Giovanni Aiello: cremazione singifica impedire accertamenti

Resto sconcertato dalla notizia data e non smentita della autorizzazione alla cremazione del corpo di Giovanni Aiello, oggi stesso a seguito del funerale previsto per le 17:30. Eppure proprio recentemente abbiamo avuto in Calabria il clamoroso caso di Denis Bergamini, calciatore del Cosenza, morto lungo la statale Jonica nel 1989, per il quale Il gip del tribunale di Castrovillari ha disposto la riesumazione della salma, visto che dopo molti anni ha preso corpo l’ipotesi che non si sia trattato di suicidio ma di omicidio premeditato. Cremare il corpo significa impedire qualunque eventuale altro approfondimento. C’è da trovare un equilibrio tra il rispetto sempre e comunque dovuto ad un uomo che muore e alla sua famiglia e il bisogno di verità dei famigliari delle vittime in qualche modo legate alla storia di Aiello, che poi è il bisogno medesimo che ha lo Stato. Di Aiello oggi noi sappiamo che è un ex poliziotto in pensione, punto. Forse domani scopriremo che i tanti collaboratori di giustizia che hanno parlato di lui, in relazione a Cassarà, alla Addaura, ad Agostino e Castelluccio, a Capaci e Via D’Amelio, erano stati “imboccati” per costruire una falsa pista sulla quale ci siamo attardati in tanti, inutilmente e con dosi diverse di buona fede. Scopriremo che le fotografie di cui ha parlato Lo Giudice non sono mai esistite, che “Antonella” era soltanto una amica di famiglia. O forse no. Forse emergeranno riscontri e qualche fondato sospetto su questa morte così tempestiva, visto che a Settembre Aiello sarebbe stato interrogato a Palermo e verosimilmente anche a Reggio Calabria. Intanto, prudenza vorrebbe, quanto meno sospendere la cremazione.