La corruzione è già prevista dalla riforma del 2015, anche per questo dobbiamo concludere l’iter parlamentare. La riforma del Codice Antimafia nella parte relativa alle misure di prevenzione patrimoniale così come approvata dalla Camera dei Deputati l’11 Novembre del 2015 già allarga la platea dei soggetti ai quali possono essere applicate le misure della prevenzione patrimoniale, il sequestro e la confisca dei beni per intenderci, anche a chi sia indiziato di uno dei reati contro la pubblica amministrazione. In particolare abbiamo inserito il riferimento a peculato, malversazione, corruzione e concussione, nella piena consapevolezza che oggi queste condotte sono frequentemente spia di sodalizi criminali mafiosi o comunque ispirati al metodo mafioso. In queste settimane anche alcune autorevoli personalità, come il PM Nino Di Matteo, hanno ripetutamente richiamato l’esigenza della estensione della prevenzione patrimoniale ai ‘corrotti’, così come hanno fatto diversi Senatori della Commissione Giustizia che oggi hanno la responsabilità di licenziare il testo dopo oltre un anno e mezzo di stop. Insomma: un’altra buona ragione per la quale, come ha detto anche ieri il Ministro Minniti, non possiamo permetterci di far finire la Legislatura senza approvare definitivamente la riforma.