“Saviano merita la cittadinanza onoraria di Torino, come di ogni altra citta’ d’Italia, perche’, mettendo a repentaglio la sua vita, ha aiutato tutti a prendere coscienza della pervasivita’ e della violenza dell’organizzazione mafiosa”. Lo afferma Davide Mattiello (Pd), a proposito della richiesta dei consiglieri leghisti di revocare la cittadinanza onoraria allo scrittore. Quello di Saviano “e’ un grande servizio civico reso attraverso la sua capacita’ narrativa che consente anche alle coscienze piu’ sopite a destarsi e a reagire. La cultura e’ la prima arma contro il potere mafioso: conoscenza, spirito critico, desiderio di liberta’ e insieme di responsabilita’. Questo servizio civico e’ stato tanto piu’ prezioso nel nord d’Italia, ipocritamente abbarbicato sull’idea rassicurante e sbagliata che la mafia riguardi soltanto il sud. Ai leghisti torinesi consiglio di studiarsi la storia di Bruno Caccia, il Procuratore Capo della Repubblica di Torino, ucciso da un’alleanza criminale riferibile alla ‘ndrangheta il 26 giugno del 1983”
il 416 ter non può restare su un binario morto
La presidente Bindi ha ragione: il 416/ter non puo’ restare su un binario morto. Non possiamo nemmeno permettere che i tempi di approvazione della norma siano tali da vanificarne l’applicazione per la prossima tornata elettorale, quando molti Comuni saranno rinnovati. Il Governo chiarisca al piu’ presto se ci siano le condizioni per assumere la norma, che saremmo disposti a modificare alla Camera accogliendo le indicazioni dell’ANM, in un Decreto Legge. Le forze politiche si impegnino a convertire il testo senza ulteriori modifiche. Altrimenti meglio approvare la norma cosi’ com’e’.
416 ter: piovono critiche, tecnici del diritto intervengano.
Continuano a piovere critiche sulla riforma del voto di scambio. Noi parlamentari abbiamo fatto lo sforzo di comprendere anche le ragioni dei tecnici del diritto, chiedo a costoro di fare il medesimo sforzo e di dirci cosa preferiscano". Lo afferma Davide Mattiello, deputato Pd e relatore del provvedimento di riforma sul 416/ter il quale aggiunge: “Quando il 16 luglio la Camera approvò all’unanimità il nuovo testo del 416/ter, che comprendeva già le parole ‘altre utilità’ volute dalla campagna dei Braccialetti bianchi, fummo sommersi dalle critiche. Il Senato ha modificato quella norma che ora, tornata alla Camera, dovrebbe essere approvata definitivamente, ma di nuovo piovono critiche, per lo più oneste e quindi meritevoli di considerazione. C’è chi chiede di correggere nuovamente la norma alla Camera, per poi rimandarla al Senato, e chi invoca un decreto legge del Governo il quale, tuttavia, dovrebbe poi tornare in parlamento per la sua conversione in legge. Ma chi può essere così ingenuo da non pensare che rimettere in discussione (in un modo o nell’altro) il 416-ter significa gettarlo sul grande e complicato tavolo delle riforme (province, senato, legge elettorale, lavoro)?”