L’attenzione pubblica non deve venire meno sui processi di mafia, tanto più sul processo che riguarda il giornalista Pino Maniaci. È incomprensibile la decisione presa ieri dal Tribunale di Palermo di vietare le riprese video e audio nel processo che vede imputato, tra gli altri, Pino Maniaci fondatore della emittente Telejato. Non si comprende come mai per il Presidente della seconda sezione penale, Benedetto Giaimo e per la Pm Dott.ssa Amelia Luise, sia diventato un processo che ‘non ha interesse sociale’. Ce lo ha eccome, per il ruolo addirittura internazionale che per anni ha avuto Telejato nel rappresentare un punto di riferimento nel contrasto sociale alla mafia. L’opinione pubblica deve essere nelle condizioni di capire se l’esperienza di Telejato è stata una truffa amara che ha coperto comportamenti gravi o se, viceversa, è stata una esperienza scomoda e coraggiosa che qualcuno sta cercando di seppellire, esasperando in chiave criminale aspetti senz’altro disdicevoli. Le sentenze sono il punto di arrivo del processo, ma l’esperienza ci insegna quanto sia importante poter seguire passo, passo lo svolgersi del processo. Per questo è meglio che ci sia massima trasparenza su questo dibattimento, come chiede con forza anche l’associazione Rita Atria.