(ANSA) – ROMA, 27 GEN – “Non bisogna strumentalizzare la vicenda di Rocco Varacalli”, il pentito chiave dell’ Operazione Minotauro, l’inchiesta della Dda di Torino ma anche, per la Corte d’Assise di Cagliari, l’uomo che la notte del 24 febbraio 2009 sparò al ventenne Alberto Corona, uccidendolo. A chiederlo è il deputato Pd Davide Mattiello, il quale spiega che “oggi in Commissione Giustizia alla Camera l’on. Capezzone ha interrogato il Ministero dell’Interno, rappresentato dal vice ministro Filippo Bubbico, sul collaboratore di giustizia Rocco Varacalli”. Sullo status di collaboratore del Varacalli Bubbico ha fornito una serie di dati: l’uomo è stato in programma tra il 2006 e il 2009; nel 2013 è stato riammesso al programma solo per i profili di sicurezza. Attualmente è in carcere con fine pena previsto nel 2025. “Sul piano giudiziario – osserva Mattiello – la DDA di Torino è concorde nel ritenere Rocco Varacalli fondamentale per l’operazione Minotauro, che ha dato la stura anche ad altre operazioni. Le dichiarazioni del Varacalli sono state riscontrate e hanno resistito in tutti i gradi di giudizio, contribuendo all’arresto di decine di criminali”. “Quale lezione possiamo trarre da questa complicata vicenda? – si chiede il deputato – Che il collaboratore di giustizia è uno strumento irrinunciabile per smantellare organizzazioni criminali che vivono di segretezza. Uno strumento che volle con forza Giovanni Falcone, che già a suo tempo dovette resistere a bordate polemiche. Uno strumento delicato: il collaboratore è un delinquente che negozia con lo Stato un miglior trattamento, a volte questo avviene per una reale conversione di coscienza, più frequentemente per una convenienza. Lo Stato ha il dovere di usare questo strumento con rigore e se qualcuno ne usa male deve essere richiamato ed eventualmente sanzionato. Il rigore testimoniato dal vice ministro Bubbico. Ma guai ad usare la complessità di certe vicende per delegittimare lo strumento: sarebbe un regalo alle mafie”