il fatto che il messaggio aumenta la preoccupazione
dei testimoni, e l’incertezza e’ gia’ il pane quotidiano di queste
persone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *