La lotta alle mafie e alla corruzione ha bisogno di credibilità, invece viviamo ancora troppi paradossi e i cittadini italiani si allontanano dalla politica.
Per esempi: domani ricorderemo l’assassinio di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo, uccisi 35 anni fa, soprattutto a causa dell’impegno di La Torre sul fronte innovativo e fondamentale dell’aggressione ai patrimoni mafiosi. Ma con che faccia ne parleremo visto che la riforma del Codice Antimafia, che serve proprio a potenziare il sistema delle confische, dopo essere stata approvata dalla Camera a Novembre del 2015 è ferma in Senato? Con che faccia ne parleremo, sapendo che in Senato qualcuno prepara emendamenti per stravolgere il testo licenziato dalla Camera, con il probabile esito di lasciare tutto come è? Eppure allo scoppio del “caso Saguto” tutti a chiedere, giustamente, norme più rigorose nella gestione dei beni sequestrati e confiscati: ecco, quelle norme sono nel testo della Camera e rischiamo di buttare via tutto. Dopo domani saranno 70 anni dalla strage di Portella della Ginestra che segna simbolicamente l’inizio in epoca repubblicana della ininterrotta convivenza tra pezzi di Stato e mafia. Con che faccia ne parleremo se ad oggi, pur sapendo quanti pericolosi latitanti italiani fuggono alla giustizia rifugiandosi a Dubai, non siamo ancora riusciti ad approvare il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi, nonostante che nel Settembre del 2015 il Ministro Orlando abbia firmato con il suo omologo emiratino l’accordo di cooperazione? Non rischia questa situazione vergognosa di suonare come una conferma della attualità e resilienza di rapporti altolocati tra mafie e pezzi di Istituzioni? Ultimo esempio: le parole del procuratore di Catania Zuccaro sulle ONG. Se la preoccupazione del procuratore è quella di segnalare il pericolo di una possibile convergenza criminale tra gli interessi degli scafisti e gli interessi di certa cooperazione non governativa, vorrei tranquillizzare il Procuratore: la sveglia è suonata per tutti, anche per i più pigri, il 2 dicembre del 2014 con gli arresti di Mafia Capitale. Da allora in tanti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto per alzare le difese, anche con l’approvazione in Parlamento di norme più stringenti sul sistema di accoglienza. Piuttosto vorrei segnalare al procuratore Zuccaro, che ha una grande esperienza sul fronte dell’antimafia, che frasi del genere posso servire a coloro che intendono distruggere un intero sistema, esattamente come accadde con i collaboratori di giustizia.